mercoledì 14 marzo 2012

Invatec , dal Pirellone speranza per 300 lavoratrici

LA CRISI E LA MULTINAZIONALE CON SEDE A RONCADELLE
Marelli (Lega): «Il ministero investa sulla ricerca». Il Pd: «mozione condivisa per un ruolo di regia della giunta»

Il caso della Medtronic Invatec di Roncadelle approda in Regione.

Nel pomeriggio di lunedì 12 marzo la Commissione Attività produttive del Pirellone ha analizzato la drammatica situazione occupazionale e i tagli annunciati dalla multinazionale americana, leader nel settore biomedico. Il piano aziendale prevede la fuoriuscita della metà dei dipendenti dello stabilimento bresciano (300 su 600, il 90% donne a tempo pieno, 120 entro maggio e i restanti 180 entro luglio 2013) e il trasferimento in Messico, dove i costi di manodopera sono inferiori. Martedì 13 il caso approderà in consiglio regionale. Tante le promesse bipartisan di chiedere un ruolo più incisivo del ministero Sviluppo Economico (dove un mese fa è iniziata la trattativa sindacale). «Si tratta di un’azienda vitale e che costituisce un’eccellenza tecnologica - ha detto il leghista Alessandro Marelli - la cui scomparsa costituirebbe una perdita grave per il tessuto della nostra regione. Vorremmo trovare un rimedio alle decisioni contenute nel Piano industriale della multinazionale. Uno di questi potrebbe essere sollecitare il Ministero a investire direttamente sulla ricerca e l’innovazione facendo venire meno il presupposto per spostare le attività». «La Medtronic - hanno spiegato durante l’audizione i sindacati - è una multinazionale americana che ha rilevato la Invatec di Roncadelle nel 2010 per impadronirsi di brevetti esclusivi e giocarseli nella produzione globalizzata. Ora ci parlano di 300 esuberi negli stabilimenti bresciani. Si tratta dell’ennesima delocalizzazione produttiva destinata ad impoverire il tessuto occupazionale e industriale del nostro Paese perché siamo certi che il polo di ricerca non può sopravvivere senza il mantenimento della produzione». I sindacati hanno inoltre detto che non vogliono accettare alcun ammortizzatore sociale che significherebbe una sconfitta. "L’unico strumento che siamo disponibili ad accettare - hanno confermato Cgil, Cisl e Uil - è il contratto di solidarietà che ci permetterebbe di guadagnare tempo».
«Domani in Consiglio regionale - ha concluso il Consigliere Pd Enrico Brambilla presenteremo una mozione condivisa per impegnare la Giunta a fare da regia tra i vari livelli istituzionali nel tavolo di confronto che si svolgerà al Ministero. Il tema non è infatti di carattere meramente assistenzialista: anche il nostro Paese si deve dotare di una politica industriale nei confronti delle multinazionali che spesso lo hanno usato come base per sottrarre del know how per poi sviluppare il loro business altrove».

dal sito del Corriere della Sera

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