sabato 6 febbraio 2016

Mense chiuse, sciopero per il contratto. Filcams Cgil: “Situazione drammatica, da imprese proposte inaccettabili”. Tutti gli appuntamenti, da Nord a Sud


Mense chiuse, sciopero per il contratto. Filcams Cgil: “Situazione drammatica, da imprese proposte inaccettabili”. Tutti gli appuntamenti, da Nord a Sud
80mila sono i lavoratori, impiegati nel settore della ristorazione collettiva (pubblica e privata), che  hanno manifestato per chiedere il rinnovo del Ccnl, rendendo inagibili per un giorno asili nido, scuole, ospedali, case di riposo, mense aziendali e interaziendali. Tutto chiuso. A motivare la protesta, indetta da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, l’inaccettabile ritardo riguardo il rinnovo del contratto nazionale, atteso ormai da più di 32 mesi. “La situazione è sempre più drammatica” spiega Elisa Camellini, segretaria nazionale della Filcams Cgil: “Con responsabilità e rispetto abbiamo portato avanti la trattativa ascoltando le esigenze delle parti datoriali, cercando di trovare soluzioni per affrontare al meglio questo periodo di crisi economica. Lo stesso non si può dire delle nostre controparti’”.
La trattativa per il rinnovo del contratto nazionale è andata avanti per mesi, fino al 2 dicembre scorso, quando il negoziato si è interrotto “per le proposte inaccettabili delle parti datoriali Angem e Alleanza delle cooperative”, come illustrato in un comunicato della Filcams nazionale. Tra le proposte: una riduzione del costo del lavoro; una revisione della clausola sociale nei cambi di appalto; un abbassamento delle tutele collettive e individuali; irrisori aumenti retributivi, sono le poste a condizione del rinnovo del contratto”. L’opposizione di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil è stata ferma e decisa, poiché tali condizioni “avrebbero portato a un ingiustificato arretramento delle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Lo sciopero, organizzato a livello locale, ha visto manifestazioni e presidi distribuiti su tutto il territorio, con diversi appuntamenti nelle principali città.
Partendo dal Nord, in Friuli Venezia Giulia appuntamento a Udine, con un volantinaggio (dalle 10 alle 12) davanti all’ospedale Santa Maria della Misericordia. A Trento i lavoratori delle mense in presidio (alle ore 10.30) davanti alla mensa universitaria. A Padova concentramento in piazza Garibaldi (a partire dalle ore 9.30), mentre nella zona di Mestre (Venezia) presidio con volantinaggio in piazzetta Coin (dalle ore 10 alle 12).
A Milano sono confluiti anche da altre città della regione per un corteo nel centro cittadino che partirà da Piazza della Scala e ha raggiunto la sede milanese di Angem e poi la prefettura, dove una delegazione è stata ricevuta dal prefetto. Le organizzazioni sindacali di Milano, tra le altre cose, denunciano il comportamento dei committenti, in molti casi pubblici, che non esigono il rispetto dei contratti di lavoro e delle normative di legge dalle imprese affidatarie degli appalti. I lavoratori degli appalti risultano vittime di tale settore debole, senza tutele di fronte ai propri datori di lavoro. Inoltre, al prefetto è stata consegnata una lettera per il presidente del Consiglio che evidenzia la situazione delle lavoratrici degli appalti scolastici che, contrariamente a coloro che lavorano anche per soli 3 mesi all’anno, non hanno diritto ad alcun ammortizzatore sociale nei mesi da giugno a settembre quando, non per colpa loro, sono private della possibilità di lavorare.
In Emilia Romagna, dove la protesta è stata regionale, presidio a Bologna davanti alla sede di Legacoop Emilia Romagna, mentre per la Toscana l’appuntamento era a Firenze, sempre davanti alla Prefettura.
Al Centro, i lavoratori del Lazio si sono ritrovati a Roma, in piazza Santissimi Apostoli, davanti alla sede della Città Metropolitana di Roma Capitale (ex Provincia di Roma).
Al Sud, in Campania il presidio si è svolto a Napoli in piazza del Plebiscito sotto la Prefettura.

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 Il Piatto Piange, migliaia in piazza per il contratto 


05/02/2016
Roma, Firenze, Bologna, Milano, Napoli, Brindisi, Venezia, Perugia, Genova, sono tante le città dove il 5 febbraio le lavoratrici e i lavoratori della Ristorazione Collettiva hanno manifestato per rivendicare il diritto ad avere un contratto. Il Piatto Piange
Dopo 32 mesi di trattativa senza arrivare ad alcuna soluzione possibile, le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno indetto lo sciopero degli 80mila addetti del settore, impegnati per la maggior parte nelle mense delle scuole, asili nido, uffici pubblici e mense aziendali.
Senza CCNL, niente tagliatelle.
DA 32 mesi senza contratto, Basta Chiacchiere, vogliamo i fatti.
Il Piatto Piange, e quando smette di piangere?
Sono i tanti slogan e striscioni utilizzati nelle piazze colorate e festose dove le lavoratrici e i lavoratori delle mense si sono riversati nella mattina di venerdì 5 febbraio per far sentire la loro voce.
“Da 36 mesi, quindi più di due anni e mezzo, siamo senza rinnovo del contratto. Il che vuol dire non avere un aumento contrattuale da più di due anni e mezzo” racconta Daniela in piazza con i suoi colleghi. “E per rinnovare il contratto le cooperative ci chiedono di diminuire i nostri diritti: rinunciare ad un terzo dei nostri permessi, non avere più la malattia retribuita. Ma come si fa a non ammalarsi mai quando si lavano continuamente pentole di grandi dimensioni; quando si passa lo straccio per terra o si svolgono altri lavori fisici impegnativi?”.
Riduzione del costo del lavoro, revisione della clausola sociale nei cambi di appalto, abbassamento delle tutele collettive ed individuali, aumenti retributivi irrisori, sono le proposte inaccettabili avanzate dalle parti datoriali che hanno portato all’interruzione della trattativa.
“Siamo consapevoli delle difficoltà del momento, ma non possiamo accettare proposte che continuino a peggiorare le condizioni di lavoro di un settore già altamente precario e in difficoltà” spiega Elisa Camellini, segretaria nazionale Filcams Cgil. “La prova di forza dimostrata con lo sciopero non può restare inascoltata, auspichiamo che le aziende riconoscano il coraggio delle lavoratrici e dei lavoratori, e accolgano le loro richieste”.
“Il contratto nazionale non si fa con il risparmio dei costi, ma valorizzando e rispettando il lavoro” ha affermato Maria Grazia Gabrielli, segretario generale della Filcams Cgil; “dignità, rispetto e un giusto salario, le lavoratrici e i lavoratori vogliono un contratto.”

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