domenica 7 febbraio 2010

«BASTA DISCRIMINARE LA CRISI COLPISCE TUTTI»

Anche Cgil, Cisl e Uil nella manifestazione antirazzista Migliaia in piazza per un corteo non solo di immigrati.
Basta odio. Basta razzismo. Basta discriminazioni. È stato gridato a più voci, nel lungo pomeriggio d’inverno in cui migliaia di persone, in corteo per le vie della città, hanno testimoniato con la loro presenza «una risposta ferma a coloro che vogliono spaccare la società, fomentando il razzismo e la violenza». Organizzato dalle associazioni degli immigrati contro i provvedimenti di Comune e Governo, ha visto l’adesione di Cgil, Cisl e Uil. Sindacati di nuovo uniti, ieri in piazza, per una «nobile causa». Immigrati, ma anche molti bresciani di ogni età ed un migliaio di rose bianche venate di rosa donate alle donne incontrate lungo il percorso: un gesto «gentile», appello alla distensione e alla pace.«Siamo parte della comunità»Molte anime, dunque, ed una sola voce: «Gli immigrati sono parte della nostra comunità, non persone da scaricare quando non servono più. La crisi c’è e colpisce tutti, ma tutti insieme la dobbiamo affrontare e superare», hanno sottolineato ieri. Una crisi che, tuttavia, colpisce in percentuale maggiore le fasce deboli della popolazione, e la maggioranza degli immigrati si trovano tra queste, anche perché sulla loro testa pende la spada di Damocle del permesso di soggiorno: se non c’è lavoro, il prezioso documento non viene rinnovato e si ritorna nella clandestinità. Che, ora, è reato.Un pomeriggio freddo, scaldato dalla passione con la quale sono stati scanditi gli slogan durante il corteo. La passione di chi, come Hassan, vive in Italia da quindici anni. I primi tempi difficili, poi un lavoro sicuro in fabbrica e il futuro davanti con la moglie e due figli, nati a Brescia.Ora, Hassan è in cassa integrazione e sul suo futuro, per ora, ci sono più ombre che certezze. «I bambini stanno crescendo qui, vanno a scuola e parlano un perfetto italiano. Cosa facciamo, dobbiamo tornare al Paese d’origine, nel sud del Marocco, dove non abbiamo più nulla? No, non è possibile: faremo sacrifici, come quelli che stanno facendo molti nostri amici italiani, ma crediamo che ormai il nostro futuro è qui. Non si può fare un tuffo nel passato: non è giusto, per noi e per i nostri ragazzi».
Il corteo è partito verso le tre del pomeriggio da piazza Loggia, luogo simbolo del governo della città, e si è snodato attraverso via San Faustino e contrada del Carmine, quartieri in cui è forte la presenza di immigrati. Poi avanti, tra slogan e musica, sul ring fino alla stazione per poi ritornare nel cuore della città e concludersi, tre ore dopo circa, in piazza Loggia con gli interventi dei rappresentanti delle Associazioni di immigrati, dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil - rispettivamente Marco Fenaroli, Renato Zaltieri e Angelo Zanelli - e di molta gente comune.Problemi condivisi«Vogliamo testimoniare una condivisione di problemi gravi, dalla perdita del lavoro e dalle difficoltà economiche fino alle tensioni all’interno delle famiglie che si acuiscono in momenti di precarietà», ha detto un bresciano che vive in provincia. All’appuntamento di ieri, infatti, hanno risposto da città e provincia «a dimostrazione che nel Bresciano ci sono moltissime persone che condividono le speranze e non credono alle separazioni e alle divisioni che una certa politica intende fomentare». E tra i molti obiettivi raggiunti dalla manifestazione di ieri - quelli di essere stato un incontro pacifico - c’è stato anche quello di aver fatto sfilare insieme i tre sindacati Cgil, Cisl e Uil. Sindacati che, anche a livello locale, si sono spesso trovati in disaccordo su alcune modalità di approccio a tematiche quali la questione del bonus bébè o su altri provvedimenti «discriminatori» di alcune amministrazioni comunali. Non poteva mancare una riflessione sul permesso di soggiorno a punti di cui si parla in questi giorni a livello dell’esecutivo centrale. Bocciato: «Siamo persone, non patenti in scadenza».Anna Della Moretta Ci sono stati momenti in cui alla manifestazione antirazzista di ieri per le vie della città si sono sfiorate le diecimila presenze. Immigrati, ma non solo, a testimoniare un disagio comune ed una condivisione di problemi che vanno dalla crescente disoccupazione, alla crisi economica che attanaglia soprattutto le fasce più deboli della società, alla precarietà delle situazioni famigliari minate dalle difficoltà.
Ringrazio Roberto per le footo, prese dal blog nuvolarossacazzago e alcune dal giornale di Brescia
PERMESSO A PUNTI? NO, PERCORCO AD OSTACOLI
Il presidente nazionale delle Acli critica il provvedimento che il governo sta varando
"Più che un permesso a punti, «un percorso a ostacoli". Così il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, commenta l’annuncio dell’imminente istituzione da parte dei ministri dell’Interno e del Lavoro di un percorso a punteggio per gli immigrati, finalizzato alla concessione del permesso di soggiorno. «Ancora una volta - afferma Olivero - prima ancora di attrezzarci per costruire un percorso di integrazione, stiamo provvedendo a porre i paletti di un percorso a ostacoli, che già oggi per i cittadini immigrati che vogliono risiedere regolarmente in Italia è sufficientemente tortuoso. Già ora, infatti, per ottenere il permesso di soggiorno gli stranieri debbono soddisfare alcuni requisiti stringenti che fanno riferimento al reddito, all’abitazione, al lavoro».«Il permesso di soggiorno - aggiunge il presidente delle Acli - dovrebbe essere la prima tappa di un percorso di avvicinamento alla cittadinanza. Per questa sì che avrebbero senso i requisiti di conoscenza della lingua italiana e della nostra Costituzione. Ma chi accompagna oggi gli immigrati in questo percorso? Finora solo la Chiesa e il volontariato. Sono anni che chiediamo invano un piano organico e nazionale per l’insegnamento della lingua italiana. In queste condizioni - conclude Olivero - il permesso a punti rischia di diventare l’ennesimo elemento di sofferenza e di vessazione psicologica e burocratica per le tante famiglie immigrate presenti nel nostro Paese». Il via libera al permesso di soggiorno a punti è stato dato giovedì scorso dai ministri Maroni e Sacconi. Cosa prevede? L’immigrato dovrà raggiungere quota 30 per mantenerlo, con un sistema di crediti e debiti. La conoscenza della lingua e della Costituzione, ad esempio, daranno punti, mentre la commissione di reati li toglierà. «La novità - hanno annunciato i ministri dell’Interno e del Welfare, Roberto Maroni e Maurizio Sacconi - sarà contenuta in un decreto che presto andrà in Consiglio di ministri». Uno scempio che peggiorerà la situazione!!!
dal giornale di Brescia....con a lato gli articoli del BresciaOggi
Ringrazio i compagni e colleghi della CF Gomma, che hanno partecipato numerosi a questa importante manifestazione.
Ora serve una continuità d'iniziative per riuscire a cambiare dei provvedimenti ingiusti, cominciando con uno sciopero VERO il 1° marzo...... i LORO diritti, sono i NOSTRI diritti!!!!!

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