Le notizie che trapelano sulle modifiche della legge elettorale regionale a pochi mesi dalle
elezioni, dimostrano una volta di più ormai le istituzioni sono affare privato di gruppi di potere. Con un occhio alla spartizione delle poltrone fra Lega Nord e Pdl, ecco che la legge di “riforma” sembra fatta.
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Non si sta pensando, infatti, di cambiare le cose in modo da dare più potere democratico ai cittadini, ma di eliminare, con lo sbarramento al 4%, quella sinistra che seppur divisa è l’unica opposizione al modello Formigoni, alla Lega Nord, alla spartizione della cosa pubblica, all’intreccio affari-politica, alla devastazione ambientale in Lombardia. Mentre Bersani parla di fine dell’autosufficienza, di alternativa e non di alternanza, in Lombardia il Pd fa esattamente il contrario. Atteggiamento ancor più grave se si considera che la destra incorpora anche le fazioni fasciste e naziste. In questo senso, lo sbarramento sembra servire al solo Pd.Evidentemente le esperienze recenti non hanno insegnato niente. Forse il Pd vuole le mani libere per continuare senza problemi un’opposizione di facciata a Formigoni e, sotto sotto, intrecciare accordi e inciuci. Critiche pesanti in questo senso sono venute dall’interno stesso del Partito democratico: aree Franceschini e Marino. E’ questo, ciò per cui ha votato il popolo delle primarie? E L’IdV, con cui partecipiamo al No-B-Day del 5 dicembre a Roma, accetta questa logica trasformista?Al contrario, la crisi sociale ed ambientale,la crisi democratica provocata dalla gestione Formigoni, la questione morale che è ritornata prepotente nella Milano di tangentopoli, richiedono un cambiamento, una svolta. È questo cambiamento che noi continueremo a proporre, a partire dalla sinistra. La cancellazione della sinistra dal Consiglio regionale sarebbe una cosa grave. È tempo di porre fine a una stagione troppo lunga di divisioni, e avere il coraggio, lo spirito di servizio, l’umiltà dell’unità.
Dichiarazione di Ugo Boghetta, segretario regionale Prc-Se
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