domenica 23 giugno 2013

Camusso: "Basta annunci senza scelte". Lavoro, la grande 'marcia' di Cgil-Cisl-Uil

Il leader del sindacato alla manifestazione a Roma: "Siamo in piazza perché il Paese ha bisogno di risposte rapide. I provvedimenti del Governo non vanno bene: sono continui annunci che non si traducono in un vero cambiamento". Oltre 100mila le persone arrivate da ogni parte d'Italia

ROMA - "Non vanno bene i continui annunci che non si traducono in una scelta che dia il senso del cambiamento". La leader della Cgil, Susanna Camusso, riassume così il senso della manifestazione unitaria a Roma, la prima di Cgil, Cisl e Uil dopo 10 anni.

Nella capitale sono arrivati da tutta Italia, in treno, in aereo, in nave e con 1.400 pullman. Si sono raccolti a piazza della Repubblica e a piazzale dei Partigiani, per poi percorrere due tragitti distinti e incontrarsi, alla fine, alle 11.30 circa, a piazza di porta San Giovanni, dove è stato allestito il palco per gli interventi finali. Oltre centomila persone sotto un cielo che oggi protegge dal sole pesante degli ultimi giorni.

Il tempo è "scaduto", la fase degli annunci "finita". L'emergenza lavoro sta spingendo il Paese "di nuovo sull'orlo del baratro" e Cigl, Cisl e Uil 'chiamano' Enrico Letta. L'allarme che le tre associazioni dei lavoratori hanno rivolto al premier non ha più colore sindacale e utilizza le stesse parole.

"La priorità", ha detto ancora Camusso, deve essere "una restituzione fiscale a lavoratori dipendenti e pensioni. Al Paese servono risposte rapide che lo aiutino a uscire dalla crisi, non continui annunci". "Siamo in piazza - ha continuato - perché il paese ha bisogno di risposte rapide. I provvedimenti del Governo non vanno bene: sono continui annunci che non si traducono in un vero cambiamento".

Tra le bandiere delle varie sigle sindacali, spuntavano vari striscioni: 'No all'austerità' e 'In lotta per il lavoro'. E' la prima volta in dieci anni che i sindacati si riuniscono per una manifestazione nella capitale. Sigle unite per parlare di 'Lavoro e democrazia'.

L'appello dei sindacati. "Siete bellissimi, una straordinaria piazza perché siamo tutti insieme", ha detto il segretario generale della Cgil, aprendo il suo intervento dal palco di piazza San Giovanni dove è confluito il corteo. "Questo Paese lo vogliamo salvare e lo facciamo insieme, abbiamo dimostrato di metterci la faccia e non ci nascondiamo dietro al fatto che le cose non si possono fare. Stare con la piattaforma di Cigl, Cisl e Uil significa stare dalla parte giusta", ha continuato Susanna Camusso.

"Speriamo" che il ministro del Lavoro Enrico Giovannini "si sia sbagliato quando ha detto che di esodati si discuterà a settembre. E' inaudito che gli esodati stiano ancora aspettando quello è un loro diritto", ha detto davanti alla piazza. "A Confindustria chiediamo: perché non alza la voce per chiedere a Indesit di ritirare il piano di ristrutturazione?", ha detto rivolgendosi agli industriali il segretario generale della Cgil. "L'Indesit non è un'azienda in crisi, se le risorse ci sono, si facciano investimenti qua".

"Sul terreno del lavoro - ha aggiunto la leader Cgil - si possono fare cose importanti anche senza risorse, come la clausola sociale sugli appalti e la garanzia per i lavoratori che non perdano il posto in quelle situazioni. Invece si fa una discussione sulla flessibilità che non è utile per fare ripartire l'economia. Oggi manifestiamo e vediamo quali risposte arriveranno, ma i sindacati sono convinti che senza risposte si perde tempo e si aggrava la crisi. La situazione non sta ferma in attesa e peggiora", ha detto Camusso.

Riforma fiscale. La priorità è la riforma fiscale. I soldi fin ora, è il ragionamento, sono stati presi nelle tasche di lavoratori e pensionati. "Non è ora - si domanda Angeletti - di andarli a prendere negli unici santuari che non sono stati toccati?". Il Governo, è messaggio che si ripete, deve avere il "coraggio" di "fare delle scelte". "Se ci sono poche risorse dobbiamo decidere dove prenderle e a chi vanno", ha spiegato Camusso puntando il dito contro le spese militari el a decisione di "togliere l'Imu a ha case e palazzi. "Bisogna - sottolinea - diminuire le tasse su lavoro dipendente e pensionati. Se si toglie una tassa a un ricco non cambia nulla, se si ridanno le risorse ai lavoratori riparte l'economia".

Evasione. Nel mirino dei sindacati ci sono poi gli evasori: lì, ha tuonato Bonanni, "bisogna avere il coraggio di colpir duro, Letta deve essere chiaro su questo". Ed è in questo senso, ha aggiunto Camusso, non è piaciuta la "troppa soddisfazione" per aver messo le manette a Equitalia, che rimane "un punto di lotta all'evasione fiscale. Senza strumenti la lotta all'evasione non si può fare".

