Nordestra. Al via oggi a Torino il congresso del Carroccio: ospite d’onore l’estrema destra europea
«Stiamo
lavorando per una coalizione europea che alle elezioni di maggio
dia la spallata finale a questa Unione (Europea) Sovietica. Abbiamo
invitato al nostro congresso Marine Le Pen
e Geert Wilders, gli austriaci di Strache, i fiamminghi e gli
slovacchi e anche tre parlamentari del partito di Putin. Insomma,
quelli dell’Europa delle patrie.
Se sapremo «fare lega con queste forze che come noi intendono
lottare per sovranità, indipendenza, futuro e speranza, alla fine
vinceremo».
A chi si stesse chiedendo quale potesse essere l’approdo della Lega Nord nell’era del dopo-Bossi, rispondono implicitamente le parole di Matteo Salvini che, reduce dalla primarie che lo hanno visto trionfare proprio sul senatùr la scorsa settimana, si appresta ad essere nominato nuovo segretario federale del Carroccio nel congresso straordinario in programma oggi al Lingotto di Torino. Ad un anno dal passaggio del testimone tra Umberto Bossi e la generazione dei fondatori da un lato e Roberto Maroni e i suoi fidati «quarantenni», tra cui, oltre a Salvini, spicca il nome del sindaco di Verona Flavio Tosi, dall’altro, il restyling leghista appare così completato. Il profilo che emerge sembra avere due volti, anche se si ha l’impressione che sia soprattutto nel segno della radicalità che si cercano di riconquistare, con parole d’ordine e un’immagine sempre più dura, i molti voti persi negli ultimi anni dal partito.
A chi si stesse chiedendo quale potesse essere l’approdo della Lega Nord nell’era del dopo-Bossi, rispondono implicitamente le parole di Matteo Salvini che, reduce dalla primarie che lo hanno visto trionfare proprio sul senatùr la scorsa settimana, si appresta ad essere nominato nuovo segretario federale del Carroccio nel congresso straordinario in programma oggi al Lingotto di Torino. Ad un anno dal passaggio del testimone tra Umberto Bossi e la generazione dei fondatori da un lato e Roberto Maroni e i suoi fidati «quarantenni», tra cui, oltre a Salvini, spicca il nome del sindaco di Verona Flavio Tosi, dall’altro, il restyling leghista appare così completato. Il profilo che emerge sembra avere due volti, anche se si ha l’impressione che sia soprattutto nel segno della radicalità che si cercano di riconquistare, con parole d’ordine e un’immagine sempre più dura, i molti voti persi negli ultimi anni dal partito.
Se
infatti la difesa a oltranza del rapporto con il centrodestra per
mantenere la guida del governo regionale in Lombardia, Veneto
e Piemonte, è il perno
della politica nazionale della Lega, proprio la kermesse di Torino
è destinata a consacrare la nuova alleanza con l’estrema destra e il
populismo euroscettico e xenofobo dell’intero continente. Fino ad
oggi, in Europa, la Lega aveva stretto prevalentemente legami con
movimenti ipercritici nei confronti della Ue come l’Ukip, il
Partito per l’indipendenza del Regno Unito, e solo saltuariamente
con l’estrema destra, come ad esempio con i fiamminghi del Vlaams
Belang. Ma il parterre degli ospiti del Lingotto rivela invece tutto
un altro disegno.
Non
ci sarà in carne ed ossa la leader del Front National francese,
impegnata in patria, ma il «blasone» di casa Le Pen sarà in ogni caso
ben rappresentato da sua nipote, la giovane Marion Marechal Le Pen,
eletta lo scorso nel parlamento di Parigi. Con lei, ci saranno anche
il campione dell’islamofobia olandese Geert Wilders, leader del
Partito per la libertà, e l’austriaco Heinz Christian Strache, alla
testa dei liberal-nazionali dell’Fpö che ha appena portato oltre la
soglia del 20% dei consensi e che è considerato come l’erede
politico di Jörg Haider.
Attesi a Torino anche i rappresentanti del già citato Vlaams Belang, noti per le loro nostalgie per il passato collaborazionista della regione del nord del Belgio, dei Democratici svedesi, fino a pochi anni fa solo un ombrello legale delle bande razziste, del Partito Nazionale Slovacco, ferocemente anti-rom, del Partito Conservatore bulgaro e del movimento polacco di Solidarna Polska. Infine, a chiudere le danze, alcuni parlamentari di Russia Unita, il partito-régime di Vladimir Putin, personaggio definito dalla Padania come un valido alleato dell’Europa in chiave anti-Usa e presentato come l’ultimo baluardo a difesa dei «valori cristiani dell’Europa (travolta) dall’immigrazione di massa favorita dal politically correct». E proprio il quotidiano leghista, al pari di quanto fatto da alcuni leader dei “forconi” in questi giorni, non esita ad evocare il complotto mondialistico-finanziario» del gruppo Bilderberg anche per spiegare la crisi economica.
Attesi a Torino anche i rappresentanti del già citato Vlaams Belang, noti per le loro nostalgie per il passato collaborazionista della regione del nord del Belgio, dei Democratici svedesi, fino a pochi anni fa solo un ombrello legale delle bande razziste, del Partito Nazionale Slovacco, ferocemente anti-rom, del Partito Conservatore bulgaro e del movimento polacco di Solidarna Polska. Infine, a chiudere le danze, alcuni parlamentari di Russia Unita, il partito-régime di Vladimir Putin, personaggio definito dalla Padania come un valido alleato dell’Europa in chiave anti-Usa e presentato come l’ultimo baluardo a difesa dei «valori cristiani dell’Europa (travolta) dall’immigrazione di massa favorita dal politically correct». E proprio il quotidiano leghista, al pari di quanto fatto da alcuni leader dei “forconi” in questi giorni, non esita ad evocare il complotto mondialistico-finanziario» del gruppo Bilderberg anche per spiegare la crisi economica.
Il
sostegno al movimento dei forconi, «gente che ha tutte le ragioni
del mondo», la guerra dichiarata alla Ue e alla moneta unica, «questa
non è l’Unione europea, ma un gulag (…), uscire dall’Euro è una
«necessità» e l’annuncio delle barricate sul fronte
dell’immigrazione, contro «il buonismo dei salotti chic della
sinistra e le direttive comunitarie «porte aperte»,
rappresentano del resto l’asse della nuova Lega di Salvini,
decisamente schierata all’attacco proprio come i suoi nuovi
e pericolosi alleati. E pensare che la campagna elettorale per le
europee ancora non è iniziata.
da il manifesto
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