Cancellieri replica, parole in libertà. La madre di Federico querela il Coisp
ROMA
- "Rispediamo ai vari mittenti tutte le accuse ingiuste, infondate e
strumentali rivolte ieri a gente che svolge il proprio lavoro e tiene
fede al proprio ruolo". Lo afferma il segretario del Coisp Franco
Maccari accusando la politica di essere "ipocrita" e il ministro
Cancellieri di "parlare a sproposito": "E' ora che vada a casa".
I quattro poliziotti condannati, dice Maccari, "non hanno 'voluto'
fare del male a Federico Aldrovandi, come accertato anche in quelle
sentenze che mai, mai e poi mai abbiamo contestato o non rispettato".
Con la manifestazione di ieri il sindacato ha, invece, voluto
sottolineare che i "colleghi condannati per colpa e solo per colpa non
dovrebbero stare in carcere, considerato che è la stessa legge a
stabilirlo".
"Perché si parla degli appartenenti alle forze dell'ordine italiani
solo in certi casi e solo in determinati modi? - chiede Maccari - Perché
nessuno osa mai parlare delle troppe volte che i poliziotti vengono
aggrediti e massacrati?". Il Coisp se la prende con i sindacati di
polizia che ieri l'hanno criticato "e che non possono fare sindacato
solo quando è comodo e che se ne restano accuratamente e vergognosamente
al riparo da discussioni difficili" ma soprattutto con la politica
"ipocrita" e i "tecnici superficiali e voltagabbana".
"Siamo profondamente colpiti - dice ancora Maccari - dalla
superficialità dei tanti che hanno emesso spietati giudizi senza avere
la più pallida idea di come fossero andate veramente le cose in quella
piazza di Ferrara. Prima fra tutti il Ministro, Annamaria Cancellieri
che senza preoccuparsi ha parlato a sproposito di offese a una famiglia e
una madre che noi rispettiamo totalmente".
"Forse il ministro non ha più tempo, voglia e forza necessari per
svolgere con la dovuta accortezza il proprio ruolo ed è decisamente
tempo che vada a casa". Il Coisp ribadisce infine che non sapeva che
Patrizia Moretti lavorasse in Comune, "circostanza a noi del tutto
sconosciuta" e attacca chi ha "strumentalizzato" un'iniziativa
"ampiamente pubblicizzata in anticipo" e che rientra in un "intero mese
di attività". "E' troppo facile - conclude Maccari - trovare belle e
comode parole dall'alto di certe poltrone, pretendere di tutto dagli
appartenenti alle forze dell'ordine e poi, quando qualcosa va male,
scaricare quattro colleghi lasciati alla lapidazione".
CANCELLIERI, DA COISP PAROLE IN LIBERTA' - "Non vale nemmeno
la pena si soffermarsi" sulla richiesta di dimissioni avanzata dal Coisp
dopo le polemiche seguite alla manifestazione di ieri a Ferrara per
solidarietà agli agenti accusati di aver ucciso Federico Aldrovandi. Lo
ha detto il ministro Annamaria Cancellieri al Tg3, aggiungendo che "sono
parole in libertà".
"I poliziotti veri - ha spiegato Cancellieri - sono quelli che tutti i
giorni difendono il Paese, loro sono d'accordo con me e sono la
maggioranza". Quelle del Coisp, ha aggiunto, "sono parole in libertà, ne
sentiamo tante di questi tempi e ne sono del tutto indifferente". Sulla
vicenda di ieri, ha proseguito il ministro, 'e' 'gia' partita
un'ispezione per vedere le responsabilità della manifestazione e di chi
ha concesso lo spazio, Vogliamo capire esattamente tutto. Un ispettore è
già a Ferrara e sta facendo il suo lavoro. Dobbiamo molto ai nostri
poliziotti, può esserci qualcuno che sbaglia e se l'errore viene
riconosciuto, l'autore pagherà le conseguenze". Cancellieri non si è
quindi sbilanciata su eventuali sanzioni per i quattro agenti accusati
della morte di federico Aldrovandi. "La legge - ha ricordato - prevede
determinate sanzioni a secondo del reato, quando usciranno dal carcere
si vedrà la sanzione applicata. Occorre distinguere tra omicidio colposo
e disonore della divisa, bisogna trovare un punto di equilibrio".
Fabio Anselmo, avvocato di Patrizia Moretti, madre di Federico
Aldrovandi, ha querelato per diffamazione il segretario Coisp Franco
Maccari e il senatore Alberto Balboni, dopo il presidio di ieri sotto
l'ufficio della donna. Per Anselmo è intollerabile l'accusa alla madre di aver mostrato ieri una foto del figlio morto modificata.
