Nel disegno di legge sul “processo breve” non vi è affatto la concezione, che difendiamo
e sempre ci ha ispirato, del “diritto penale mite”, del processo giusto in tempi brevi. Qui, invece, con un disegno di legge che è un iniquo mostro giuridico, si butta alle ortiche l’intera giurisdizione per salvare una sola persona dai suoi processi.
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Vi è un aspetto fondamentale che attiene alla costituzionalità: siamo ben oltre la democrazia autoritaria; siamo alla violazione assoluta dell’articolo 3 della Costituzione sulla eguaglianza fra i cittadini, che è il cemento del patto costituzionale stesso. Si tenta di costruire, insomma, organicamente, una giustizia basata sul censo di stampo apertamente plutocratico. Facendo scorrerea fiumi l’ignoranza demagogica usata strumentalmente. Il furto, lo scippo, i reati di microcriminalità (che preoccupano la cittadina, il cittadino che sentono l’offesa del furto bruciare sulla propria pelle) diventano demagogicamente reati ben più gravi della corruzione, dei reati finanziari e fiscali, di tutti i reati che attengono all’imprenditoria, alla finanza, ai “colletti bianchi”(questi reati appaiono infatti alle persone più lontani da sé stessi). Questi processi, con la legge, non si farebbero più; non comincerebbero nemmeno; a poco a poco, di conseguenza, verrebbe indebolito lo stesso principio costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale. Si faranno rapidamente solo i processi minori, contro i “poveri cristi”.
E quando il medesimo reato è stato commesso da un imputato incensurato (che se la caverà) e da uno recidivo (considerato di per sé un delinquente) cosa accadrà? Se il governo avesse voluto processi rapidi avrebbe dovuto
ridurre il carico penale (anche eliminando l’ipertrofia delle figure di reato), modificare profondamente il processo, potenziare organici, mezzi, risorse.
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Abbatte, invece, i principi costituzionali. Il caso più odioso è la discriminazione che riguarda i migranti, che, con la norma, diventa una differenziazione della popolazione su base etnica. Era già pazzesca e incostituzionale la fattispecie di reato della immigrazione clandestina. Oggi si profitta del disegno di legge sul“processo breve” per escludere da esso le illegittimità collegate alla mancanza di permesso di soggiorno da parte di migranti, elevando pertanto automaticamente la soglia penale di quel reato. Esso è semplice contravvenzione punito con ammenda; ma viene equiparato ai reati di mafia e terrorismo.
Viene ufficializzato, nei confronti dei migranti, un vero e proprio “diritto speciale del nemico”, come affermano negli Stati Uniti. E’ così completata, questo è il salto di qualità in negativo, la normazione del sentimento più xenofobo che viene addirittura costituzionalizzato.
Vergogna, indignazione, rabbia porteremo inpiazza il 5 dicembre contro Berlusconi e i suoi ispiratori razzisti della Lega.
tratto da un'articolo di Liberazione.
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