giovedì 28 marzo 2013

Aldrovandi, la madre di Federico querela il Coisp

Cancellieri replica, parole in libertà. La madre di Federico querela il Coisp

ROMA - "Rispediamo ai vari mittenti tutte le accuse ingiuste, infondate e strumentali rivolte ieri a gente che svolge il proprio lavoro e tiene fede al proprio ruolo". Lo afferma il segretario del Coisp Franco Maccari accusando la politica di essere "ipocrita" e il ministro Cancellieri di "parlare a sproposito": "E' ora che vada a casa".
I quattro poliziotti condannati, dice Maccari, "non hanno 'voluto' fare del male a Federico Aldrovandi, come accertato anche in quelle sentenze che mai, mai e poi mai abbiamo contestato o non rispettato". Con la manifestazione di ieri il sindacato ha, invece, voluto sottolineare che i "colleghi condannati per colpa e solo per colpa non dovrebbero stare in carcere, considerato che è la stessa legge a stabilirlo".
"Perché si parla degli appartenenti alle forze dell'ordine italiani solo in certi casi e solo in determinati modi? - chiede Maccari - Perché nessuno osa mai parlare delle troppe volte che i poliziotti vengono aggrediti e massacrati?". Il Coisp se la prende con i sindacati di polizia che ieri l'hanno criticato "e che non possono fare sindacato solo quando è comodo e che se ne restano accuratamente e vergognosamente al riparo da discussioni difficili" ma soprattutto con la politica "ipocrita" e i "tecnici superficiali e voltagabbana".
"Siamo profondamente colpiti - dice ancora Maccari - dalla superficialità dei tanti che hanno emesso spietati giudizi senza avere la più pallida idea di come fossero andate veramente le cose in quella piazza di Ferrara. Prima fra tutti il Ministro, Annamaria Cancellieri che senza preoccuparsi ha parlato a sproposito di offese a una famiglia e una madre che noi rispettiamo totalmente".
"Forse il ministro non ha più tempo, voglia e forza necessari per svolgere con la dovuta accortezza il proprio ruolo ed è decisamente tempo che vada a casa". Il Coisp ribadisce infine che non sapeva che Patrizia Moretti lavorasse in Comune, "circostanza a noi del tutto sconosciuta" e attacca chi ha "strumentalizzato" un'iniziativa "ampiamente pubblicizzata in anticipo" e che rientra in un "intero mese di attività". "E' troppo facile - conclude Maccari - trovare belle e comode parole dall'alto di certe poltrone, pretendere di tutto dagli appartenenti alle forze dell'ordine e poi, quando qualcosa va male, scaricare quattro colleghi lasciati alla lapidazione".
CANCELLIERI, DA COISP PAROLE IN LIBERTA' - "Non vale nemmeno la pena si soffermarsi" sulla richiesta di dimissioni avanzata dal Coisp dopo le polemiche seguite alla manifestazione di ieri a Ferrara per solidarietà agli agenti accusati di aver ucciso Federico Aldrovandi. Lo ha detto il ministro Annamaria Cancellieri al Tg3, aggiungendo che "sono parole in libertà".
"I poliziotti veri - ha spiegato Cancellieri - sono quelli che tutti i giorni difendono il Paese, loro sono d'accordo con me e sono la maggioranza". Quelle del Coisp, ha aggiunto, "sono parole in libertà, ne sentiamo tante di questi tempi e ne sono del tutto indifferente". Sulla vicenda di ieri, ha proseguito il ministro, 'e' 'gia' partita un'ispezione per vedere le responsabilità della manifestazione e di chi ha concesso lo spazio, Vogliamo capire esattamente tutto. Un ispettore è già a Ferrara e sta facendo il suo lavoro. Dobbiamo molto ai nostri poliziotti, può esserci qualcuno che sbaglia e se l'errore viene riconosciuto, l'autore pagherà le conseguenze". Cancellieri non si è quindi sbilanciata su eventuali sanzioni per i quattro agenti accusati della morte di federico Aldrovandi. "La legge - ha ricordato - prevede determinate sanzioni a secondo del reato, quando usciranno dal carcere si vedrà la sanzione applicata. Occorre distinguere tra omicidio colposo e disonore della divisa, bisogna trovare un punto di equilibrio".
Fabio Anselmo, avvocato di Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, ha querelato per diffamazione il segretario Coisp Franco Maccari e il senatore Alberto Balboni, dopo il presidio di ieri sotto l'ufficio della donna. Per Anselmo è intollerabile l'accusa alla madre di aver mostrato ieri una foto del figlio morto modificata.
