Venerdì sera alla Camera del Lavoro assemblea pubblica e primo confronto per illustrare il documento alternativo che sarà presentato al Direttivo Nazionale della Confederazione in calendario per il 9 e 10 novembre p.v. 
Si prepara quindi un congresso su due documenti contrapposti il primo presentato da Epifani, l'altro da forze e persone con esperienze diverse – scuola, bancari, funzione pubblica, fiom - a partire dalla “rete28aprile” e del suo portavoce nazionale Giorgio Cremaschi segretario nazionale della fiom che ha introdotto la discussione.
Il punto comune è che la CGIL non può andare avanti come ha fatto fino adesso.
Spesso le analisi radicali che fanno gli stessi dirigenti sindacali non si tramutano in fatti concreti. Diversamente invece nei meccanici; mentre fim e uilm sottoscrivono il CCNL dei meccanici separato, senza sottoporlo al voto dei lavoratori,dall'altro lato la fiom rivendica il referendum e con una manifestazione a Bergamo contesta con forza la scelta di rottura che i sindacati di categoria di CISL e UIL hanno operato favorendo così non solo la politica del governo che vuole le organizzazioni sindacali complici, ed abbandonare la reale rappresentatività dei lavoratori e dei loro interessi, ma la stessa Confindustria che considera i diritti soltanto costi.
Come difendere il valore dei contratti collettivi e la loro durata che da biennale è diventata triennale rinunciando così alla difesa del salario e del potere d'acquisto delle retribuzioni; prima contestate per effetto di un accordo separato.
Poi alcune categorie della stessa CGIL che hanno preparato le
piattaforme separate ma con la richiesta triennale di validità dei Contratti Collettivi Nazionali l'hanno fatta propria.
Ma quale contrasto organizzare alla dilagante politica che confonde e cerca di nascondere il reale significato delle parole?
Molti dicono che la crisi sta finendo. ma i costi dove si scaricano? Sempre sui lavoratori.
Bisogna togliere la maschera a chi non vuole i lavoratori immigrati e poi non è in grado e non vuol far nulla per impedire che le fabbriche vadano all'estero provocando disoccupazione difficilmente recuperabile.
Si ritorna a parlare di rendite e di pensioni per ridurle ed aumentare l'età necessaria mentre INPS e INAIL denunciano attivi di cassa sempre più importanti.
Ecco perchè è necessario preparare una nuova piattaforma che metta al centro la libertà di contrattazione, la lotta ala precarietà estendendo l'art.18, gli orari di lavoro e combatta l'idea delle privatizzazioni di scuola, sanità, fino all'acqua bene comune per eccellenza e che oggi è fortemente a rischio dopo l'ultima decisione del Senato.
Democrazia, pratica sindacale, organizzare la competizione sociale, che i lavoratori possano decidere che sindacato vogliono, sono solo alcuni dei temi centrali.
Insomma in poche parole cambiare il modo di lavorare.
Fare in modo che i dirigenti e le forze che il sindacato dispone vengano impiegate vicino ai posti di lavoro per vincere la passività e ritrovare ruolo e coraggio del sindacato che i lavoratori chiedono.
Combattere la frantumazione e la solitudine per guidare il conflitto sociale.
Come risindacalizzare fabbriche e intere zone in modo che la presenza del sindacato sia reale e utilizzabile dai lavoratori; una riforma della CGIL che la faccia uscire dal punto drammatico in cui è arrivata.
Infine la raccomandazione di, appena presentato il documento, coinvolgere da subito tutte le persone che sperano in un cambiamento e organizzarsi in ogni luogo di lavoro, nelle diverse categorie della CGIL affinchè la discussione sia libera e consapevole per far diventare questo appuntamento un congresso vero.
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Si prepara quindi un congresso su due documenti contrapposti il primo presentato da Epifani, l'altro da forze e persone con esperienze diverse – scuola, bancari, funzione pubblica, fiom - a partire dalla “rete28aprile” e del suo portavoce nazionale Giorgio Cremaschi segretario nazionale della fiom che ha introdotto la discussione.
Il punto comune è che la CGIL non può andare avanti come ha fatto fino adesso.
Spesso le analisi radicali che fanno gli stessi dirigenti sindacali non si tramutano in fatti concreti. Diversamente invece nei meccanici; mentre fim e uilm sottoscrivono il CCNL dei meccanici separato, senza sottoporlo al voto dei lavoratori,dall'altro lato la fiom rivendica il referendum e con una manifestazione a Bergamo contesta con forza la scelta di rottura che i sindacati di categoria di CISL e UIL hanno operato favorendo così non solo la politica del governo che vuole le organizzazioni sindacali complici, ed abbandonare la reale rappresentatività dei lavoratori e dei loro interessi, ma la stessa Confindustria che considera i diritti soltanto costi.
Come difendere il valore dei contratti collettivi e la loro durata che da biennale è diventata triennale rinunciando così alla difesa del salario e del potere d'acquisto delle retribuzioni; prima contestate per effetto di un accordo separato.
Poi alcune categorie della stessa CGIL che hanno preparato le
Ma quale contrasto organizzare alla dilagante politica che confonde e cerca di nascondere il reale significato delle parole?
Molti dicono che la crisi sta finendo. ma i costi dove si scaricano? Sempre sui lavoratori.
Bisogna togliere la maschera a chi non vuole i lavoratori immigrati e poi non è in grado e non vuol far nulla per impedire che le fabbriche vadano all'estero provocando disoccupazione difficilmente recuperabile.
Si ritorna a parlare di rendite e di pensioni per ridurle ed aumentare l'età necessaria mentre INPS e INAIL denunciano attivi di cassa sempre più importanti.
Ecco perchè è necessario preparare una nuova piattaforma che metta al centro la libertà di contrattazione, la lotta ala precarietà estendendo l'art.18, gli orari di lavoro e combatta l'idea delle privatizzazioni di scuola, sanità, fino all'acqua bene comune per eccellenza e che oggi è fortemente a rischio dopo l'ultima decisione del Senato.
Democrazia, pratica sindacale, organizzare la competizione sociale, che i lavoratori possano decidere che sindacato vogliono, sono solo alcuni dei temi centrali.
Insomma in poche parole cambiare il modo di lavorare.
Fare in modo che i dirigenti e le forze che il sindacato dispone vengano impiegate vicino ai posti di lavoro per vincere la passività e ritrovare ruolo e coraggio del sindacato che i lavoratori chiedono.
Combattere la frantumazione e la solitudine per guidare il conflitto sociale.
Come risindacalizzare fabbriche e intere zone in modo che la presenza del sindacato sia reale e utilizzabile dai lavoratori; una riforma della CGIL che la faccia uscire dal punto drammatico in cui è arrivata.
Infine la raccomandazione di, appena presentato il documento, coinvolgere da subito tutte le persone che sperano in un cambiamento e organizzarsi in ogni luogo di lavoro, nelle diverse categorie della CGIL affinchè la discussione sia libera e consapevole per far diventare questo appuntamento un congresso vero.
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