Confindustria. Critiche pure agli imprenditori. A quelli che, racconta Angeletti, nonostante la crisi "si mettono la mano sul cuore e portano i soldi all'estero". "Non siamo sulla stessa barca", scandisce. "Non siamo d'accordo - ha detto Bonanni - con i molti imprenditori che non fanno ricerca e hanno la testa nelle squadre di calcio, nella tv o nella finanza". La frecciata a Confindustria è diventa esplicita nelle parole di  Camusso: "Chiediamo a Confindustria - ha attaccato il segretario Cgil - perché non alza la voce per dire che la Indesit deve eliminare il suo piano di ristrutturazione". La Indesit, sottolinea,  "non è un'azienda in crisi ma vuole utilizzare i profitti per fare investimenti in Polonia. Se i soldi ci sono gli investimenti si facciano qua".

Cassa in deroga. Le risposte che le associazioni dei lavoratori aspettano dal Governo riguardano più fronti. La Cassa integrazione in deroga, intanto. "Vogliamo chiedere a questo Governo - ha detto ancora Camusso - dopo aver annunciato il finanziamento della cig, perché non si firmano i decreti e non arrivano le risorse?". E poi ancora il tema degli esodati. "Vogliamo dire al ministro Giovannini che speriamo di aver capito male quando ha detto che degli esodati si discuterà a settembre. Dobbiamo chiudere rapidamente la vicenda esodati".

Sanità. Camusso ha quindi toccato temi dalla sanità ("No ad un aumento dei ticket dal 2014: ci sono persone che non possono più curarsi, mentre si finanzia la sanità privata"), ai tagli alla scuola ("Ci sono bambini poveri che non possono più andare a scuola", ed è "insopportabile colpire i più deboli" come nel caso dei tagli ai servizi di pulizie nelle strutture scolastiche). Ha anche ribadito il no dei sindacati al blocco della contrattazione nel pubblico impiego. E si è soffermata sul dramma "schiavitù" per le condizioni degli immigrati in realtà come "Castelvolturno e Rosarno".

Gli interventi. Il pacchetto Giovannini, le misure che il governo si accinge a mettere in campo per l'emergenza lavoro, "da quanto è emerso non sembra gran cosa, così non serve a niente", ha detto il leader della Uil, Luigi Angeletti, alla testa di uno dei due cortei della manifestazione. "Non mi sembra che sia una cosa che possa avere uno straccio di efficacia", ha aggiunto. "A staccare la spina" al governo "non saranno Berlusconi o il Pd", ma "saranno i cortei dei disoccupati", ha detto il leader della Uil.

"Il governo Letta faccia una proposta, basta con i bizantinismi. Metta questi obiettivi davanti e si raccordi con lavoratori e imprese. Serve una proposta coraggiosa, complessiva e nuova che ribalti. Basta cincischiare, perdere tempo. Letta abbia coraggio nel fare una cosa nuova", ha detto il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. "Questa è l'Italia che non butta la spugna e che non si perde in chiacchiere. Il Paese perisce perché c'è chi si perde in chiacchiere. Siamo qui per ricordare alla classe dirigente i doveri e non per contrapporre il Paese, gli uni contro gli altri, ma per lavorare per il Paese reale", ha aggiunto il segretario della Cisl.

Sul fronte della crisi e dell'emergenza lavoro "abbiamo bisogno di un governo che sia in grado di imprimere una svolta. Se non sono in grado di farlo, se ne vadano a casa", in corteo anche il leader di Sel, Nichi Vendola. Arrivano, sottolinea, "risposte solo con spot pubblicitari: non abbiamo bisogno di Carosello, perché la realtà è veramente drammatica". Per Vendola "abbiamo bisogno che il governo sia in grado di imprimere una svolta. Se non è in grado di farlo, che vada a casa". Poi ha osservato: "Finora si sentono cose che assomigliano a una cura palliativa nei confronti di una malattia molto grave, e nessuno intende fare una diagnosi seria ma questa malattia è la figlia delle politiche liberiste dell'austerity. Le medicine che la classe dirigente europea ha portato per curare l'ammalato - ha insistitp- stanno in realtà uccidendo il paziente. Questa è la verita: la crisi economica e sociale è figlia di una grandissima diseguaglianza, ci vuole una redistribuzione del reddito e delle ricchezze e dei poteri. Ci vuole giustizia sociale".

Anche il segretario dei Democratici, Guglielmo Epifani, si è unito al corteo dei sindacati con Susanna Camusso. "Il Pd è a fianco di questa manifestazione unitaria dei lavoratori". "C'è rispetto e condivisione dell'obiettivo di mettere il lavoro al primo punto", ha continuato Epifani sottolineando il ruolo del sindacato in questa fase di crisi "per governare i processi e stimolare i comportamenti di tutti". E', ha detto, ancora, "una giornata importante e ho voluto esserci".

Disagi annunciati per la viabilità nelle zone interessate dai cortei, con anche sgomberi dei veicoli lungo i percorsi, strade chiuse e numerose modifiche al tpl già scattate.

dal sito di Repubblica


 

 

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