BASTA con Monti e il governo delle banche e della finanza, in Italia e in Europa
con: Vittorio Agnoletto e Giorgio Cremaschi
Agnoletto: RIFLESSIONE SUL NUOVO GOVERNO.
Sento molte persone gioire per la caduta del Satrapo, per la scomparsa di nani e ballerine (per non dire di peggio) dai vertici del nostro Stato.
E’ un sentimento comprensibile dopo un ventennio nel quale questo Paese ha perso qualunque dignità. Né si può ignorare cosa abbia significato il berlusconismo in termini di corruzione generalizzata, rapporti con la criminalità organizzata ecc.
Ma se tutto ciò è vero, non possiamo ignorare quello che c’è dietro le facce pulite, i vestiti a tono, i discorsi misurati dei componenti del nuovo governo; certamente molto lontani nell’immagine che danno di sé dal circo al quale eravamo abituati, ma non così lontani come sembrerebbe da quegli stessi interessi economici e finanziari che hanno tanto beneficiato dall’azione del governo precedente.
Il potere finanziario internazionale di fronte ad una crisi difficile da gestire in termini di consenso decide di intervenire direttamente, saltando la mediazione della rappresentanza politica alla quale fino ad ora aveva delegato la tutela dei propri interessi tollerando gli eccessi e berlusconiani.
Non basterebbe una pagina di quaderno per elencare tutti i Consigli di Amministrazione, tutte le banche, tutte le istituzioni private nelle quali sono presenti gli uomini e le donne della nuova compagine governativa.
E’ impressionante ascoltare le lodi che si levano ovunque, o quasi verso il nuovo governo, sembra che tolto di mezzo Berlusconi nulla più divida gli schieramenti politici; ed in parte è così, purtroppo, almeno se ci riferiamo agli aspetti economici e finanziari, che per altro non sono certo secondari.
Con Monti trionfa il pensiero unico del liberismo.ardati da una propaganda a senso unico, che quelli che ora dovrebbero risolvere la crisi governandoci, appartengono agli stessi gruppi di potere che questa crisi l’hanno creata.
Cerchiamo di spiegare che se anche il PIL aumentasse, che se anche la differenza coi titoli tedeschi diminuisse non c’è alcuna automaticità perché migliorino contemporaneamente le condizioni di vita della maggioranza della popolazione.
Per molti di noi queste cose possono sembrare scontate, ma abbiamo il dovere di trovare la pazienza per convincere delle nostre ragioni i tanti che magari hanno lottato per anni contro Berlusconi e che oggi pensano che i loro problemi di sopravvivenza siano in via di soluzione.
NON È COSÌ.
Sulla TAV: ATTENZIONE, NON CADIAMO NELLA TRAPPOLA TESA DAL GOVERNO
Il governo non risponde all’appello lanciato dai sindaci della val Susa, da don Ciotti e ripreso da De Magistris,da Emiliano e da molti altri, nessun incontro con gli amministratori della val Susa.Per il governo Monti la risposta è solo repressiva. Attenzione che cercano di esasperare la situazione nella speranza che oggi,sabato, vi siano incidenti ed in tal mod
Noi, che queste cose le abbiamo dette, descritte e annunciate da oltre 10 anni, abbiamo un compito complicato ma fondamentale: riuscire a costruire un’opposizione che non si parli addosso,un’opposizione in grado di spiegare ai nostri concittadini bombo poter discutere solo di ordine pubblico ed evitare così di dover entrare nel merito delle ragioni pro o contro la TAV. E’ una trappola.Stiamo attenti.
Possibile che dalla grande manifestazione di ieri della FIOM non si possa aprire un percorso per riunificare la sinistra che si oppone a Monti, valorizzando l'insieme delle realtà sociali e non solo la sommatoria delle forze politiche?. La crisi è e sarà drammatica, divisi saremo solo sconfitti.
Sento molte persone gioire per la caduta del Satrapo, per la scomparsa di nani e ballerine (per non dire di peggio) dai vertici del nostro Stato.
E’ un sentimento comprensibile dopo un ventennio nel quale questo Paese ha perso qualunque dignità. Né si può ignorare cosa abbia significato il berlusconismo in termini di corruzione generalizzata, rapporti con la criminalità organizzata ecc.
