Dell'Aira, Garatti e Pagani rilasciati dopo otto giorni dalle autorità afgane: "Non colpevoli". L'annuncio dato dalla Farnesina. Napolitano: "Un sollievo per tutti". Dall'Aira: "Sto bene e saluto tutti"
ROMA - Sono stati rilasciati Marco Garatti, Matteo Dall'Aira e Matteo Pagani, i tre operatori di Emergency arrestati l'11 aprile scorso a Lashkar Gah, nel sud dell'Afghanistan, dalle forze di sicurezza afgane, con l'accusa di aver partecipato a un complotto per compiere un attentato contro il governatore della provincia di Helmand. Lo rende noto un comunicato della Farnesina. I tre operatori, riconosciuti "non colpevoli" come attesta un comunicato del Nds, il servizio di intelligence afgano, sono stati condotto presso l'ambasciata d'Italia a Kabul e presto saranno rimpatriati con un volo speciale. "E' un sollievo per noi tutti e, in primo luogo naturalmente, per i familiari", ha commentato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, rilevando che "il governo, e per esso il ministero degli Esteri, ha operato con accortezza e fermezza, aderendo alle preoccupazioni espresse da una vasta opinione pubblica". Anche cinque dei sei cooperanti afgani di Emergency, arrestati insieme ai tre italiani con la stessa accusa, sono stati rilasciati oggi a Kabul. Il sesto, sospettato di aver nascosto le armi nell'ospedale di Lashkar-gah, resta "in custodia". Lo rende noto l'agenzia afghana Pajhwok citando un comunicato dell'Nds, i servizi di intelligence afghani.
ROMA - Sono stati rilasciati Marco Garatti, Matteo Dall'Aira e Matteo Pagani, i tre operatori di Emergency arrestati l'11 aprile scorso a Lashkar Gah, nel sud dell'Afghanistan, dalle forze di sicurezza afgane, con l'accusa di aver partecipato a un complotto per compiere un attentato contro il governatore della provincia di Helmand. Lo rende noto un comunicato della Farnesina. I tre operatori, riconosciuti "non colpevoli" come attesta un comunicato del Nds, il servizio di intelligence afgano, sono stati condotto presso l'ambasciata d'Italia a Kabul e presto saranno rimpatriati con un volo speciale. "E' un sollievo per noi tutti e, in primo luogo naturalmente, per i familiari", ha commentato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, rilevando che "il governo, e per esso il ministero degli Esteri, ha operato con accortezza e fermezza, aderendo alle preoccupazioni espresse da una vasta opinione pubblica". Anche cinque dei sei cooperanti afgani di Emergency, arrestati insieme ai tre italiani con la stessa accusa, sono stati rilasciati oggi a Kabul. Il sesto, sospettato di aver nascosto le armi nell'ospedale di Lashkar-gah, resta "in custodia". Lo rende noto l'agenzia afghana Pajhwok citando un comunicato dell'Nds, i servizi di intelligence afghani.
Strada: "Fallito il tentativo di screditarci". "Mi sembra una bella conclusione", ha affermato il fondatore di Emergency, Gino Strada, aggiungendo però che "qualcuno ha cercato di screditare Emergency e il tentativo è fallito". Dopo le tensioni con il governo italiano, il fondatore della ong ha ringraziato l'esecutivo per il contributo dato alla liberazione dei tre operatori che, ne è certo, "torneranno in Afghanistan", e ha concluso il suo intervento con una battuta: "Invierò una maglietta di Emergency al ministro Frattini, come mi aveva chiesto".
La soddisfazione di Emergency. "Siamo felici che siano liberi, non avevo dubbi perché sono completamente innocenti - ha detto Cecilia Strada - Aspettiamo il loro rientro e il loro abbraccio con le famiglie. La loro liberazione è dipesa dal lavoro di tutti coloro che, sia in Italia che in Afghanistan, hanno cooperato per la loro libertà". Quanto a un eventuale ritorno degli operatori in ospedale, Gino Strada ha detto che Emergency valuterà "il da farsi e la sicurezza della struttura. Non sappiamo cosa sia successo, ci sono punti oscuri, non è chiaro perché sia stata costruita questa trappola, questa montatura all'interno dell'ospedale. Spero che possa riprendere l'attività". Comunque, ha assicurato il fondatore della ong, "non abbiamo mai detto di voler lasciare l'ospedale, che è stato occupato militarmente. Al nostro personale è stato impedito di andare a lavorare ma vogliamo stare lì perché quell'ospedale è la sola possibilità di cura della popolazione".
La soddisfazione di Emergency. "Siamo felici che siano liberi, non avevo dubbi perché sono completamente innocenti - ha detto Cecilia Strada - Aspettiamo il loro rientro e il loro abbraccio con le famiglie. La loro liberazione è dipesa dal lavoro di tutti coloro che, sia in Italia che in Afghanistan, hanno cooperato per la loro libertà". Quanto a un eventuale ritorno degli operatori in ospedale, Gino Strada ha detto che Emergency valuterà "il da farsi e la sicurezza della struttura. Non sappiamo cosa sia successo, ci sono punti oscuri, non è chiaro perché sia stata costruita questa trappola, questa montatura all'interno dell'ospedale. Spero che possa riprendere l'attività". Comunque, ha assicurato il fondatore della ong, "non abbiamo mai detto di voler lasciare l'ospedale, che è stato occupato militarmente. Al nostro personale è stato impedito di andare a lavorare ma vogliamo stare lì perché quell'ospedale è la sola possibilità di cura della popolazione".
Gli operatori: "Abbiamo vissuto momenti terribili". "Sta cominciando adesso a capire che cosa è successo: poi ha dovuto interrompere la telefonata perché doveva restituire il telefono all'ambasciatore e perché gli avevano offerto un bicchiere di champagne", ha detto il papà di Matteo Pagani, intervistato da Skytg24 subito dopo che aveva sentito il figlio al telefono da Kabul. "Un'emozione che ricorderò per tutta la vita", assicura Paola Ballardin, moglie di Matteo Dell'Aira. Matteo, al telefono ha detto di essere "su di morale, forte" di stare bene, e ha salutato tutti. "Siamo molto contenti di essere fuori - ha detto Marco Garatti - abbiamo passato momenti terribili. Siamo soprattutto contenti di essere fuori con il nostro nome completamente pulito. La nostra reputazione e quella di Emergency sono intatte".
dal sito della REPUBBLICA
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