Lo scontro con le imprese. Due Rsu Fiom messe alla porta a
Bologna dopo il caso di Ferrara. Oggi nel capoluogo emiliano assemblea
con Camusso e Landini. E intanto a Roma i confederali approvano la
proposta sulle nuove relazioni industriali:
È sempre più aspro lo scontro con le imprese, e mentre sul fronte
del nuovo modello contrattuale non si riesce a trovare un terreno
comune tra sindacati e Confindustria, si moltiplicano i licenziamenti di
delegati della Cgil. «Un clima da anni Cinquanta», lo definisce Franco
Focareta, il legale a cui la Fiom ha affidato il caso di due Rsu del
bolognese messe alla porta da due grosse aziende metalmeccaniche del
luogo, la Oam e la Metalcastello. Due settimane fa la LyondellBasell di
Ferrara aveva licenziato il delegato Filctem Luca Fiorini (oggi la causa
in tribunale). Proprio questa mattina, a Bologna, Susanna Camusso
e Maurizio Landini saranno presenti a un attivo di 5 mila delegati, dove
verrà presentata la Carta dei diritti universali del lavoro, mentre nel
pomeriggio a Roma gli esecutivi di Cgil, Cisl e Uil vareranno la
proposta per le nuove relazioni industriali.
Ma in quale atmosfera. I due licenziamenti bolognesi ricordano, in
qualche modo, quello ferrarese. Il più eclatante è forse quello della
Metalcastello di Castel di Casio, stabilimento con circa 300 dipendenti,
appartenente al gruppo spagnolo Cie Automotive. Produce componenti per
automobili. Uno dei delegati Fiom, un immigrato lavoratore al sesto
livello — spiega il segretario emiliano Bruno Papignani — si era recato
il 19 dicembre a una iniziativa di solidarietà con gli operai Saeco che
non lontano — a Gaggio Montano — rischiano 243 licenziamenti, e sono
tuttora in presidio davanti alla fabbrica di macchinette per il caffè.
«Il delegato racconta le condizioni di lavoro nella sua azienda —
spiega l’avvocato Focareta — e parla di 50 mobilità, di uno
scavalcamento del sindacato nell’aver stabilito unilateralmente orari
e ferie, dopo aver disdettato un accordo del 2008, di altri
licenziamenti individuali impugnati dai dipendenti. Tre, tra l’altro,
chiusi con un’offerta di transazione monetaria qualche giorno fa.
Ebbene: è stato accusato di aver danneggiato l’immagine dell’azienda
all’esterno, e pertanto è stato licenziato».
Il caso della Oam di Pianoro ricorda ancor più da vicino quello di
Fiorini a Ferrara, accusato di aver aggredito un dirigente durante una
trattativa sindacale. Anche in questo caso — l’impresa dà lavoro a 300
persone, produce carrelli elevatori e altri macchinari — siamo nei
giorni caldi di trattativa sull’integrativo, e il delegato licenziato
è tra quelli che siedono al tavolo. «L’azienda lo accusa di aver
aggredito un dirigente e una collega — spiega l’avvocato Focareta — ma
noi abbiamo testimonianze del contrario: è stato lui a essere aggredito.
Lo stesso giorno i suoi colleghi sono scesi in sciopero, ma questo non
è bastato all’azienda, che ha deciso di metterlo alla porta».
«Il primo delegato, cittadino non comunitario — commenta il
segretario Fiom Papignani — è stato licenziato in tronco per un “reato
d’opinione”». Il secondo lavoratore, invece, «era nel pieno di una
vertenza sindacale — ha spiegato Alberto Monti, della Fiom di Bologna —
ed è stato messo alla porta perché avrebbe avuto un comportamento contro
la sua azienda. È qualcosa che ci riporta ai licenziamenti per
rappresaglia».
Il tema dei licenziamenti verrà sicuramente affrontato nel corso
dell’attivo dei delegati Cgil al Paladozza (e poi in un altro attivo,
pomeridiano, dei soli delegati della Fiom). I colleghi del ferrarese
Luca Fiorini porteranno uno striscione di solidarietà, e lo stesso Luca
sarebbe teoricamente atteso sul palco, se non fosse impegnato nelle
stesse ore davanti al giudice.
Susanna Camusso illustrerà la Carta dei diritti universali del
lavoro, il testo che dovrebbe confluire in una proposta di legge di
iniziativa popolare per sostituire — se venisse approvato — lo Statuto
dei lavoratori. Verranno affiancati dei quesiti referendari per
cancellare tutto quello che, secondo la Cgil, non va nelle leggi degli
ultimi 15 anni, dalla 30 al Jobs Act.
Intanto a Roma (Auditorium via Rieti, dalle 15) gli esecutivi unitari
di Cgil, Cisl e Uil approveranno il documento Un moderno sistema di
relazioni industriali che poi presenteranno alle imprese.
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