Fiat e indotto, denuncia la Cgil, non rispettano il
principio della parità di trattamento. Pesano il mancato adeguamento
della retribuzione di base e la non corresponsione del premio per il
raggiungimento degli obiettivi del piano industriale 2015-18
Sono a oggi un migliaio i lavoratori in
somministrazione in Fiat e nell’indotto di Melfi in Basilicata che
ricevono una retribuzione complessiva inferiore a quanto a loro dovuto,
sia in termini di premialità che di sottoinquadramanto, vivendo in
condizioni di lavoro precarie. Lo stesso vale per i 1.500 interinali
Fiat assunti in un secondo momento con il Jobs Act, che hanno ricevuto
dunque da interinali lo stesso trattamento. È quanto denunciano in una
conferenza stampa Simone Marinelli Cgil Nidil nazionale, Roberto
D’Andrea Fiom Cgil nazionale, Angelo Summa segretario generale Cgil
Basilicata e Massimo Brancato, responsabile Fiom Cgil Basilicata.
I lavoratori in somministrazione che in questi anni hanno
lavorato o che a oggi lavorano negli stabilimenti Fca, Cnhi e Magneti
Marelli hanno diritto, attaccano i sindacati, "alla parità di
trattamento economico e normativo sia secondo il Ccnl delle
agenzie per il lavoro, sia secondo quanto previsto dal D.Lgs. 81 del 15
giugno 201e da una direttiva del parlamento e del consiglio europeo.
In Fca e Cnhi, invece, non è così. In seguito alle
verifiche fatte sulle buste paga dei lavoratori in somministrazione
negli stabilimenti Fca e Magneti Marelli risulta infatti, si legge in
una nota, "che dal primo luglio 2015 a molti lavoratori non è stato
riconosciuto l'adeguamento della retribuzione base per un importo pari a
140,6 euro mensili. Questo significa che un lavoratore in
somministrazione in forza al primo luglio 2015, a cui non è stata
adeguata la retribuzione base, ha un ammanco mensile di 140,6 euro e
annuo di 1.820 euro (oltre all'incidenza sulla tredicesima mensilità e
su tutti gli altri istituti contrattuali)".
A questa somma, spiegano i sindacati, va aggiunta la quota
trimestrale dell'elemento retributivo per il raggiungimento degli
obiettivi del piano industriale 2015-18 pari a 82,5 euro a trimestre,
il così detto premio che non viene erogato ai lavoratori in
somministrazione e che in un anno di lavoro equivalgono a 3.280 euro in
meno. Una premialità sottratta in quanto con il Contratto Fiat "i
sindacati firmatari - fatta eccezione per la Fiom Cgil - e l'azienda
hanno deciso di fissare le condizioni di accesso al pagamento di
«elemento retributivo per efficienza» ai lavoratori in forza al 31
dicembre dell'anno di riferimento, escludendo di fatto i lavoratori
internali", spiega il comunicato.
Secondo la Cgil non viene così rispettato il principio della parità di trattamento economico,
che sancisce pari mansione e pari salario: "Anche gli elementi
premiali a partire dalla parte fissa di 308-330 euro annui dell'elemento
retributivo per il raggiungimento degli obiettivi del piano industriale
2015-2018 devono essere erogati anche ai lavoratori dipendenti dalle
agenzie".
La Fiom, che ha provveduto ad avviare nei confronti della direzione
aziendale tutte le iniziative utili a garantire le giuste e dovute
retribuzioni, "invita le lavoratrici e i lavoratori a contattare
i delegati e le strutture Fiom e NidiL territoriale per una verifica
delle buste paga. Sul sito web www.somministratimelfi.it sono pubblicati tutti i numeri utili con cui contattare il sindacato.
"Sono già stati presi provvedimenti nei confronti di quattro agenzie
del lavoro dell’area di Melfi, alle quali ieri è stata inviata una
lettera per la convocazione di un incontro – spiega il sindacato
metalmeccanici –. Non si esclude, inoltre, di rivolgersi alla
magistratura. Il mancato rispetto del principio della parità di
trattamento si unisce al già denunciato impedimento ai lavoratori
interinali alla partecipazione alle assemblee sindacali informative
indette dalla Fiom Cgil da parte del consorzio ACM, attraverso un
escamotage".
“Ci muoviamo in un quadro legislativo complesso. Da
un lato c’è la precarizzazione del lavoro che frantuma i diritti
universali dei lavoratori, i quali devono essere sono in capo alle
persone e non alle tipologie contrattuali, come stiamo portando avanti
con le firme per la proposta di legge popolare delle Carta dei diritti
universali del lavoro e dei tre quesiti referendari che la sostengono –
spiega Angelo Summa, segretario generale della Cgil lucana –. Dall’altro
ci sono dei principi ancora intoccabili come quello della parità del
trattamento economico che non possono essere violati".
Se l’indotto più importante del Mezzogiorno, che in
Basilicata ha all’attivo 3.000 lavoratori "ha anche 1.000 interinali
sottopagati – attacca il sindacalista –, possono esserci due spiegazioni:
una questione di convenienza da parte delle agenzie del lavoro o un
accordo tra queste e i datori di lavoro. Appare evidente come la
battaglia della Cgil Basilicata debba giocarsi su due livelli: il
rispetto dei diritti e il ripristino della legalità in un sito così
importante, che coinvolge con l’indotto 15.000 lavoratori".
"C’è sviluppo solo laddove c’è legalità. La
Basilicata – conclude Summa - deve essere il luogo in cui si rispettano
le regole. E’ il momento che anche gli organi ispettivi facciano la loro
parte affinché ciò avvenga altrimenti il rischio è che si ripeta quanto
accaduto in Val d’Agri”.
http://www.rassegna.it
Nessun commento:
Posta un commento