Camusso: "Basta annunci senza scelte". Lavoro, la grande 'marcia' di Cgil-Cisl-Uil
Il leader del sindacato alla manifestazione a Roma: "Siamo in piazza
perché il Paese ha bisogno di risposte rapide. I provvedimenti del
Governo non vanno bene: sono continui annunci che non si traducono in un
vero cambiamento". Oltre 100mila le persone arrivate da ogni parte
d'Italia
ROMA - "Non vanno bene i continui annunci che non si
traducono in una scelta che dia il senso del cambiamento". La leader
della Cgil, Susanna Camusso, riassume così il senso della
manifestazione unitaria a Roma, la prima di Cgil, Cisl e Uil dopo 10
anni.
Nella
capitale sono arrivati da tutta Italia, in treno, in aereo, in nave e
con 1.400 pullman. Si sono raccolti a piazza della Repubblica e a
piazzale dei Partigiani, per poi percorrere due tragitti distinti e
incontrarsi, alla fine, alle 11.30 circa, a piazza di porta San
Giovanni, dove è stato allestito il palco per gli interventi finali.
Oltre centomila persone sotto un cielo che oggi protegge dal sole
pesante degli ultimi giorni.
Il tempo è "scaduto", la fase degli
annunci "finita". L'emergenza lavoro sta spingendo il Paese "di nuovo
sull'orlo del baratro" e Cigl, Cisl e Uil 'chiamano' Enrico Letta.
L'allarme che le tre associazioni dei lavoratori hanno rivolto al
premier non ha più colore sindacale e utilizza le stesse parole.
"La
priorità", ha detto ancora Camusso, deve essere "una restituzione
fiscale a lavoratori dipendenti e pensioni. Al Paese servono risposte
rapide che lo aiutino a uscire dalla crisi, non continui annunci".
"Siamo in piazza - ha continuato - perché il paese ha bisogno di
risposte rapide. I provvedimenti del Governo non vanno bene: sono
continui annunci che non si traducono in un vero cambiamento".
Tra
le bandiere delle varie sigle sindacali, spuntavano vari striscioni:
'No all'austerità' e 'In lotta per il lavoro'. E' la prima volta in
dieci anni che i sindacati si riuniscono per una manifestazione nella
capitale. Sigle unite per parlare di 'Lavoro e democrazia'.
L'appello dei sindacati. "Siete
bellissimi, una straordinaria piazza perché siamo tutti insieme", ha
detto il segretario generale della Cgil, aprendo il suo intervento dal
palco di piazza San Giovanni dove è confluito il corteo. "Questo Paese
lo vogliamo salvare e lo facciamo insieme, abbiamo dimostrato di
metterci la faccia e non ci nascondiamo dietro al fatto che le cose non
si possono fare. Stare con la piattaforma di Cigl, Cisl e Uil significa
stare dalla parte giusta", ha continuato Susanna Camusso.
"Speriamo"
che il ministro del Lavoro Enrico Giovannini "si sia sbagliato quando
ha detto che di esodati si discuterà a settembre. E' inaudito che gli
esodati stiano ancora aspettando quello è un loro diritto", ha detto
davanti alla piazza. "A Confindustria chiediamo: perché non alza la voce
per chiedere a Indesit di ritirare il piano di ristrutturazione?", ha
detto rivolgendosi agli industriali il segretario generale della Cgil.
"L'Indesit non è un'azienda in crisi, se le risorse ci sono, si facciano
investimenti qua".
"Sul terreno del lavoro - ha aggiunto la
leader Cgil - si possono fare cose importanti anche senza risorse, come
la clausola sociale sugli appalti e la garanzia per i lavoratori che
non perdano il posto in quelle situazioni. Invece si fa una discussione
sulla flessibilità che non è utile per fare ripartire l'economia. Oggi
manifestiamo e vediamo quali risposte arriveranno, ma i sindacati sono
convinti che senza risposte si perde tempo e si aggrava la crisi. La
situazione non sta ferma in attesa e peggiora", ha detto Camusso.
Riforma fiscale. La
priorità è la riforma fiscale. I soldi fin ora, è il ragionamento, sono
stati presi nelle tasche di lavoratori e pensionati. "Non è ora - si
domanda Angeletti - di andarli a prendere negli unici santuari che non
sono stati toccati?". Il Governo, è messaggio che si ripete, deve avere
il "coraggio" di "fare delle scelte". "Se ci sono poche risorse dobbiamo
decidere dove prenderle e a chi vanno", ha spiegato Camusso puntando il
dito contro le spese militari el a decisione di "togliere l'Imu a ha
case e palazzi. "Bisogna - sottolinea - diminuire le tasse su lavoro
dipendente e pensionati. Se si toglie una tassa a un ricco non cambia
nulla, se si ridanno le risorse ai lavoratori riparte l'economia".
Evasione. Nel
mirino dei sindacati ci sono poi gli evasori: lì, ha tuonato Bonanni,
"bisogna avere il coraggio di colpir duro, Letta deve essere chiaro su
questo". Ed è in questo senso, ha aggiunto Camusso, non è piaciuta la
"troppa soddisfazione" per aver messo le manette a Equitalia, che rimane
"un punto di lotta all'evasione fiscale. Senza strumenti la lotta
all'evasione non si può fare".
