FISCHI AL SINDACO, RICHIAMI «ANTI BIGIO»
In piazza Loggia per il 25 aprile
2013-04-26
- * Poco più di un migliaio di persone ieri pomeriggio (giovedì 25
aprile) in Piazza Loggia per la Festa della Liberazione e protagonista
mai nominato o quasi il Bigio, la statua simbolo dell'«Era fascista» che
l'amministrazione ha intenzione di riportare (ma la decisione è sospesa
fino a dopo le elezioni) in piazza Vittoria.
Il
presidente provinciale dell'Anpi Giulio Ghidotti la statua l'ha
richiamata nel suo intervento: «La lapide di piazza Rovetta che omaggia i
caduti della Resistenza e la stele della strage segnano i luoghi a
memoria e monito della violenza fascista, e per questo non c'è proprio
bisogno di un altro segno che rimandi a quella cultura».
La
statua è evocata anche dai diversi manifestanti che in piazza Loggia
innalzano cartelli raffiguranti il Bigio, rimosso all'indomani della
Liberazione e rimasto nei depositi comunali per 68 anni. E il Bigio è
anche il non detto dei tanti fischi, urla e offese che accompagnano
l'intervento del sindaco Paroli. Non nuove le contestazioni a onor del
vero, anche gli anni scorsi c'erano state, mentre inedito è stato il
voltarsi di schiena silenzioso di diverse decine di persone durante la
sua orazione.
Paroli
l'intervento l'ha comunque portato a termine, richiamando i valori
della Liberazione «che ha riportato democrazia e dignità» e «i valori
solidi e radicati di una città antifascista e partigiana». «In quegli
anni non si poteva non esserci e si doveva essere di parte – ha
sottolineato -: dalla parte della libertà e del rispetto di ogni uomo o
donna».
La
contestazione è scemata con gli interventi successivi. Prima Agape
Nulli Quilleri, staffetta partigiana e presidente onorario delle Fiamme
Verdi: un intervento di memoria ma anche «sul messaggio dei ribelli e
quell'essere uomini giusti» che si trasmette di generazione in
generazione. «Esempio di difesa della diversità – ha affermato -, oggi
non possono esserci i tutori della Resistenza perché quei valori
appartengono a tutti». Poi Lino Pedroni, presidente onorario dell'Anpi,
il quale riceve applausi quando critica «i vuoti simulacri del triste
passato» (il Bigio, appunto) e ricorda che il fascismo fu duro fin dalle
origini.
A
pochi passi dal piedistallo che ospiterà la statua simbolo dell'«Era
fascista», ieri è passato anche un corteo di alcune centinaia di persone
promosso dalla Rete Antifascista al quale hanno aderito anche altre
associazioni (diverse le bandiere di Rifondazione comunista). Partito da
via Fratelli Bandiera, dove ieri c'è stata la «pastasciutta
antifascista» per tutta la giornata, dopo aver sfilato fino in piazza
Vittoria il corteo è risalito lungo via X Giornate, dove c'è stato
qualche attimo di tensione a pochi passi da piazza Loggia. Spintoni,
calci, qualche manganellata, un agente di polizia lievemente ferito
(sono in corso indagini della Digos) e alcuni contusi tra i
manifestanti, tra i quali anche un operatore della televisione di strada
Ctv. Poi tutto si è risolto e il corteo è entrato in piazza.
«Non
è il primo anno che ci sono contestazioni – ha osservato al termine
della manifestazione il prefetto Livia Narcisa Brassesco Pace -: qualche
fischio può capitare, ma la partecipazione è stata buona. Certo,
sarebbe meglio che in occasioni come questa ci fosse uno sforzo di
coesione maggiore».
* articolo Corriere Brescia
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