DOPO IL NULLA DI FATTO con cui si è concluso l'incontro in prefettura con il viceprefetto Zaira Romano (gli immigrati chiedevano una risposta, sono stati solo sollecitati a riproporre le loro istanze) è scattata una nuova protesta. Non eclatante come quella che li vide salire su una gru in via San Faustino, anche perchè il presidio a oltranza in piazza Paolo VI, tra Duomo vecchio e Duomo nuovo, è stato concordato con il vescovo di Brescia Luciano Monari (nell'immagine Fotolive con Arun, uno dei protagonisti della protesta sulla gru dell'inverno scorso). Monsignor Monari, ha riferito padre Mario Toffari, ha ritenuto giuste le motivazioni, che riguardano la protesta contro la finora mancata concessione dei permessi di soggiorno.
qui sotto il corsivo di Massimo Lanzini, capocronaca del Giornale di Brescia, di domenica 22 maggio 2011
«Tra alcuni giorni sua eccellenza il Prefetto farà conoscere, ai diretti interessati ed alla stampa, le proprie valutazioni e l'orientamento della Prefettura. Di più, per ora, non intendiamo dire». Cortese e asciutto come solo un dirigente pubblico sa e deve essere, il funzionario di turno ieri pomeriggio a Palazzo Broletto dava conto con efficacia della posizione del rappresentante del governo nella nostra città: sulla vicenda del presidio degli immigrati - per ora - nessuna risposta.
Eppure una risposta, tanto i «diretti interessati» quanto l'intera città, francamente se la aspetterebbero. Una risposta chiara a due domande chiare: Ministero e Prefettura intendono applicare le esplicite indicazioni della Corte di giustizia europea e del Consiglio di Stato in materia di espulsione e regolarizzazione degli immigrati? E se sì, quando?
Risposte che vanno date. Anzitutto perché una comunità che - giustamente - pretende dai nuovi arrivati il rispetto della legalità deve essere essa stessa pronta ad applicare la norma con rigore e tempestività.
E poi perché è solo dentro un clima di incertezza e di confusione che possono più facilmente crescere momenti di scontro sociale e di tensione. Tensione dalla quale questa città - a causa di scelte e di atteggiamenti che sarebbe semplicistico ascrivere ad una parte sola - si è già vista travolta nei giorni difficili della gru.
Un'altra gru questa città non la vuole. E per evitarla c'è solo una strada: dare risposte, darle subito in maniera chiara, ed esigere - da tutti - un trasparente rispetto delle regole.
dal sito della CGIL di Brescia
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