“Ma come fai a votare come casa pound?” La risposta della partigiana Lidia Menapace
Pubblicato il 11 mag 2016
Periodo sismico
Che
siamo dentro un periodo politicamente sismico, lo si vede ad occhio,
dato che – come in genere gli eventi sismici – esso non muta lo stato di
cose presenti, ma solo distrugge sul posto ciò che trova. E’
naturalmente una immagine approssimativa: ma per dare una risposta alla
domanda: “ma come fai a votare nei referendum istituzionali come casa
pound? “. Rispondo che, se Renzi ha voluto trasformare un referendum da
esercizio della sovranità popolare in un plebiscito pro o contro il suo
governo, non è colpa mia e devo cavarmela come meglio posso. Prima di
tutto richiamando il referendum, “questo” referendum, alle sue
peculiarità e poi togliendo spazio a casa pound, per esempio ricordando
che la attuale Costituzione contiene un articolo che consente di agire
politicamente contro qualsiasi tentativo di far rivivere il fascismo e
ciò non può essere lasciato in ombra. Chi vota NO a questa pasticciata
proposta di snaturare la Costituzione vota anche per mantenere
l’impostazione antifascista della Costituzione stessa.
E’
chiaro? no, non è chiaro, anzi suscita perplessità e dubbi, ma non si
dissipano se non dicendo chiaramente NO a questo fine. E’ colpa di Renzi
se facendo del referendum uno strumento per schierarsi pro o contro il
suo governo obbliga a dire NO comunque, trovandosi a una decisione
uguale a quella della sua opposizione di governo.
Mi
sono dilungata un po’ sulla questione perché è possibile che in futuro
ci troviamo a simili impicci, chiamo sismico questo periodo per far
capire che la politica cammina a zig zag e produce lotta greca e sindaci
islamici a Londra, un candidato presidente negli USA che non vorrebbe
nessuno dotato di un po’ di buon gusto. Sono segni della crisi
irreversibile del capitalismo e indicano che ne dobbiamo uscire sia pure
con calma e prudenza, ma anche tenacia e decisioni precise mirate a far
arrivare al massimo la sua crisi e provocare la sua sconfitta politica
con un progetto di “rivoluzione culturale”.
Tuttavia
ben più di questo compito é importante vincere l’astensionismo che da
tempo semina indifferenza verso la cosa pubblica, ed esalta ciò che è
privato. Non resisto alla tentazione di ricordare qui subito che gli
antichi Greci chiamavano il privato “idiotes” nel senso di colui che
occupandosi solo degli affari suoi (idia) diventa appunto idiotes,
mentre solo chi si occupa anche degli affari pubblici diventa polites,
cittadino. Ne parlerò, ma ora mi fermo qui esortandovi a fuggire
dall’idiozia.
Come voto al referendum? Annuncio che voto NO come Zagrebelski, Rodotà e altri noti costituzionalisti antifascisti.
Lidia Menapace
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