Confindustria.
Critiche pure agli imprenditori. A quelli che, racconta Angeletti,
nonostante la crisi "si mettono la mano sul cuore e portano i soldi
all'estero". "Non siamo sulla stessa barca", scandisce. "Non siamo
d'accordo - ha detto Bonanni - con i molti imprenditori che non fanno
ricerca e hanno la testa nelle squadre di calcio, nella tv o nella
finanza". La frecciata a Confindustria è diventa esplicita nelle parole
di Camusso: "Chiediamo a Confindustria - ha attaccato il segretario
Cgil - perché non alza la voce per dire che la Indesit deve eliminare il
suo piano di ristrutturazione". La Indesit, sottolinea, "non è
un'azienda in crisi ma vuole utilizzare i profitti per fare investimenti
in Polonia. Se i soldi ci sono gli investimenti si facciano qua".
Cassa in deroga.
Le risposte che le associazioni dei lavoratori aspettano dal Governo
riguardano più fronti. La Cassa integrazione in deroga, intanto.
"Vogliamo chiedere a questo Governo - ha detto ancora Camusso - dopo
aver annunciato il finanziamento della cig, perché non si firmano i
decreti e non arrivano le risorse?". E poi ancora il tema degli esodati.
"Vogliamo dire al ministro Giovannini che speriamo di aver capito male
quando ha detto che degli esodati si discuterà a settembre. Dobbiamo
chiudere rapidamente la vicenda esodati".
Sanità. Camusso
ha quindi toccato temi dalla sanità ("No ad un aumento dei ticket dal
2014: ci sono persone che non possono più curarsi, mentre si finanzia la
sanità privata"), ai tagli alla scuola ("Ci sono bambini poveri che non
possono più andare a scuola", ed è "insopportabile colpire i più
deboli" come nel caso dei tagli ai servizi di pulizie nelle strutture
scolastiche). Ha anche ribadito il no dei sindacati al blocco della
contrattazione nel pubblico impiego. E si è soffermata sul dramma
"schiavitù" per le condizioni degli immigrati in realtà come
"Castelvolturno e Rosarno".
Gli interventi. Il
pacchetto Giovannini, le misure che il governo si accinge a mettere in
campo per l'emergenza lavoro, "da quanto è emerso non sembra gran cosa,
così non serve a niente", ha detto il leader della Uil, Luigi Angeletti,
alla testa di uno dei due cortei della manifestazione. "Non mi sembra
che sia una cosa che possa avere uno straccio di efficacia", ha
aggiunto. "A staccare la spina" al governo "non saranno Berlusconi o il
Pd", ma "saranno i cortei dei disoccupati", ha detto il leader della
Uil.
"Il governo Letta faccia una proposta, basta con i
bizantinismi. Metta questi obiettivi davanti e si raccordi con
lavoratori e imprese. Serve una proposta coraggiosa, complessiva e nuova
che ribalti. Basta cincischiare, perdere tempo. Letta abbia coraggio
nel fare una cosa nuova", ha detto il segretario della Cisl Raffaele Bonanni.
"Questa è l'Italia che non butta la spugna e che non si perde in
chiacchiere. Il Paese perisce perché c'è chi si perde in chiacchiere.
Siamo qui per ricordare alla classe dirigente i doveri e non per
contrapporre il Paese, gli uni contro gli altri, ma per lavorare per il
Paese reale", ha aggiunto il segretario della Cisl.
Sul fronte
della crisi e dell'emergenza lavoro "abbiamo bisogno di un governo che
sia in grado di imprimere una svolta. Se non sono in grado di farlo, se
ne vadano a casa", in corteo anche il leader di Sel, Nichi Vendola.
Arrivano, sottolinea, "risposte solo con spot pubblicitari: non abbiamo
bisogno di Carosello, perché la realtà è veramente drammatica". Per
Vendola "abbiamo bisogno che il governo sia in grado di imprimere una
svolta. Se non è in grado di farlo, che vada a casa". Poi ha osservato:
"Finora si sentono cose che assomigliano a una cura palliativa nei
confronti di una malattia molto grave, e nessuno intende fare una
diagnosi seria ma questa malattia è la figlia delle politiche liberiste
dell'austerity. Le medicine che la classe dirigente europea ha portato
per curare l'ammalato - ha insistitp- stanno in realtà uccidendo il
paziente. Questa è la verita: la crisi economica e sociale è figlia di
una grandissima diseguaglianza, ci vuole una redistribuzione del reddito
e delle ricchezze e dei poteri. Ci vuole giustizia sociale".
Anche il segretario dei Democratici, Guglielmo Epifani,
si è unito al corteo dei sindacati con Susanna Camusso. "Il Pd è a
fianco di questa manifestazione unitaria dei lavoratori". "C'è rispetto e
condivisione dell'obiettivo di mettere il lavoro al primo punto", ha
continuato Epifani sottolineando il ruolo del sindacato in questa fase
di crisi "per governare i processi e stimolare i comportamenti di
tutti". E', ha detto, ancora, "una giornata importante e ho voluto
esserci".
Disagi annunciati per la viabilità nelle zone
interessate dai cortei, con anche sgomberi dei veicoli lungo i
percorsi, strade chiuse e numerose modifiche al tpl già scattate.
dal sito di Repubblica
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