Pubblico volentieri il comunicato che mi hanno inviato le RSU della AOB2, sulla questione importantissima dell'acqua.
COMUNICATO AI LAVORATORI
Il 18 novembre 2009 con il voto di fiducia alla Camera dei Deputati si è concluso l’esame del decreto 135/09 il cui Art. 15 sancisce la definitiva e totale privatizzazione dell’acqua potabile in Italia. 
Il Governo impone per decreto che i cittadini e gli Enti Locali vengano espropriati di un diritto e di un bene comune, com’è l’acqua, per consegnarlo nelle mani dei privati e dei capitali finanziari. Ciò avviene sotto il falso pretesto di uniformare la gestione dei servizi pubblici locali alle richieste della Commissione Europa, mentre non esiste nessun obbligo e le modifiche introdotte per sopprimere la gestione “in house” (come quella di AOB2) contrastano con i principi della giurisprudenza europea. Nonostante sia oramai sotto gli occhi di tutti che le gestioni del servizio idrico affidate in questi ultimi anni a soggetti privati, sperimentate in alcune Provincie Italiane o a livello europeo, abbiano prodotto esclusivamente innalzamento delle tariffe, diminuzione degli investimenti e un aumento costante dei consumi, si continua a sostenere che mercato e privati siano sinonimi di efficienza e riduzioni dei costi.
Migliaia di persone hanno manifestato il proprio dissenso e contrarietà all’Art.15 in un presidio svoltosi lo scorso 12 Novembre a Piazza Montecitorio e in varie mobilitazioni territoriali.
In questi giorni è cresciuta nella società la consapevolezza che consegnare l’acqua al mercato significa mettere a rischio la democrazia. Nonostante questa mobilitazione della società civile e degli stessi Enti locali, hanno imposto il voto di fiducia senza accogliere le richieste e le preoccupazioni espresse anche da molti Sindaci di amministrazioni governate da maggioranze di differenti colori politici.
A questo punto siamo convinti che la contestazione di cittadini e lavoratori del settore dovrà essere ricondotta nei territori, per chiedere agli Enti Locali che si riapproprino della podestà sulla gestione dell’acqua tramite il riconoscimento dell’acqua come diritto umano e il servizio idrico integrato come servizio pubblico locale privo di rilevanza economica e nel contempo per sollecitare le Regioni ad attivare ricorsi di legittimità nei confronti del provvedimento.
Queste percorsi di mobilitazione sono percorribili così come dimostrano le delibere approvate dalla Giunta regionale pugliese, dalle tante delibere approvate dai consigli comunali siciliani e nel resto d’Italia,
da ultimo quello di Venezia.
A Sindaci ed agli eletti chiediamo di dar vita nelle rispettive istituzioni a prese di posizioni chiare che respingano la legge e di dar vita a iniziative di protesta nelle istituzioni stesse.
Hanno deciso di consegnare l’acqua ai privati e alle multinazionali, hanno ascoltato le sirene di Confindustria, ignorando la forte sensibilità sociale e la diffusa consapevolezza popolare sull’acqua come bene comune e diritto umano universale.
Ma la battaglia per l’acqua pubblica è appena cominciata e chi usa la forza e l’arroganza sa che non può far altro che rendere evidente la propria mediocre debolezza.
Chiederemo a tutte le Regioni di seguire l’esempio della Puglia e di impugnare per incostituzionalità la nuova legge.
Promuoveremo in tutti i Comuni delibere d’iniziativa popolare per inserire negli Statuti il principio dell’acqua bene comune e diritto umano universale e non privatizzabile sia nella proprietà che nella gestione.
Chiederemo ai 64 ATO, oggi affidati a SpA a totale capitale pubblico e dunque a rischio di finire nelle mani dei privati, di scegliere la loro trasformazione in enti di diritto pubblico, gestiti con la partecipazione dei cittadini e delle comunità locali, così come si appresta a fare l’Acquedotto Pugliese, il più grande d’Europa.
Inoltre ricordiamo che i movimenti per l’acqua pubblica stanno organizzando una grande manifestazione in difesa dei beni comuni per sabato 20 marzo, in occasione della giornata mondiale dell’acqua e ad una settimana dalle elezioni regionali in quell’occasione sarà importante anche l’adesione dei lavoratori coinvolti dal provvedimento.
