Dopo una breve e relativa tregua, Brescia e la sua provincia tornano in corsa per il primato di pattumiera d'Italia e lo fanno nella maniera peggiore: aprendo una nuova stagione di conferimento in discarica di rifiuti speciali e tossici.
Il blocco in regione del piano rifiuti provinciale, che denota la chiara volontà politica del centrodestra e della Lega di dare continuità alla nefasta politica dei rifiuti sin qui adottata (ottima per i facili guadagni di qualcuno, ma devastante per la salute dei cittadini e per la qualità dell'ambiente), l'illusione o meglio, la necessità di spacciare tali pratiche di smaltimento come elementi utili per l'uscita dalla pesante crisi economica in atto, l'incultura del non rispetto per il bene comune ed il ricorso a scorciatoie ad alto profitto, la brillante assenza di ruolo da parte della provincia in materia sono alcuni degli elementi che hanno portato in pochi mesi all'autorizzazione di discariche a SAN POLO – BUFFALORA e a TRAVAGLIATO e a ipotizzare nuovi impianti a CALVAGESE e CASTEGNATO.
Di fronte a questo desolante quadro appare assai bizzarro il recente atteggiamento pseudoambientalista, assunto dalla Lega, di netta contrarietà alla discarica di CALVAGESE e all'impianto di trattamento rifiuti di VIA CONICCHIO a BOVEZZO, in quanto la Lega è parte in causa, essendo forza di governo a ROMA, in REGIONE e in PROVINCIA, che sono gli enti preposti al rilascio di autorizzazioni per questo tipo di impianti.
È lecito quindi domandarsi quale credibilità possa avere chi si esprime contro la realizzazione della discarica di CALVAGESE (ma non contro quella di SAN POLO), avendo i mezzi, l'autorità, le competenze e le responsabilità politico-istituzionali per rilasciare o meno l'autorizzazione,senza fare di questi strumenti un uso adeguato e condiviso con i cittadini.
Non di sterili dichiarazioni c'è bisogno, ma di atti concreti, come ad esempio una moratoria di tutte le discariche e gli impianti di trattamento di rifiuti, almeno fino all'approvazione definitiva del piano provinciale.
C'è la necessità di ripensare una politica dei rifiuti più legata alle esigenze del territorio, che sappia guardare al futuro. Per questo è impensabile immaginare pratiche diverse dal recupero e dalla salvaguardia ambientale per aree che hanno subito e subiscono forti situazioni di sfruttamento e degrado, come l'area di SAN POLO, e della MACOGNA in FRANCIACORTA.
Con il coinvolgimento diretto dei cittadini va pianificata una seria politica di riduzione dei rifiuti (sia Rifiuti Solidi Urbani che speciali); così come sono maturi i tempi per ripensare il tessuto industriale bresciano perché sia meno inquinante, più attento ed attivo nella ricerca e nella applicazione di una pratica di recupero, diminuzione, riciclo dei rifiuti, anche tossici e speciali, che sia la più pulita possibile.
Un ruolo quest'ultimo che ben si addice ad un'azienda come A2A (dove la Lega ha un ruolo importante), se questa azienda, invece di pensare al nucleare ed alla finanza, volesse tornare a disposizione dei cittadini come azienda di pubblica utilità.
In questa direzione ci accingiamo ad operare sul territorio, adoperandoci nel contempo per favorire un dialogo tra tutti i soggetti sensibili a queste tematiche, affinché si apra quella coltre di indifferenza che attanaglia la società bresciana e la partecipazione ricominci ad agire nel dibattito politico.
dal sito di Rifondazione di Brescia
Il blocco in regione del piano rifiuti provinciale, che denota la chiara volontà politica del centrodestra e della Lega di dare continuità alla nefasta politica dei rifiuti sin qui adottata (ottima per i facili guadagni di qualcuno, ma devastante per la salute dei cittadini e per la qualità dell'ambiente), l'illusione o meglio, la necessità di spacciare tali pratiche di smaltimento come elementi utili per l'uscita dalla pesante crisi economica in atto, l'incultura del non rispetto per il bene comune ed il ricorso a scorciatoie ad alto profitto, la brillante assenza di ruolo da parte della provincia in materia sono alcuni degli elementi che hanno portato in pochi mesi all'autorizzazione di discariche a SAN POLO – BUFFALORA e a TRAVAGLIATO e a ipotizzare nuovi impianti a CALVAGESE e CASTEGNATO.
Di fronte a questo desolante quadro appare assai bizzarro il recente atteggiamento pseudoambientalista, assunto dalla Lega, di netta contrarietà alla discarica di CALVAGESE e all'impianto di trattamento rifiuti di VIA CONICCHIO a BOVEZZO, in quanto la Lega è parte in causa, essendo forza di governo a ROMA, in REGIONE e in PROVINCIA, che sono gli enti preposti al rilascio di autorizzazioni per questo tipo di impianti.
È lecito quindi domandarsi quale credibilità possa avere chi si esprime contro la realizzazione della discarica di CALVAGESE (ma non contro quella di SAN POLO), avendo i mezzi, l'autorità, le competenze e le responsabilità politico-istituzionali per rilasciare o meno l'autorizzazione,senza fare di questi strumenti un uso adeguato e condiviso con i cittadini.
Non di sterili dichiarazioni c'è bisogno, ma di atti concreti, come ad esempio una moratoria di tutte le discariche e gli impianti di trattamento di rifiuti, almeno fino all'approvazione definitiva del piano provinciale.
C'è la necessità di ripensare una politica dei rifiuti più legata alle esigenze del territorio, che sappia guardare al futuro. Per questo è impensabile immaginare pratiche diverse dal recupero e dalla salvaguardia ambientale per aree che hanno subito e subiscono forti situazioni di sfruttamento e degrado, come l'area di SAN POLO, e della MACOGNA in FRANCIACORTA.
Con il coinvolgimento diretto dei cittadini va pianificata una seria politica di riduzione dei rifiuti (sia Rifiuti Solidi Urbani che speciali); così come sono maturi i tempi per ripensare il tessuto industriale bresciano perché sia meno inquinante, più attento ed attivo nella ricerca e nella applicazione di una pratica di recupero, diminuzione, riciclo dei rifiuti, anche tossici e speciali, che sia la più pulita possibile.
Un ruolo quest'ultimo che ben si addice ad un'azienda come A2A (dove la Lega ha un ruolo importante), se questa azienda, invece di pensare al nucleare ed alla finanza, volesse tornare a disposizione dei cittadini come azienda di pubblica utilità.
In questa direzione ci accingiamo ad operare sul territorio, adoperandoci nel contempo per favorire un dialogo tra tutti i soggetti sensibili a queste tematiche, affinché si apra quella coltre di indifferenza che attanaglia la società bresciana e la partecipazione ricominci ad agire nel dibattito politico.
dal sito di Rifondazione di Brescia
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