martedì 25 ottobre 2011

Marchionne: con i sindacati c'è anarchia industriale. Fiom: è lui che pratica l'anarchia

«Siamo sulla strada giusta per raggiungere tutti gli obiettivi fissati». Lo ha detto l'ad di Fiat, Sergio Marchionne, partecipando all'assemblea pubblica dell'Anfia. «In settimana i cda di Fiat e Chrysler esamineranno i risultati del terzo trimestre dell'anno. Non posso ovviamente anticipare nulla - ha aggiunto -. Quello che posso dire, però, è che siamo sulla strada giusta per raggiungere tutti gli obiettivi fissati. Posso anche aggiungere che Chrysler sta dando un contributo fondamentale a questi risultati, sfruttando la ripresa del mercato negli Stati Uniti e in Canada e viaggiando oggi ad una velocità quasi doppia rispetto a Fiat».

«In Italia la Fiat sta facendo tutto ciò che è necessario per diventare più efficiente, per liberarsi da vincoli che in un'economia di mercato non sono che freni allo sviluppo e per mettere in pratica tutto quello che ha promesso. In questa chiave - ha aggiunto - va letta la nostra decisione di uscire da Confindustria e di riflesso anche dall'Anfia». Marchionne ha detto che il Lingotto è impegnato «nella costruzione di un grande gruppo internazionale e non può permettersi di operare in Italia in un quadro di incertezze e con condizioni troppo diverse da quelle che esistono in tutto il resto del mondo. Questa libertà d'azione, che gestiremo nel rispetto delle leggi e con responsabilità, è il requisito essenziale se vogliamo essere protagonisti dello sviluppo industriale del nostro paese».

A chi prevede un disimpegno della Fiat dall'Italia il manager ha poi replicato: «Credo che la migliore risposta a questi profeti di sventura siano i fatti. Il piano che stiamo realizzando, stabilimento per stabilimento, - ha affermato Marchionne - ci permetterà di arrivare a una piena saturazione di tutti gli impianti italiani entro il 2014. Ci permetterà di allineare il nostro sistema produttivo agli standard richiesti da un business sostenibile e di dotarlo degli strumenti e della possibilità di competere coi migliori». Secondo l'ad un degli obiettivo del Lingotto «è quello di rafforzare la nostra rete industriale nel Paese per raggiungere il break-even complessivo delle nostre attività in Europa entro il 2014».

Il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, commenta così l'annuncio dell'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, di lasciare dopo Confindustria anche l'Anfia, l'associazione della filiera dell'industria dell'auto. «Lo stillicidio di dichiarazioni di Marchionne conferma nuovamente la nostra preoccupazione che di disdetta in disdetta dai sistemi della rappresentanza, in questo caso la fuoriuscita dall'Anfia, e con la messa in discussione delle regole delle relazioni sindacali si certifica la scelta di trovare tutti i pretesti possibili per non impegnarsi nel Paese. Con questo annuncio Marchionne si assume la responsabilità di mettere in fibrillazione l'intero sistema auto italiano», conclude Scudiere.

«Ricordiamo a Marchionne che alla Sevel non regna nessuna “anarchia industriale": a praticarla è lui insieme alla Fiat». È quanto afferma il segretario provinciale Fiom-Cgil di Chieti, Marco Di Rocco, a proposito delle dichiarazioni dell'ad Fiat, Sergio Marchionne. Ieri l'amministratore Fiat aveva detto: «Stiamo cercando di fare straordinari alla Sevel in Val di Sangro e più del 20% non si presenta a lavorare perchè ci sono regole sindacali che danno loro il diritto a non venire: io però non posso vendere l'80% di un furgone. Questa non è espressione di democrazia, è anarchia industriale».

«Ricordiamo a Marchionne che grazie al sudore di oltre 6.000 lavoratori questa fabbrica, la sevel di Atessa - dice la Fiom - risulta essere la più produttiva del gruppo Fiat con oltre 1050 veicoli prodotti al giorno e con un utile netto d'esercizio di diversi milioni di euro. In Sevel non regna nessuna anarchia industriale in quanto tutti i lavoratori sono legati a dei tempi di produzione e a saturazione di quasi il 100%. Non hanno il tempo neanche di respirare, ma nonostante questo non abbassano la testa. L'anarchia è una concezione politica basata sull'idea di un ordine fondato sull'autonomia e la libertà degli individui, contrapposto ad ogni forma di Stato e di potere costituito: usando una giusta metafora e, fatti i dovuti distingui, a praticare l'anarchia industriale è Marchionne, insieme alla Fiat. La praticano loro - conclude Di Rocco - perchè rifiutano di applicare il contratto collettivo nazionale del lavoro e le leggi di questo paese, non pagano il saldo del premio di risultato, aumentano i ritmi di lavoro a dismisura, escono da Confindustria, rendono schiavi tutti i lavoratori e non producono nuovi modelli in Italia».

dal siti di Liberazione

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