lunedì 15 aprile 2013

Lavoro, la Cgil chiama la politica a confronto. Gli interventi dei delegati

VERSO LO SCIOPERO GENERALE

* È stato quello del senatore Vito Crimi l´intervento più atteso dal folto pubblico accorso alla Camera del lavoro per il dibattito organizzato dalla Cgil a pochi giorni dallo sciopero generale di otto ore a Brescia e provincia di giovedì 18.
Il capogruppo M5S ha accettato l´invito del segretario del sindacato di via Folonari, Damiano Galletti, a partecipare a un incontro sul tema del lavoro, insieme con i parlamentari bresciani di tutte le forze politiche e allargato ai candidati sindaco. Il capogruppo M5S a palazzo Madama ha subito precisato: «Siamo qui per ascoltare, valutare le vostre richieste, fare nostre quelle che sentiamo di condividere e portarle poi nei luoghi delle decisioni, un approccio che è lo spirito stesso del nostro movimento».
Crimi ha puntualizzato: «Ho ascoltato gli interventi dei sindacalisti che mi hanno preceduto ed è stato ricorrente il concetto che per uscire dalle secche in cui la nostra economia si trova, le vecchie ricette non servono più. Ho anche sentito che è assolutamente necessario che si formi un governo nel più breve tempo possibile, e poiché siamo additati come coloro che lo impediscono, parafrasando Einstein vi dico che la ragione della nostra posizione sta nel fatto che non si possono risolvere i problemi con le stesse logiche di chi li ha creati».

È stato Sorial «Giorgio» Girgis, deputato grillino, a entrare più nello specifico e a illustrare alcuni punti del programma a cinque stelle: «Insistiamo sul reddito minimo garantito perché permette a tutti di avere la dignità per affrontare la vita senza dover pensare a gesti estremi». Ci sono aziende, ha aggiunto Girgis, che «falliscono non per debiti ma per crediti, e i 40 miliardi sbloccati da Monti sono la metà di quanto lo Stato deve pagare ai fornitori; servono purtroppo a bilanciare una parte degli errori fatti ieri, non per finanziare le vere e profonde riforme di cui c´è bisogno».

GALLETTI, che nella sua introduzione aveva invocato, data la gravità della crisi, «risposte rapide e inedite che solo la politica, con il suo ruolo determinante, può dare», ha subito passato il microfono a Miriam Cominelli. La neo deputata Pd si è detta convinta che «gli interventi che il prossimo governo si troverà obbligato a compiere dovranno essere adottati nell´ottica di un´assoluta giustizia sociale, perché questo è ciò che si chiede a un esecutivo politico ed è quello che i tecnici guidati da Monti non sono stati capaci di fare».
Marco Fenaroli, a poche ore dalle primarie del centrosinistra, ha auspicato per la Brescia del post elezioni «un patto cittadino che si colleghi agli accordi di solidarietà firmati nei luoghi di lavoro, un´esperienza diffusa sul nostro territorio che ha dato buoni risultati avendo la caratteristica, grazie alla riduzione dell´orario, di dividere il lavoro che c´è e salvaguardare il reddito più della cassa integrazione». Il candidato sindaco propone che il Comune «dia occupazione a persone poco qualificate, le più indifese e in difficoltà, attraverso lavori di manutenzione e cura del patrimonio pubblico».
Fiorenzo Bertocchi, candidato di Rifondazione Comunista, ha insistito sulla dignità: «Vanno ricostruite le condizioni perché torni a essere un concetto prevalente nelle fabbriche e negli uffici». Quanto alle pensioni, «è necessario non solo determinare un tetto minimo, ma va stabilita anche una soglia massima».

Anna Seniga (Donne con Brescia) ha espresso il proprio appoggio allo sciopero del prossimo giovedì e ha indicato l´universo femminile come «il più colpito dalla recessione, vittima della mancanza di reddito che si traduce in un impoverimento della nostra autonomia, toglie spazi di libertà e impedisce di compiere scelte coraggiose». *
articolo Bresciaoggi

dal sito della camera del lavoro di Brescia

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