mercoledì 11 maggio 2016

Mense e turismo, il contratto non è un optional

VENERDÌ LO SCIOPERO UNITARIO. PIAZZE PIENE IN MOLTE CITTÀ, A BRESCIA PRESIDIO ALL'OSPEDALE

sabato 7 maggio 2016 
* Fast food, ristorazione commerciale, alberghi, tour operator, agenzie di viaggio, mense, imprese di pulizia, terme. Già fare l'elenco dei lavoratori e delle lavoratrici in sciopero ieri (a Brescia c'è stato il presidio davanti all'ospedale Civile) racconta la polverizzazione del terziario, al punto che provare a dare percentuali (probabilmente non alte) sull'adesione è azzardato. I sindacati di categoria (Filcams, Fisascat e Uiltucs) che fanno riferimento a Cgil, Cisl e Uil sono comunque soddisfatti. Perché l'iniziativa è stata unitaria, mai scontato negli ultimi anni, e perchè tutti sono convinti che il tema sia di vitale importanza. È questione che attraversa anche l'industria e il nodo è sul peso che debbano avere i contratti nazionali, scaduti da tempo.

«Alla fine la logica è la stessa della grande distribuzione - afferma Giuseppe Leone, segretario generale Filcams Cgil -, l'idea è cioè quella di subordinare eventuali aumenti mettendo mano a questioni normative o economiche, chiedendo flessibilità aggiuntiva o altro ancora. In pratica, e noi siamo chiaramente contrari, c'è l'idea che il rinnovo del contratto nazionale debba essere autofinanziato dai lavoratori stessi. Teniamo presente che stiamo parlando di settori nei quali c'è ampio ricorso al part-time, è diffuso l'uso dei voucher e dove spesso l'ombrello del contratto nazionale rappresenta l'unica copertura».

Con le dovute differenze, il tema sul ruolo del contratto nazionale e su come lo scambio salari
crescita della produttività debba essere portato a livello aziendale si sta giocando la partita anche in ambito metalmeccanico. La delicata partita che si sta avendo su più tavoli e i relativi rinnovi contrattuali 8se e quando ci saranno) ridefiniranno le relazioni industriali per i prossimi anni. Rinviato nel frattempo lo sciopero che oggi, e sarebbe stata una prima volta in assoluto, avrebbe dovuto interessare il gruppo Mediaworld. Giovedì sera, dicono i sindacati, la proprietà avrebbe fatto infatti «un passo indietro» e ci sarebbero quindi margini per riprendere il confronto (un incontro ci sarà il 19 maggio). Sul tavolo ci sono 311 licenziamenti annunciati a livello nazionale. A Brescia Mediaworld è presente in città e a Erbusco, complessivamente con un centinaio di addetti. I posti a rischio sono una decina ma, considerando l'ampio utilizzo del part-time, le persone coinvolte potrebbero essere quasi il doppio. Sciopero ci sarà invece sicuramente, a partire da lunedì, alla Vivenzi di Vestone, azienda di 30 dipendenti che produce vassoi di plastica. In contratto di solidarietà da tempo, da quattro mesi i lavoratori non ricevono lo stipendio. «I dipendenti - spiega una nota sindacale - dopo una ulteriore fiducia data alla società nel mese di aprile, non intendono continuare nella produzione fino a quando non verranno retribuiti».

* articolo Corriere della Sera - Brescia

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