Ma se tutto ciò è vero, non possiamo ignorare quello che c’è dietro le facce pulite, i vestiti a tono, i discorsi misurati dei componenti del nuovo governo; certamente molto lontani nell’immagine che danno di sé dal circo al quale eravamo abituati, ma non così lontani come sembrerebbe da quegli stessi interessi economici e finanziari che hanno tanto beneficiato dall’azione del governo precedente.
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Non basterebbe una pagina di quaderno per elencare tutti i Consigli di Amministrazione, tutte le banche, tutte le istituzioni private nelle quali sono presenti gli uomini e le donne della nuova compagine governativa.
E’ impressionante ascoltare le lodi che si levano ovunque, o quasi verso il nuovo governo, sembra che tolto di mezzo Berlusconi nulla più divida gli schieramenti politici; ed in parte è così, purtroppo, almeno se ci riferiamo agli aspetti economici e finanziari, che per altro non sono certo secondari.
Con Monti trionfa il pensiero unico del liberismo.ardati da una propaganda a senso unico, che quelli che ora dovrebbero risolvere la crisi governandoci, appartengono agli stessi gruppi di potere che questa crisi l’hanno creata.
Cerchiamo di spiegare che se anche il PIL aumentasse, che se anche la differenza coi titoli tedeschi diminuisse non c’è alcuna automaticità perché migliorino contemporaneamente le condizioni di vita della maggioranza della popolazione.
Per molti di noi queste cose possono sembrare scontate, ma abbiamo il dovere di trovare la pazienza per convincere delle nostre ragioni i tanti che magari hanno lottato per anni contro Berlusconi e che oggi pensano che i loro problemi di sopravvivenza siano in via di soluzione.
NON È COSÌ.
Sulla TAV: ATTENZIONE, NON CADIAMO NELLA TRAPPOLA TESA DAL GOVERNO
Il governo non risponde all’appello lanciato dai sindaci della val Susa, da don Ciotti e ripreso da De Magistris,da Emiliano e da molti altri, nessun incontro con gli amministratori della val Susa.Per il governo Monti la risposta è solo repressiva. Attenzione che cercano di esasperare la situazione nella speranza che oggi,sabato, vi siano incidenti ed in tal mod
Noi, che queste cose le abbiamo dette, descritte e annunciate da oltre 10 anni, abbiamo un compito complicato ma fondamentale: riuscire a costruire un’opposizione che non si parli addosso,un’opposizione in grado di spiegare ai nostri concittadini bombo poter discutere solo di ordine pubblico ed evitare così di dover entrare nel merito delle ragioni pro o contro la TAV. E’ una trappola.Stiamo attenti.
Possibile che dalla grande manifestazione di ieri della FIOM non si possa aprire un percorso per riunificare la sinistra che si oppone a Monti, valorizzando l'insieme delle realtà sociali e non solo la sommatoria delle forze politiche?. La crisi è e sarà drammatica, divisi saremo solo sconfitti.
CREMASCHI - MOBILITIAMOCI ORA
Il governo si appresta, a portare alle assise padronali e finanziarie delle prossime settimane lo scalpo dell’articolo 18. Sulla cassa integrazione e sulla mobilità, per dirla con le parole di Bonanni, il governo prepara un’ecatombe sociale.(anche con la sua complicita, ma non solo purtroppo)
Queste definizioni corrispondono alla gravità delle misure che il governo sta preparando e che vuole portare a conclusione entro la fine della prossima settimana per poter presentare i suoi successi al convegno di Cernobbio.
La cassa integrazione per crisi e la mobilità vengono abolite e l’indennità di disoccupazione è sostituita da un’assicurazione, come i fondi pensionistici e sanitari, che servirà più a fare affari che a dare diritti. E che, soprattutto, non verrà in ogni caso data ai lavoratori precari, intermittenti, senza un minimo di continuità nel posto di lavoro.
I lavoratori precari non avranno un solo centesimo da questa controriforma, mentre tutti gli altri perderanno reddito e diritti. Un’operazione di tagli sociali brutali viene presentata come la riforma degli ammortizzatori sociali. Così come la controriforma delle pensioni, che ha dotato l’Italia del sistema pensionistico più feroce ed iniquo d’Europa, è stata presentata come una misura progressiva e a favore dei giovani e delle donne, che in realtà ne sono stati penalizzati di più.
