Giù
il reddito e la spesa, persino i prestiti sono in calo. Ad aumentare è
la sofferenza delle famiglie italiane. La crisi stringe ancor di più in
una morsa l’economia. E’ questa l’ultima fotografia di febbraio scattata
da Istat e Bankitalia.
Dati del tutto negativi. Non si riesce a scovare un segno positivo tra questi. A partire dal risparmio. Le famiglie non hanno più soldi, la propensione al risparmio è scesa dell’8,2%. E’ la rivelazione più bassa da quando si fa questa analisi statistica, vale a dire dal 1990.
Scende anche la spesa: dell’1,6% nel 2012 rispetto all’anno precedente. Diminuisce il reddito: in valori correnti del 2,1%. Una riduzione ancora più forte rispetto al quarto trimestre del 2011, pari al 3,2%. Non basta: perché a queste flessioni negative si deve aggiungere un altro segno meno. Quello del potere d’acquisto che, tenendo conto anche dell’inflazione, nel 2012, si è ridotto ancora del 4,8%. Un calo – sottolinea l’Istat – ancora più accentuato perché pari al 4.5% su base annua.
E a questi dati si aggiunge l’ultimo dossier di Bankitalia. Anche i prestiti al settore privato hanno registrato un calo dell’1.3% su base annua. In particolare: sono scesi i prestiti alle famiglie dello 0.7% (-0,6% a gennaio), così come sono in calo quelli alle società diminuiti del 2,6% (-2,8% a gennaio).
Banca d’Italia rivela ancora che i tassi d’interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo superiore a 1 milione di euro sono, altresì, diminuiti al 2,90% (3,10% a gennaio); quelli di importo inferiore a tale soglia sono stati pari al 4,38% (4,39 nel mese precedente). I tassi d’interesse sui finanziamenti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono stati pari al 3,94% (3,92% a gennaio); quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono aumentati al 9,78% (9,59 a gennaio). I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono diminuiti all’1,15% (1,17% a gennaio).
In definitiva a crescere è solo la sofferenza delle famiglie, delle imprese…del Paese. Ed è vera emergenza povertà.
CASTALDA MUSACCHIODati del tutto negativi. Non si riesce a scovare un segno positivo tra questi. A partire dal risparmio. Le famiglie non hanno più soldi, la propensione al risparmio è scesa dell’8,2%. E’ la rivelazione più bassa da quando si fa questa analisi statistica, vale a dire dal 1990.
Scende anche la spesa: dell’1,6% nel 2012 rispetto all’anno precedente. Diminuisce il reddito: in valori correnti del 2,1%. Una riduzione ancora più forte rispetto al quarto trimestre del 2011, pari al 3,2%. Non basta: perché a queste flessioni negative si deve aggiungere un altro segno meno. Quello del potere d’acquisto che, tenendo conto anche dell’inflazione, nel 2012, si è ridotto ancora del 4,8%. Un calo – sottolinea l’Istat – ancora più accentuato perché pari al 4.5% su base annua.
E a questi dati si aggiunge l’ultimo dossier di Bankitalia. Anche i prestiti al settore privato hanno registrato un calo dell’1.3% su base annua. In particolare: sono scesi i prestiti alle famiglie dello 0.7% (-0,6% a gennaio), così come sono in calo quelli alle società diminuiti del 2,6% (-2,8% a gennaio).
Banca d’Italia rivela ancora che i tassi d’interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo superiore a 1 milione di euro sono, altresì, diminuiti al 2,90% (3,10% a gennaio); quelli di importo inferiore a tale soglia sono stati pari al 4,38% (4,39 nel mese precedente). I tassi d’interesse sui finanziamenti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono stati pari al 3,94% (3,92% a gennaio); quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono aumentati al 9,78% (9,59 a gennaio). I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono diminuiti all’1,15% (1,17% a gennaio).
In definitiva a crescere è solo la sofferenza delle famiglie, delle imprese…del Paese. Ed è vera emergenza povertà.
da Liberazione.it
Nessun commento:
Posta un commento