Il governo ha chiesto e ottenuto in
senato il voto di fiducia sul disegno di contro
riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali. Il voto di
fiducia ha l’obiettivo di accelerare i tempi per aggirare le pressioni
parlamentari e sociali e consentire l’approvazione definitiva entro l’estate.
Nei prossimi giorni, infatti, la
stessa pratica si ripeterà alla camera dei deputati.
Saremmo così di fronte ad un
ulteriore pesante attacco alle condizioni dei lavoratori, dei pensionati, dei
giovani e dei precari, dopo la controriforma della previdenza. Saremmo di
fronte anche a un ulteriore atto di subordinazione ai vincoli monetari imposti
dalla Banca Centrale Europea e dagli attuali vertici delle Istituzioni Europee,
e alla conferma di quella politica economica del governo Monti che, nel segno
del rigore e dell’austerità, sta producendo aumento della disoccupazione e
delle disuguaglianze, un impoverimento generale del paese e nessun concreto
effetto sulla crescita.
La grave situazione in cui versa il
paese, aggravata ulteriormente dall’evento del terremoto dove le numerose morti
di lavoratori fanno emergere ancora una volta un problema della sicurezza sul
lavoro, dovrebbe imporre al governo l’individuazione di altre priorità.
Invece l’insistenza e l’accelerazione
che si registra sul tema del mercato del lavoro dimostra la volontà del governo
del governo e dei partiti che in parlamento lo sostengono, votando i
provvedimenti proposti, di cancellare conquiste e diritti dei lavoratori e dei
pensionati realizzate negli anni con dure lotte.
Perché non c’è la stessa attenzione e
la stessa tenacia sugli attacchi alla democrazia, e a partire dalla FIAT, si
stanno riproducendo nel paese?
Stiamo assistendo a un attacco alla
Costituzione materiale che non ha precedenti nella nostra storia.
I lavoratori non hanno più diritto di
votare per scegliere i loro rappresentanti così come non hanno più diritto a
iscriversi al sindacato che preferiscono.
La CGIL, nel suo Comitato Direttivo
di marzo, aveva espresso una dura critica verso i contenuti nel disegno di
legge decidendo un percorso di lotta e di mobilitazione ampia ad articolata,
con la previsione dello Sciopero Generale, da dichiarare rapidamente per
evitare l’approvazione di una legge, così come successo sulla controriforma
delle pensioni.
Tra l’altro i contenuti della
proposta di contro riforma del
governo, nel confronto parlamentare, sono stati ulteriormente peggiorati e se
approvati comportano che:
·
Il
licenziamento riconosciuto illegittimo dal giudice non ne produrrebbe
l’annullamento e quindi il reintegro automatico del lavoratore ingiustamente
licenziato. Sarebbe, di fatto, cancellato l’art.18
·
Le tipologie contrattuali precarie
resterebbero tutte, alcune addirittura peggiorerebbero, come la cancellazione
dell’obbligo della causale per il lavoro a termine, e verrebbe ripristinato il
lavoro a chiamata.
·
Non
s’introduce alcun allargamento degli ammortizzatori sociali che vengono in
larga parte ridotti per grado e durata di copertura in una situazione dove la
crisi è prevista ancora per lungo tempo.
·
Si
potrebbe derogare, per via contrattuale, all’obbligo della responsabilità in
solido per le imprese che si avvalgono dei subappalti.
Per tutte queste e molte altre ragioni chiediamo alla CGIL di decidere
subito la data dello SCIOPERO GENERALE, con manifestazione nazionale, per
fermare questo tentativo di profondo attacco i diritti delle lavoratrici e dei
lavoratori.
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