Appena analizzato bene la legge anche nei suoi risvolti convocheremo una assemblea.
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Il Governo impone per decreto che i cittadini e gli Enti Locali vengano espropriati di un diritto e di un bene comune, com’è l’acqua, per consegnarlo nelle mani dei privati e dei capitali finanziari. Ciò avviene sotto il falso pretesto di uniformare la gestione dei servizi pubblici locali alle richieste della Commissione Europa, mentre non esiste nessun obbligo e le modifiche introdotte per sopprimere la gestione “in house” (come quella di AOB2) contrastano con i principi della giurisprudenza europea. Nonostante sia oramai sotto gli occhi di tutti che le gestioni del servizio idrico affidate in questi ultimi anni a soggetti privati, sperimentate in alcune Provincie Italiane o a livello europeo, abbiano prodotto esclusivamente innalzamento delle tariffe, diminuzione degli investimenti e un aumento costante dei consumi, si continua a sostenere che mercato e privati siano sinonimi di efficienza e riduzioni dei costi.
Migliaia di persone hanno manifestato il proprio dissenso e contrarietà all’Art.15 in un presidio svoltosi lo scorso 12 Novembre a Piazza Montecitorio e in varie mobilitazioni territoriali.
In questi giorni è cresciuta nella società la consapevolezza che consegnare l’acqua al mercato significa mettere a rischio la democrazia. Nonostante questa mobilitazione della società civile e degli stessi Enti locali, hanno imposto il voto di fiducia senza accogliere le richieste e le preoccupazioni espresse anche da molti Sindaci di amministrazioni governate da maggioranze di differenti colori politici.
A questo punto siamo convinti che la contestazione di cittadini e lavoratori del settore dovrà essere ricondotta nei territori, per chiedere agli Enti Locali che si riapproprino della podestà sulla gestione dell’acqua tramite il riconoscimento dell’acqua come diritto umano e il servizio idrico integrato come servizio pubblico locale privo di rilevanza economica e nel contempo per sollecitare le Regioni ad attivare ricorsi di legittimità nei confronti del provvedimento.
Queste percorsi di mobilitazione sono percorribili così come dimostrano le delibere approvate dalla Giunta regionale pugliese, dalle tante delibere approvate dai consigli comunali siciliani e nel resto d’Italia,
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A Sindaci ed agli eletti chiediamo di dar vita nelle rispettive istituzioni a prese di posizioni chiare che respingano la legge e di dar vita a iniziative di protesta nelle istituzioni stesse.
Hanno deciso di consegnare l’acqua ai privati e alle multinazionali, hanno ascoltato le sirene di Confindustria, ignorando la forte sensibilità sociale e la diffusa consapevolezza popolare sull’acqua come bene comune e diritto umano universale.
Ma la battaglia per l’acqua pubblica è appena cominciata e chi usa la forza e l’arroganza sa che non può far altro che rendere evidente la propria mediocre debolezza.
Chiederemo a tutte le Regioni di seguire l’esempio della Puglia e di impugnare per incostituzionalità la nuova legge.
Promuoveremo in tutti i Comuni delibere d’iniziativa popolare per inserire negli Statuti il principio dell’acqua bene comune e diritto umano universale e non privatizzabile sia nella proprietà che nella gestione.
Chiederemo ai 64 ATO, oggi affidati a SpA a totale capitale pubblico e dunque a rischio di finire nelle mani dei privati, di scegliere la loro trasformazione in enti di diritto pubblico, gestiti con la partecipazione dei cittadini e delle comunità locali, così come si appresta a fare l’Acquedotto Pugliese, il più grande d’Europa.
Inoltre ricordiamo che i movimenti per l’acqua pubblica stanno organizzando una grande manifestazione in difesa dei beni comuni per sabato 20 marzo, in occasione della giornata mondiale dell’acqua e ad una settimana dalle elezioni regionali in quell’occasione sarà importante anche l’adesione dei lavoratori coinvolti dal provvedimento.
Appena analizzato bene la legge anche nei suoi risvolti convocheremo una assemblea.
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