Opposizioni sul piede di guerra per la
notizia, riportata del quotidiano La Nazione, secondo cui un milione e
400 mila italiani dovranno restituire il cosiddetto 'bonus' di 80 euro
percepito nel 2015. Una restituzione, che stando a quando riporta il
quotidiano, lo Stato vorrebbe in un unica soluzione. Il provvedimento,
che interesserebbe una persona su otto di quelle che avevano ricevuto il
bonus, scatena le proteste di Forza Italia e di Sinistra Italiana. Ma
il governo precisa a stretto giro di posta tramite il Tesoro. Fonti del
Mef sottolineano infatti che il numero dei contribuenti incapienti che
hanno dovuto rimborsare gli 80 euro è molto limitato. Al momento - fanno
sapere da via XX Settembre - si sta facendo un ulteriore scomposizione
dei dati relativi ai contribuenti che hanno rimborsato la somma.
Nella
maggior parte dei casi di rimborsi, come spiega anche il ministro
Roberta Pinotti a Otto e Mezzo, si tratta di soggetti che hanno
guadagnato di più rispetto alle soglie previste per accedere al bonus
ovvero 24mila euro per avere 80 euro con un successivo decalage fino a
26 mila euro. "Ho sentito il Tesoro. Ci sono una serie di contribuenti
che hanno superato questa cifra. E quindi per questi contribuenti non
era previsto. E quindi dovranno restituire perchè la misura valeva fino a
26mila euro di reddito" ha detto il titolare della Difesa, spiegando
poi che non si conosce ancora il numero dei contribuenti che dovranno
restituire ("stanno facendo ancora i calcoli") e ricorda che "diverso è
il caso per tutte le forze armate e di polizia, che hanno avuto 80 euro a
prescindere dal reddito. È un segnale per l'impegno che queste persone
ci mettono".
Il
primo a portare sotto i riflettori la notizia è il vice presidente della
Camera ed esponente azzurro Simone Baldelli che al tema ha dedicato
anche due interrogazioni parlamentari, una a novembre dello scorso anno
ed un'altra a marzo. "Si tratta - scrive sulla sua pagina facebook - di
un incredibile boomerang politico per un governo che, in modo borioso e
spregiudicato, ha pensato di poter facilmente guadagnare consenso dando
soldi con una mano per poi toglierli con l'altra". Al parlamentare di Fi
fanno eco i due capigruppo, Paolo Romani e Renato Brunetta. Il
presidente dei senatori azzurri parla di "uno scandalo che viene
sottaciuto. Uno scandalo - accusa ancora - di cui è colpevole con tutta
evidenza il governo Renzi, che anche in tale circostanza ha mostrato
pressappochismo e dilettantismo per aver varato una misura in fretta a
pochi giorni dalle europee 2014, senza indicare nel dettaglio ai datori
di lavoro chi avesse realmente diritto a percepire il bonus". Punta il
dito anche Renato Brunetta che invita il premier a "scusarsi con i
cittadini ingannati.
Parla
di "paradosso" Nicola Fratoianni, esponente di Sinistra Italiana che
aggiunge: "Non solo ti devi arrangiare fra voucher, contratti
stagionali, precarietà e bassi salari, ma devi pure fare i conti con la
stupidità di certe norme che trasformano diritti in privilegi per
pochi".
Ansa
Pubblicato: 30/05/2016 20:44 CEST Aggiornato: 30/05/2016
3 commenti:
"Alcuni dirigenti ed ex dirigenti di Eur S.p.A., società romana nata nel 2000 e attiva nella gestione e nello sviluppo immobiliare, sono indagati nel vespaio di “Mafia Capitale”. È interessante ricordare che Matteo Renzi, con il decreto 66 (quello dei famosi quanto inutili 80 euro) anticipò liquidità ad Eur S.p.A. per 100 milioni di euro, prelevandoli peraltro dal fondo per il pagamento dei debiti della P.A. verso le imprese. Il travaso di fondi pubblici fu giustificato con la necessità di pagare imprese e fornitori di Eur S.p.A. Il M5S, in sede di discussione parlamentare, si oppose a questo finanziamento proponendo di pagare direttamente le piccole imprese creditrici e di sostituire i vertici della società Eur S.p.A. che avevano creato un enorme buco di bilancio. Un’idea di semplice buon senso venne come di consueto cestinata senza tanti complimenti. Il risultato è che grandi quantità di soldi pubblici sono stati messi a disposizione di personaggi come Carlo Pucci, dirigente di Eur, e Riccardo Mancini, ex presidente della società, entrambi arrestati per essere il primo “a libro paga” e il secondo “a disposizione” della “banda di Roma”, come evidenziato in un articolo di Repubblica. Il premier che pontifica sugli sprechi pubblici delle Regioni (e intanto taglia indirettamente servizi vitali agli Enti locali) è così disattento da garantire 100 milioni di euro ad una società partecipata dal Ministero dell’Economia in palese difficoltà finanziaria, dovuta ad una gestione del bilancio che col senno di poi si può definire quantomeno sospetta. Non bastasse questo, nella Legge di Stabilità in discussione in questi giorni al Senato spuntano altri 110 milioni per il Comune di Roma negli anni 2015, 2016 e 2017 “quale concorso dello Stato agli oneri che lo stesso comune sostiene in qualità di capitale della Repubblica”. Non tutti i soldi pubblici sono fatti per nuocere, anzi, ma Matteo Renzi sembra distribuirli a destra e a manca guidato da logiche di consenso a breve termine, quando servirebbero come l’ossigeno investimenti pubblici nei settori strategici e ad alta occupazione. L'Italia 5 stelle aspetta che sulla farsa di Renzi cali il sipario." M5S Senato
10/12/2015
Vi siete svegliati? Triste dire ve l avevamo detto? Tranquilli raccoglieremo le firme anche per questo,magari,con primo firmatari cofferati ed epifani. Sbaglio o hanno votato la riforma del lavoro?
A proposito di firme.. Sapere cosa CI fanno I renzaniani con le vostre firms? Questo infami manco Il referendum sull acqua pubblica hanno rispettato. Votateli ancora,mi raccomando
Posta un commento