Tutto questo avviene nel silenzio compiacente di un’opinione pubblica istituzionale e di un parlamento che hanno delegato tutte le loro scelte al governo tecnico delle banche. Tutto questo avviene con la remissività e la passività delle grandi organizzazioni sindacali confederali COMPRESA la CGIL che si preparano a subire un’altra e ancor più drammatica sconfitta dopo quella delle pensioni.
La cancellazione dell’articolo 18 sarebbe una macchia indelebile per la nostra democrazia. Ciò che non è riuscito a Berlusconi può riuscire a Monti, per la complicità delle principali organizzazioni del centrosinistra, che stanno rinunciando alla loro funzione democratica.
In questo incredibile pastrocchio affondano assieme gli ultimi diritti del lavoro e la democrazia costituzionale. Per questo dobbiamo fare una sola cosa: mobilitarci. Con le forze che abbiamo, negli appuntamenti che vengono definiti, con chi ci sta. Ignorando chi ha deciso di aspettare non si sa quando, non si sa che cosa.
Mobilitiamoci ora con le forze che abbiamo, facciamo sentire al governo Monti che non siamo d’accordo con la sua controriforma del mercato del lavoro, che porta a termine i disastri dell’era berlusconiana.
Occupyamo Piazza Affari
Contro le politiche antisociali del governo Monti
Per un diverso modello sociale ed economico fondato sul pubblico e sui beni comuni
Sono passati ormai tre mesi da quando il governo delle banche e della finanza sostenuto dal centrodestra e dal centrosinistra è entrato in carica ed è continua la devastazione sociale a colpi di misure “ lacrime e sangue”. Nulla si fa davvero contro la precarietà crescente di milioni di persone. Anzi essa viene solo usata per colpire i pochi diritti rimasti nel mondo del lavoro. Per gli immigranti resta in vigore tutta la legislazione discriminatoria autoritaria e repressiva, fino alla vergognosa tassa per il permesso di soggiorno.
E tutto questo rischia di essere solo l'inizio. Se verrà applicato il trattato europeo deciso dai governi Monti, Merkel e Sarkozy tutto dovrà essere sacrificato sull'altare della riduzione del debito e del pareggio di bilancio.
Gli avvenimenti di questi ultimi anni hanno dimostrato che si è aperta una crisi di sistema da cui le classi dominanti non riescono ad uscire, e che ha portato alla individuazione di “medici” come Monti in Italia o Papademos in Grecia che in realtà non fanno che aggravare la malattia.
Vogliamo un'economia fondata sul pubblico, sui beni comuni, su un diverso modello sociale ed economico.
• Impedire la chiusura delle fabbriche
• Garantire il diritto a sanità, servizi sociali
• Garantire il reddito a tutti
• Sostenere scuola ed università pubbliche
Vogliamo un nuovo sistema alternativo al super-sfruttamento delle persone e della natura, per dire no alle politiche di aggiustamento strutturale e di austerità dei governi italiani ed europei.
Di fronte al dilagare della precarizzazione e della disoccupazione di massa che sta diventando il modello di riferimento europeo, le classi dominanti stanno mettendo in campo un uso sempre più accentuato delle forme di repressione allo scopo di intimorire e dividere il movimento come abbiamo visto con i fermi legati alle manifestazioni in Val di Susa e l'uso della forza pubblica contro molte lotte operaie e di resistenza sociale.
Di fronte a tutto questo non c'è ancora in campo un'opposizione sociale e politica di massa, capace di incidere e contare. Per questo c'è bisogno di unire tutte le lotte che, pur tra evidenti difficoltà, stanno portando avanti questa linea, dalla Argol di Fiumicino, alla Vagon Lits di Milano, alla Alcoa di Portovesme, alla Fincantieri, alla Esselunga, alla Sicilia, alla Fiat e alle lotte degli immigranti, oltre a tutte le mille realtà che stanno lottando.
Il governo si appresta, a portare alle assise padronali e finanziarie delle prossime settimane lo scalpo dell’articolo 18. Sulla cassa integrazione e sulla mobilità, per dirla con le parole di Bonanni, il governo prepara un’ecatombe sociale.(anche con la sua complicita, ma non solo purtroppo)
Queste definizioni corrispondono alla gravità delle misure che il governo sta preparando e che vuole portare a conclusione entro la fine della prossima settimana per poter presentare i suoi successi al convegno di Cernobbio.
