«L'Alfa deve vivere». Con queste scritte sugli striscioni stamani circa 300 lavoratori
dell'Alfa Romeo di Arese (Milano) hanno bloccato per quasi un ora l'autostrada A8 Milano-Laghi all'altezza del casello di Lainate, per dire no al trasferimento a Torino del Centro Stile e Progettazione dal prossimo 3 gennaio. Un piano che coinvolge 229 lavoratori dell'Alfa Romeo di Arese, già in cassa integrazione, ai quali è stato proposto il trasferimento in Piemonte. La manifestazione, organizzata dalla Fiom-Cgil e dallo Slai-Cobas, è partita dai cancelli della fabbrica per dirigersi verso l'autostrada dove si è tenuto un comizio dei sindacalisti. «Centinaia di lavoratori hanno il posto minacciato - ha detto Enzo Masini, coordinatore nazionale auto della Fiom - e l'unica strada per noi è quella della battaglia per impedire la smobilitazione. Fiat deve continuare a investire nel nostro Paese». Alla manifestazione hanno partecipato i dipendenti di altre ditte che hanno sede ad Arese, dalla Innova alla Caris, minacciate, secondo i sindacati, «dalle future speculazioni edilizie sull'area». Presenti anche i lavoratori della Iveco di Pregnana Milanese. «Chiediamo un intervento immediato di Formigoni e vogliamo che si porti avanti questa battaglia anche per dare una prospettiva ai giovani della zona», ha spiegato Corrado Delle Donne, coordinatore dello Slai-Cobas. Patrizia Marafioti, che lavora all'Alfa di Arese da 21 anni, è una dei dipendenti che hanno detto no al trasferimento a Torino: «Ho due figli e non riuscirei più a stare con loro se dovessi fare la pendolare da Bollate al Piemonte». I sindacati torneranno in presidio davanti ai cancelli giovedì mattina, contro quello che considerano «un licenziamento mascherato
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