A2A rinuncia definitivamente al sito di Castegnato, provincia di Brescia e non ricorrerà al Tar contro il «no« regionale e valuta il maxi parco fotovoltaico su invito del sindaco
Non solo una rinuncia all’import di altri rifiuti nell’inceneritore. A2A ha
promesso al primo cittadino di Brescia (che come Milano detiene ancora
il 25% di azioni della multiutility) di non ricorrere al Tar contro la
Regione, «rea» di aver bocciato la sua richiesta di realizzare una maxi
discarica a Castegnato. Avrebbe potuto farlo. E -sulla scorta della
recente sentenza del Tar di Milano, che ha accolto il ricorso della
Edilquattro di Montichiari bocciando l’indice di pressione ambientale
introdotto dal Pirellone - avrebbe avuto buone possibilità di vittoria.
Del Bono: «Ho chiesto di valutare progetti sostenibili»
Ma c’è di più. Su invito di Del Bono i vertici di A2A hanno promesso di
valutare progetti «green», più in linea con il nuovo piano industriale
(e di sostenibilità) messo a punto dall’azienda. Il pensiero va alla
proposta avanzata dall’amministrazione di Castegnato (sempre targata Pd)
che nel proprio Pgt ha previsto, nell’ex cava che avrebbe dovuto
ospitare 2 milioni di metri cubi di scorie, la possibilità di realizzare
un maxi parco fotovoltaico. Che potrebbe anche alimentare l’impianto di
teleriscaldamento realizzato da Cogeme (oggi alimentato a metano). Il
modello c’è già: il maxi impianto a solare termico (per 150
appartamenti) realizzato da A2A proprio a Varese. «Proprio per dare un
forte segnale di cambiamento sul fronte ambientale - spiega Emilio Del
Bono - ho chiesto al presidente A2A Valotti e al presidente di A2A
Ambiente Roncari di rinunciare definitivamente a qualsiasi ricorso al
tar sulla discarica Bosco Stella. E ho chiesto invece di valutare
progetti alternativi e sostenibili. La loro risposta è stata positiva».
Per vent'anni Asm ha conferito 3,5 milioni di rifiuti a Castegnato
Va ricordato che Asm (poi A2A) a Castegnato ha conferito per vent’anni
(fino al 1989) la bellezza di 3,5 milioni di rifiuti urbani (e poi si è
appoggiata su Cava Verde di Montichiari, in esaurimento). Visto il
carico di scorie già tombate in quell’angolo a ridosso della
Franciacorta la Regione ha applicato l’indice di pressione ambientale
voluto dall’assessore Claudia Terzi, che vieta nuove discariche se sul
territorio ci sono più di 160mila tonnellate di rifiuti per chilometro
quadrato. Un principio che ha portato alla bocciatura di Padana Green e
del rialzo della Edilquattro a Montichiari (e prossimamente anche della
Castella di Rezzato). Ma per il Tar di Milano le competenze in materia
di rifiuti sono dello Stato. Cade però in contraddizione quando scrive
che alla Regione spettano competenze in materia «di salute e governo del
territorio». Come se le tre cose fossero disgiunte. Come se l’Asl di
Brescia non avesse espresso pareri negativi per tutte. Per questo la
Regione ha annunciato ricorso al consiglio di Stato.
http://brescia.corriere.it
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