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I lavoratori precari non avranno un solo centesimo da questa controriforma, mentre tutti gli altri perderanno reddito e diritti. Un’operazione di tagli sociali brutali viene presentata come la riforma degli ammortizzatori sociali. Così come la controriforma delle pensioni, che ha dotato l’Italia del sistema pensionistico più feroce ed iniquo d’Europa, è stata presentata come una misura progressiva e a favore dei giovani e delle donne, che in realtà ne sono stati penalizzati di più.
Tutto questo avviene nel silenzio compiacente di un’opinione pubblica istituzionale e di un parlamento che hanno delegato tutte le loro scelte al governo tecnico delle banche. Tutto questo avviene con la remissività e la passività delle grandi organizzazioni sindacali confederali COMPRESA la CGIL che si preparano a subire un’altra e ancor più drammatica sconfitta dopo quella delle pensioni.
La cancellazione dell’articolo 18 sarebbe una macchia indelebile per la nostra democrazia. Ciò che non è riuscito a Berlusconi può riuscire a Monti, per la complicità delle principali organizzazioni del centrosinistra, che stanno rinunciando alla loro funzione democratica.
In questo incredibile pastrocchio affondano assieme gli ultimi diritti del lavoro e la democrazia costituzionale. Per questo dobbiamo fare una sola cosa: mobilitarci. Con le forze che abbiamo, negli appuntamenti che vengono definiti, con chi ci sta. Ignorando chi ha deciso di aspettare non si sa quando, non si sa che cosa.
Mobilitiamoci ora con le forze che abbiamo, facciamo sentire al governo Monti che non siamo d’accordo con la sua controriforma del mercato del lavoro, che porta a termine i disastri dell’era berlusconiana.
VERSO LA MANIFESTAZIONE DEL 31 MARZO A MILANO
Occupyamo Piazza Affari
Contro le politiche antisociali del governo Monti
Per un diverso modello sociale ed economico fondato sul pubblico e sui beni comuni
Sono passati ormai tre mesi da quando il governo delle banche e della finanza sostenuto dal centrodestra e dal centrosinistra è entrato in carica ed è continua la devastazione sociale a colpi di misure “ lacrime e sangue”. Nulla si fa davvero contro la precarietà crescente di milioni di persone. Anzi essa viene solo usata per colpire i pochi diritti rimasti nel mondo del lavoro. Per gli immigranti resta in vigore tutta la legislazione discriminatoria autoritaria e repressiva, fino alla vergognosa tassa per il permesso di soggiorno.
E tutto questo rischia di essere solo l'inizio. Se verrà applicato il trattato europeo deciso dai governi Monti, Merkel e Sarkozy tutto dovrà essere sacrificato sull'altare della riduzione del debito e del pareggio di bilancio.
Gli avvenimenti di questi ultimi anni hanno dimostrato che si è aperta una crisi di sistema da cui le classi dominanti non riescono ad uscire, e che ha portato alla individuazione di “medici” come Monti in Italia o Papademos in Grecia che in realtà non fanno che aggravare la malattia.
Vogliamo un'economia fondata sul pubblico, sui beni comuni, su un diverso modello sociale ed economico.
• Impedire la chiusura delle fabbriche
• Garantire il diritto a sanità, servizi sociali
• Garantire il reddito a tutti
• Sostenere scuola ed università pubbliche
Vogliamo un nuovo sistema alternativo al super-sfruttamento delle persone e della natura, per dire no alle politiche di aggiustamento strutturale e di austerità dei governi italiani ed europei.
Di fronte al dilagare della precarizzazione e della disoccupazione di massa che sta diventando il modello di riferimento europeo, le classi dominanti stanno mettendo in campo un uso sempre più accentuato delle forme di repressione allo scopo di intimorire e dividere il movimento come abbiamo visto con i fermi legati alle manifestazioni in Val di Susa e l'uso della forza pubblica contro molte lotte operaie e di resistenza sociale.
Di fronte a tutto questo non c'è ancora in campo un'opposizione sociale e politica di massa, capace di incidere e contare. Per questo c'è bisogno di unire tutte le lotte che, pur tra evidenti difficoltà, stanno portando avanti questa linea, dalla Argol di Fiumicino, alla Vagon Lits di Milano, alla Alcoa di Portovesme, alla Fincantieri, alla Esselunga, alla Sicilia, alla Fiat e alle lotte degli immigranti, oltre a tutte le mille realtà che stanno lottando.
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