Oggi sono passati esattamente 30 anni da uno degli avvenimenti più
sconvolgenti della storia moderna: il disastro avvenuto alla centrale
nucleare di Cernobyl.
Alle ore
1:23 del 26 aprile 1986 un brusco e incontrollato aumento della potenza
ha determinato la scissione dell’acqua di raffreddamento, provocando la
rottura delle tubazioni, con una fortissima esplosione e lo
scoperchiamento del reattore. L’evento ha causato la morte di 65 persone
e l’emissione di una nuvola tossica di materiale radioattivo pari a 400
volte a quelle rilasciate in occasione del bombardamento di Hiroshima.
Dopo il disastro nucleare di Fukushima del 2011, la Germania ha definitivamente chiuso otto dei suoi reattori e si è impegnata a dismettere i rimanenti entro il 2022. Gli italiani hanno votato in massa per mantenere il loro paese fuori dal nucleare, la Svizzera e la Spagna hanno vietato la costruzione di nuovi reattori. Ma l’energia nucleare rappresenta ancora il 28,3% della produzione energetica europea.
Dopo il disastro nucleare di Fukushima del 2011, la Germania ha definitivamente chiuso otto dei suoi reattori e si è impegnata a dismettere i rimanenti entro il 2022. Gli italiani hanno votato in massa per mantenere il loro paese fuori dal nucleare, la Svizzera e la Spagna hanno vietato la costruzione di nuovi reattori. Ma l’energia nucleare rappresenta ancora il 28,3% della produzione energetica europea.
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