"Sono veramente stanca di queste falsità che continuano a ripetere,
nonostante siano state espresse tutte le sentenze possibili. E loro
continuano a infangare la memoria di mio figlio e offendere ed insultare
noi. Adesso basta. Queste persone è un mese che sono a Ferrara
manifestando solidarietà agli assassini di mio figlio, sotto le finestre
del municipio. E' un insulto a me e alla mia citta". Così Patrizia
Moretti ha motivato all'ANSA la sua decisione di querelare il Coisp. La
goccia che ha fatto traboccare il vaso, ha detto, è stata l'ennesima
allusione al ritocco della foto di Federico morto. "Ho detto basta,
d'ora in poi querelo". "E' un tormento. Mi sento perseguitata - ha
proseguito - mi girano attorno, non solo a me, anche agli amici di
Federico. Il senso della manifestazione di domani: ci opponiamo alla
vostra arroganza. La solidarietà ce l'abbiamo, ma adesso dobbiamo
cambiare le cose. Cosa mi aspetto? Che chi ha ucciso mio figlio sia
espulso della polizia".
"Vi aspetto tutte e tutti domani a Ferrara, in piazza Savonarola per
il sit in promosso dagli amici di Federico": così Patrizia Moretti,
mamma di Federico Aldrovandi, ha accolto il portavoce di Articolo21
Giuseppe Giulietti che ha portato la solidarietà dell'associazione dopo
l'episodio di ieri. "Spero - si legge in una nota dell'associazione -
che domani ci siano anche uomini in divisa, il questore di Ferrara, le
Autorità cittadine".
LEGALE AGENTE, RICORSO A CORTE STRASBURGO - Il legale di Paolo
Forlani, uno degli agenti condannati per la morte di Federico
Aldrovandi, ha presentato ricorso alla Corte di Strasburgo per
"ingiustizia della decisione e illegalità della prova". L'avv. Gabriele
Bordoni ha depositato l'istanza lo scorso 18 marzo, ultimo giorno utile
per presentarla, visto che il termine consentito era entro 180 giorni
dal deposito delle motivazioni della Cassazione. Il legale si riserva
poi di proporne un'altra in relazione alla applicazione delle misure
detentive. Il legale infatti è ancora in attesa della decisione del
magistrato di Sorveglianza in merito all'istanza per la detenzione
domiciliare presentata il 4 febbraio scorso. Bordoni che assiste
l'agente (detenuto nel carcere di Ferrara in seguito a ordinanza del 29
gennaio) ha ribadito che i termini per la decisione sono ampiamente
scaduti. Dopo infatti che la Sorveglianza aveva negato ai quattro pene
alternative al carcere, Bordoni - come le altre difese - aveva
presentato l'istanza per la detenzione domiciliare ai sensi della legge
199 del 2010 (la 'svuota carceri') che la consente per pene non
superiori ai diciotto mesi. Forlani infatti sta scontando (come i
colleghi Monica Segatto, Luca Pollastri e Enzo Pontani) i sei mesi
residui della condanna a tre anni e sei mesi per eccesso colposo
nell'omicidio colposo del diciottenne (tre anni sono stati 'coperti'
dall'indulto). Nelle scorse settimane il giudice di Sorveglianza di
Padova aveva già disposto la detenzione domiciliare per Monica Segatto.
ATTACCO ANONYMOUS A SITO COISP, SERVI DI STATO - Attacco di
Anonymous ai siti del Coisp, il sindacato di polizia che ieri a Ferrara
ha manifestato sotto gli uffici della madre di Federico Aldrovandi:
entrambi i portali gestiti dal sindacato non sono raggiungibili agli
indirizzi abituali. "Salve, servi dello Stato - scrivono gli attivisti
di Anonymous in un post sul loro blog intitolato "#OpCoisp - TANGO DOWN"
- apprendiamo dell'ennesima dimostrazione di viltà alla quale avete
dato adito. Il vostro pseudo-sindacato manifesta solidarietà verso mani
colpevoli e sporche di sangue innocente. Insabbiate la verità,
sprezzanti di una madre orfana di un figlio strappatole barbaramente da
quattro assassini, rendendovi complici di una sanguinosa mattanza e di
un dolore che non può essere sopito". "Non dimenticheremo - conclude
Anonymous postando un lungo elenco di 'vittime dello Stato - chi è
caduto per mano di vili assassini asserviti al potere, non dimentichiamo
lo strazio delle madri e dei padri che chiedono giustizia e rispetto.
Le loro urla e le loro lacrime sono anche le nostre e a loro ci
stringiamo, con la promessa di utilizzare tutte le armi in nostro
possesso per indagare sulle morti impunite, per fare luce laddove lo
Stato complice vuole imporre il silenzio".
http://www.ansa.it
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