"Sono veramente stanca di queste falsità che continuano a ripetere, nonostante siano state espresse tutte le sentenze possibili. E loro continuano a infangare la memoria di mio figlio e offendere ed insultare noi. Adesso basta. Queste persone è un mese che sono a Ferrara manifestando solidarietà agli assassini di mio figlio, sotto le finestre del municipio. E' un insulto a me e alla mia citta". Così Patrizia Moretti ha motivato all'ANSA la sua decisione di querelare il Coisp. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, ha detto, è stata l'ennesima allusione al ritocco della foto di Federico morto. "Ho detto basta, d'ora in poi querelo". "E' un tormento. Mi sento perseguitata - ha proseguito - mi girano attorno, non solo a me, anche agli amici di Federico. Il senso della manifestazione di domani: ci opponiamo alla vostra arroganza. La solidarietà ce l'abbiamo, ma adesso dobbiamo cambiare le cose. Cosa mi aspetto? Che chi ha ucciso mio figlio sia espulso della polizia".
"Vi aspetto tutte e tutti domani a Ferrara, in piazza Savonarola per il sit in promosso dagli amici di Federico": così Patrizia Moretti, mamma di Federico Aldrovandi, ha accolto il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti che ha portato la solidarietà dell'associazione dopo l'episodio di ieri. "Spero - si legge in una nota dell'associazione - che domani ci siano anche uomini in divisa, il questore di Ferrara, le Autorità cittadine".
LEGALE AGENTE, RICORSO A CORTE STRASBURGO - Il legale di Paolo Forlani, uno degli agenti condannati per la morte di Federico Aldrovandi, ha presentato ricorso alla Corte di Strasburgo per "ingiustizia della decisione e illegalità della prova". L'avv. Gabriele Bordoni ha depositato l'istanza lo scorso 18 marzo, ultimo giorno utile per presentarla, visto che il termine consentito era entro 180 giorni dal deposito delle motivazioni della Cassazione. Il legale si riserva poi di proporne un'altra in relazione alla applicazione delle misure detentive.  Il legale infatti è ancora in attesa della decisione del magistrato di Sorveglianza in merito all'istanza per la detenzione domiciliare presentata il 4 febbraio scorso. Bordoni che assiste l'agente (detenuto nel carcere di Ferrara in seguito a ordinanza del 29 gennaio) ha ribadito che i termini per la decisione sono ampiamente scaduti. Dopo infatti che la Sorveglianza aveva negato ai quattro pene alternative al carcere, Bordoni - come le altre difese - aveva presentato l'istanza per la detenzione domiciliare ai sensi della legge 199 del 2010 (la 'svuota carceri') che la consente per pene non superiori ai diciotto mesi. Forlani infatti sta scontando (come i colleghi Monica Segatto, Luca Pollastri e Enzo Pontani) i sei mesi residui della condanna a tre anni e sei mesi per eccesso colposo nell'omicidio colposo del diciottenne (tre anni sono stati 'coperti' dall'indulto). Nelle scorse settimane il giudice di Sorveglianza di Padova aveva già disposto la detenzione domiciliare per Monica Segatto.
ATTACCO ANONYMOUS A SITO COISP, SERVI DI STATO - Attacco di Anonymous ai siti del Coisp, il sindacato di polizia che ieri a Ferrara ha manifestato sotto gli uffici della madre di Federico Aldrovandi: entrambi i portali gestiti dal sindacato non sono raggiungibili agli indirizzi abituali. "Salve, servi dello Stato - scrivono gli attivisti di Anonymous in un post sul loro blog intitolato "#OpCoisp - TANGO DOWN" - apprendiamo dell'ennesima dimostrazione di viltà alla quale avete dato adito. Il vostro pseudo-sindacato manifesta solidarietà verso mani colpevoli e sporche di sangue innocente. Insabbiate la verità, sprezzanti di una madre orfana di un figlio strappatole barbaramente da quattro assassini, rendendovi complici di una sanguinosa mattanza e di un dolore che non può essere sopito". "Non dimenticheremo - conclude Anonymous postando un lungo elenco di 'vittime dello Stato - chi è caduto per mano di vili assassini asserviti al potere, non dimentichiamo lo strazio delle madri e dei padri che chiedono giustizia e rispetto. Le loro urla e le loro lacrime sono anche le nostre e a loro ci stringiamo, con la promessa di utilizzare tutte le armi in nostro possesso per indagare sulle morti impunite, per fare luce laddove lo Stato complice vuole imporre il silenzio".

http://www.ansa.it

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