Risorse disponibili per due anni. Per Camusso (Cgil): "L'accordo va
cambiato. Continueremo la mobilitazione". Questa mattina il segretario
della Cisl Raffaele Bonanni aveva invitato all'esecutivo a dimostrare
"responsabilità"
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Proposta bocciata da Susanna Camusso della
Cgil: “L’accordo non va bene – ha detto- va cambiato perché non dà garanzie a
tutti”. Per la leader, infatti, “il decreto non va bene, crea disparità” e ha
garantito che nel suo sindacato “continueremo la mobilitazione”.
Questa mattina il segretario della Cisl Raffaele Bonanni
aveva invitato l’esecutivo alla responsabilità: “Spero che il governo si
comporti in modo responsabile. L’esecutivo deve prendere atto che le leggi
della Repubblica sono state stracciate e vanno ripristinate dando garanzie. Noi
proponiamo il rispetto delle regole vigenti fino al 31 dicembre”. Poi specifica
che il governo deve rendersi conto “che chi ha fatto accordi previsti da leggi
italiane deve essere tutelato. Spero che Fornero receda dalla sua rigidità sul
vincolo delle risorse”.
Nei giorni scorsi il ministro aveva annunciato
l’arrivo del decreto per “salvare” coloro che aveva già firmato la fuoriuscita
dal mondo del lavoro, ma si trovavano in una sorta di limbo a
causa della riforma della pensione. “In questi giorni emaneremo la norma che
consentirà all’Inps di passare alla definizione di un diritto
soggettivo circa l’utilizzo della possibilità di godere delle precedenti e più
generose regole di pensionamento. Questi sono stati identificati in un numero
di 65 mila” aveva annunciato la “professoressa” piemontese.
Il ministro del Lavoro aveva ribadito il dato
sugli esodati su cui c’erano state polemiche perché si riteneva al ribasso la
cifra calcolata dal governo: “In questi giorni emaneremo il decreto attuativo
che consentirà all’Inps di passare alla definizione di un diritto soggettivo,
attribuito quindi a lavoratori con nomi e cognomi, circa l’utilizzo della
possibilità di godere delle precedenti e più generose regole di pensionamento.
Questi lavoratori sono stati identificati in un numero di 65mila” aveva
spiegato. Poi una sorta di confessione sui numeri: “So che ci sono altri lavoratori
esodanti, ma vorrei chiedere a mia volta qual è la base per l’ordine di
grandezza di 350mila, perché l’Inps non ha informazioni sufficienti a
quantificare il numero, ma ha parlato di cifre molto più basse. C’è una
platea di lavoratori che abbiamo salvaguardato dagli effetti della riforma
delle pensioni, consentendo loro di andare in pensione secondo le vecchie
regole”.
dal Fatto Quotidiano
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