L'INTERVENTO DI DAMIANO GALLETTI
Riprendere l'iniziativa, non lasciare solo nessuno. Giovedì 18 aprile sarà sciopero generale
A Brescia giovedì 18 aprile ci sarà uno sciopero generale territoriale dell'intera giornata.
Sarà
questo il terzo sciopero a livello territoriale promosso dalla Cgil
bresciana da quando è esplosa la crisi economica, sociale e ambientale.
Crisi prima negata a lungo dal governo Berlusconi (è bene fare un minimo
di memoria) e poi mal contrastata dal governo Monti che ha sì avuto
l'urgenza di mettere i conti a posto ma non ha prestato la dovuta
attenzione al tema della crescita e, soprattutto, del tipo di sviluppo
che si vuole per questo Paese.
Il
risultato è che oggi siamo ancora in recessione, la disoccupazione
cresce, la situazione sociale è sempre più pesante. E questo lo si vive
anche a Brescia, tra le provincie più industrializzate d'Italia e che
sta vivendo una crisi inedita, inimmaginabile. A Brescia, in passato, il
lavoro c'è sempre stato per tutti o quasi. Da un po' di tempo non è più
così: chi lo cerca non lo trova più, chi ce l'ha precario lo perde con
estrema facilità, chi pensava di averlo "garantito" ha scoperto una
realtà diversa. La cassa integrazione continua a essere, anche nel primo
trimestre del 2013, sei volte più alta del periodo pre-crisi.
È
passato ormai un mese e mezzo da quando si sono tenute le elezioni, il
cui esito ha espresso una grande volontà di cambiamento. Questo
messaggio deve essere ascoltato da tutti, e in primo luogo da un nuovo
governo che cambi rotta e cominci ad occuparsi dei problemi concreti
delle persone. In questo periodo i lavoratori e le lavoratrici, i
pensionati e le pensionate, i giovani i disoccupati gli studenti e le
loro istanze sono scomparsi dal dibattito politico. È quindi necessario
riprendere la mobilitazione per dare voce alle urgenze di cambiamento
sociale.
Il
caso drammatico di Civitanova non è isolato. Ogni giorno nelle sedi
sindacali e nei luoghi di lavoro incontriamo decine di persone che hanno
perso o stanno perdendo il lavoro, persone a rischio di sfratto, che
non hanno più il sostegno degli ammortizzatori sociali, uomini e donne
che si sono viste allontanare l'età della pensione senza avere la
prospettiva di trovare altra occupazione, migranti che sono costretti a
fare scelte famigliari laceranti che impongono il rientro di mogli e
figli (magari nati in Italia) nei loro paesi d'origine.
La
Cgil a livello nazionale ha promosso da tempo un piano per il lavoro.
Noi con lo sciopero del 18 aprile decliniamo quel piano a livello
locale.
Vogliamo
dire «No» ai licenziamenti. Emblematico il caso della MAC, azienda
terziarizzata nel sito Iveco di Brescia, dove nonostante gli accordi
sottoscritti da Fiat, sono stati licenziati tutti gli 84 dipendenti.
Erano più di 40 anni che la Fiat non licenziava. Lo stesso accade nel
settore del commercio: il centro commerciale "Il Continente", con un
accordo separato, ha licenziato 17 lavoratori e lavoratrici per motivi
economici, anziché utilizzare lo strumento del contratto di solidarietà.
Potremmo fare altri esempi, o ricordare le centinaia di licenziamenti
individuali per motivi economici, frutto della modifica dell'art. 18
contenuta nella riforma Fornero del mercato del lavoro.
In
provincia di Brescia ci sono più di 3 mila posti di lavoro a rischio se
non verranno stanziati a breve nuovi fondi per la cassa integrazione in
deroga. Altre migliaia di posti di lavoro sono a rischio perché sono in
scadenza i contratti di solidarietà. Il lavoro innanzitutto quindi, che
significa anche avere regole certe di democrazia e rappresentanza e
diritto a un contratto nazionale senza possibilità di deroghe.
Nella
piattaforma per lo sciopero generale territoriale del 18 aprile uno dei
punti principali pone inoltre l'urgenza di un Piano strategico per le
bonifiche a livello provinciale. In una realtà come quella bresciana, e
non solo, il risanamento ambientale è un tema centrale. Tutela del
territorio, efficienza energetica, bonifica dei terreni e gestione dei
rifiuti, depurazione delle acque possono essere un nuovo modo di
interpretare lo sviluppo della nostra provincia contrastando la grave
crisi economica e producendo nuova occupazione.
Nella
piattaforma dello sciopero vi sono anche questioni che vanno oltre il
quadro provinciale. Tra queste la necessità di rivedere il patto di
stabilità interno dei Comuni, la necessità di trovare la copertura
economica per gli esodati, la modifica dell'Imu sulla prima casa che
salvaguardi i ceti medi e bassi, l'introduzione di una seria
patrimoniale sulle grandi ricchezze, la necessità di introdurre forme
nuove di tutela e di garanzia di reddito per le tante tipologie di
lavoratori e lavoratrici (autonomi compresi) sempre più ricattabili.
In
questi giorni, oltre che nei luoghi di lavoro, stiamo portando i temi
della piattaforma in 25 assemblee pubbliche aperte alla cittadinanza in
città e provincia. Il 13 aprile incontreremo in Camera del Lavoro i
parlamentari e i consiglieri regionali bresciani per confrontarci sulle
nostre proposte.
Il
18 aprile la giornata di sciopero territoriale e la manifestazione a
Brescia, momento conclusivo di una campagna di mobilitazione che stiamo
avendo da settimane e che proseguiremo anche dopo lo sciopero per dire
che non bisogna lasciare da solo nessuno e che bisogna ripartire
mettendo al centro il lavoro e la qualità del vivere del nostro
territorio.
Damiano Galletti
segretario generale Camera del Lavoro di Brescia
Nessun commento:
Posta un commento