giovedì 14 gennaio 2016

Governo, Confindustria e diritti. Landini all’attacco su più fronti

Un attacco su più fronti: un’ampia offensiva lanciata dal segretario generale nazionale della Fiom, Maurizio Landini, durante l’Attivo dei delegati dei metalmeccanici-Cgil della Lombardia organizzato in Cdc a Brescia alla vigilia degli incontri, del 21 e 28 gennaio con Federmeccanica, sul fronte del rinnovo del contratto nazionale.
PRIMA si scaglia contro il Governo e Confindustria, che mirano a «utilizzare la crisi per cambiare radicalmente il sistema delle relazioni sindacali e dei diritti sul lavoro». Poi, ribadito alla platea che si può «trattare e lottare nello stesso tempo - e «non ci sta più l’idea che per esser forti bisogna abbandonare il tavolo», dice ai colleghi dell’opposizione interna -, annuncia un mese di consultazioni straordinarie per arrivare a una grande mobilitazione collettiva. «Quando il premier annuncia che il suo modello è l’America - aggiunge Landini - dobbiamo essere coscienti che, sul fronte delle relazioni sindacali, l’America è il Paese in cui il sindacato non può scioperare perché non è previsto dalla legge e in cui determinati diritti si hanno solo se si lavora in un certo sistema aziendale». Per il leader dei metalmeccanici Cgil l’Esecutivo appoggerebbe (con il quadro legislativo di sua emanazione) le proposte di Federmeccanica e il suo «rinnovamento contrattuale». Un percorso che, però, non nasconde altro che una piattaforma tesa a minare dal profondo - complice l’idea di un salario minimo che, condivisibile di per sè, reca invece il tranello di un aumento salariale solo per il 5% degli addetti - le radici stesse dell’accordo nazionale.
PER IL LEADER Fiom, inoltre, il quadro sarebbe reso ancora più insidioso dal fatto che la controparte, vedendosi respinta la sua piattaforma dai sindacati, potrebbe decidere «di non fare nessuna intesa e utilizzare le imprese e i provvedimenti legislativi a disposizione come strumento per bypassare di fatto il contratto». Non è un quadro «catastrofista, ma realista - sottolinea -. Per questo è indispensabile che ci giochiamo responsabilmente l’opportunità di essere tornati al tavolo di contrattazione». Il leader dei metalmeccanici Cgil indugia poi su quanto sta accadendo in altri comparti, dagli alimentaristi al commercio al Pubblico impiego, rimarcando come, «ancora una volta, si giochi sulla pelle dei metalmeccanici il futuro di una generazione di lavoratori ben più ampia». Infine mette sul piatto i «programmi» di breve periodo. «Recentemente sono avvenuti due fatti importanti: da una parte la presa di posizione comune di Cgil, Cisl e Uil sulle pensioni. Dall’altra la volontà di riconquistare il contratto collettivo nazionale - dice -. Sono elementi da non sprecare, devono diventare un’occasione di discussione e mobilitazione. Non ci fermeremo e useremo anche strumenti nuovi come il referendum per vincere una battaglia che non è mai stata affrontata prima».
SULLA STESSA linea Mirco Rota, leader della Fiom Lombardia. «Il contratto collettivo nazionale deve diventare la priorità», attacca puntando sulla necessità di «preparare al meglio la categoria» in vista del confronto con Federmeccanica. «Non possiamo correre il rischio che ci dica a gran voce che vuole il rinnovo, mentre noi restiamo timidi. Dobbiamo essere chiari e efficaci con i lavoratori nel far comprendere loro che il contratto nazionale assicura risorse e diritti a tutti: solo su questa premessa si può costruire una discussione». Elena Lattuada, al vertice della Cgil lombarda, considera «una opzione di vantaggio il fatto di essere riusciti a costruire un filo comune tra sindacati» su «un nuovo sistema di relazioni industriali»; ricorda al Governo che è datore di lavoro di 3 milioni di persone e che, la prima sfida da lanciare, è quella della rinnovo dei contratti pubblici. «Le nostre posizioni sono chiare - conclude il segretario generale della Fiom di Brescia, Francesco Bertoli, affiancato dal leader della Cgil Damiano Galletti -. La discussione la vogliamo fare fino il fondo, ma ciascuno sulla base della propria piattaforma». 

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