80mila sono i lavoratori,
impiegati nel settore della ristorazione collettiva (pubblica e
privata), che hanno manifestato per chiedere il rinnovo del Ccnl,
rendendo inagibili per un giorno asili nido, scuole, ospedali, case di
riposo, mense aziendali e interaziendali. Tutto chiuso. A motivare la
protesta, indetta da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil,
l’inaccettabile ritardo riguardo il rinnovo del contratto nazionale,
atteso ormai da più di 32 mesi. “La situazione è sempre più drammatica”
spiega Elisa Camellini, segretaria nazionale della Filcams Cgil: “Con
responsabilità e rispetto abbiamo portato avanti la trattativa
ascoltando le esigenze delle parti datoriali, cercando di trovare
soluzioni per affrontare al meglio questo periodo di crisi economica. Lo
stesso non si può dire delle nostre controparti’”.
La trattativa per il rinnovo del
contratto nazionale è andata avanti per mesi, fino al 2 dicembre scorso,
quando il negoziato si è interrotto “per le proposte inaccettabili
delle parti datoriali Angem e Alleanza delle cooperative”, come
illustrato in un comunicato della Filcams nazionale. Tra le proposte:
una riduzione del costo del lavoro; una revisione della clausola sociale
nei cambi di appalto; un abbassamento delle tutele collettive e
individuali; irrisori aumenti retributivi, sono le poste a condizione
del rinnovo del contratto”. L’opposizione di Filcams Cgil, Fisascat Cisl
e Uiltucs Uil è stata ferma e decisa, poiché tali condizioni “avrebbero
portato a un ingiustificato arretramento delle condizioni delle
lavoratrici e dei lavoratori”.
Lo sciopero, organizzato a livello
locale, ha visto manifestazioni e presidi distribuiti su tutto il
territorio, con diversi appuntamenti nelle principali città.
Partendo dal Nord, in Friuli Venezia
Giulia appuntamento a Udine, con un volantinaggio (dalle 10 alle 12)
davanti all’ospedale Santa Maria della Misericordia. A Trento i
lavoratori delle mense in presidio (alle ore 10.30) davanti alla mensa
universitaria. A Padova concentramento in piazza Garibaldi (a partire
dalle ore 9.30), mentre nella zona di Mestre (Venezia) presidio con
volantinaggio in piazzetta Coin (dalle ore 10 alle 12).
A Milano sono confluiti anche da altre
città della regione per un corteo nel centro cittadino che partirà da
Piazza della Scala e ha raggiunto la sede milanese di Angem e poi la
prefettura, dove una delegazione è stata ricevuta dal prefetto. Le
organizzazioni sindacali di Milano, tra le altre cose, denunciano il
comportamento dei committenti, in molti casi pubblici, che non esigono
il rispetto dei contratti di lavoro e delle normative di legge dalle
imprese affidatarie degli appalti. I lavoratori degli appalti risultano
vittime di tale settore debole, senza tutele di fronte ai propri datori
di lavoro. Inoltre, al prefetto è stata consegnata una lettera per il
presidente del Consiglio che evidenzia la situazione delle lavoratrici
degli appalti scolastici che, contrariamente a coloro che lavorano anche
per soli 3 mesi all’anno, non hanno diritto ad alcun ammortizzatore
sociale nei mesi da giugno a settembre quando, non per colpa loro, sono
private della possibilità di lavorare.
In Emilia Romagna, dove la protesta è
stata regionale, presidio a Bologna davanti alla sede di Legacoop Emilia
Romagna, mentre per la Toscana l’appuntamento era a Firenze, sempre
davanti alla Prefettura.
Al Centro, i lavoratori del Lazio si
sono ritrovati a Roma, in piazza Santissimi Apostoli, davanti alla sede
della Città Metropolitana di Roma Capitale (ex Provincia di Roma).
Al Sud, in Campania il presidio si è svolto a Napoli in piazza del Plebiscito sotto la Prefettura.
http://www.jobsnews.it
Il Piatto Piange, migliaia in piazza per il contratto
05/02/2016
Roma,
Firenze, Bologna, Milano, Napoli, Brindisi, Venezia, Perugia, Genova,
sono tante le città dove il 5 febbraio le lavoratrici e i lavoratori
della Ristorazione Collettiva hanno manifestato per rivendicare il
diritto ad avere un contratto. Il Piatto Piange
Dopo 32 mesi di trattativa senza arrivare ad alcuna soluzione
possibile, le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e
Uiltucs hanno indetto lo sciopero degli 80mila addetti del settore,
impegnati per la maggior parte nelle mense delle scuole, asili nido,
uffici pubblici e mense aziendali.
Senza CCNL, niente tagliatelle.
DA 32 mesi senza contratto, Basta Chiacchiere, vogliamo i fatti.
Il Piatto Piange, e quando smette di piangere?
DA 32 mesi senza contratto, Basta Chiacchiere, vogliamo i fatti.
Il Piatto Piange, e quando smette di piangere?
Sono i tanti slogan e striscioni utilizzati nelle piazze colorate e
festose dove le lavoratrici e i lavoratori delle mense si sono riversati
nella mattina di venerdì 5 febbraio per far sentire la loro voce.
“Da 36 mesi, quindi più di due anni e mezzo, siamo senza rinnovo del
contratto. Il che vuol dire non avere un aumento contrattuale da più di
due anni e mezzo” racconta Daniela in piazza con i suoi colleghi. “E per
rinnovare il contratto le cooperative ci chiedono di diminuire i nostri
diritti: rinunciare ad un terzo dei nostri permessi, non avere più la
malattia retribuita. Ma come si fa a non ammalarsi mai quando si lavano
continuamente pentole di grandi dimensioni; quando si passa lo straccio
per terra o si svolgono altri lavori fisici impegnativi?”.
Riduzione del costo del lavoro, revisione della clausola sociale nei cambi di appalto, abbassamento delle tutele collettive ed individuali,
aumenti retributivi irrisori, sono le proposte inaccettabili avanzate
dalle parti datoriali che hanno portato all’interruzione della
trattativa.
“Siamo
consapevoli delle difficoltà del momento, ma non possiamo accettare
proposte che continuino a peggiorare le condizioni di lavoro di un
settore già altamente precario e in difficoltà” spiega Elisa Camellini,
segretaria nazionale Filcams Cgil. “La prova di forza dimostrata con lo
sciopero non può restare inascoltata, auspichiamo che le aziende
riconoscano il coraggio delle lavoratrici e dei lavoratori, e accolgano
le loro richieste”.
“Il contratto nazionale non si fa con il risparmio dei costi, ma
valorizzando e rispettando il lavoro” ha affermato Maria Grazia
Gabrielli, segretario generale della Filcams Cgil; “dignità, rispetto e
un giusto salario, le lavoratrici e i lavoratori vogliono un contratto.”
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