I lavoratori dei cinque siti di Ideal Standard in Italia sono uniti nel respingere il duro piano di ristrutturazione presentato tre mesi fa dalla proprietà "Bain Capital", che prevede 650 esuberi e la chiusura degli impianti di Brescia e Gozzano (Novara). Il coordinamento sindacale unitario del gruppo, riunito a Bologna, non solo appoggia la decisione dei 130 operai bresciani (11 dei quali interinali) di occupare la fabbrica, ma ha anche proclamato un pacchetto di 24 ore di sciopero in risposta all'ultima provocazione degli americani: l'annuncio della chiusura del forno che, da oltre 50 anni, consente la produzione di sanitari per bagno nello stabilimento di via Milano.Ieri i lavoratori, già protagonisti a Brescia di un presidio davanti ai cancelli durato 84 giorni, hanno tracciato insieme le tappe di un nuovo percorso di lotta. Il 28 settembre si terrà una manifestazione sotto al ministero dello Sviluppo Economico, in occasione dell'incontro di verifica con il sottosegretario Stefano Saglia. Quel giorno a scioperare per otto ore saranno solo i lavoratori del sito di Roccasecca (Frosinone), dove i posti a rischio sono 42 su un totale 370 dipendenti.Il giorno dopo otto ore di sciopero in tutto il gruppo Ideal Standard - tranne il Lazio - con manifestazione a Bologna. Le restanti otto ore di sciopero sono state affidate ai singoli stabilimenti. La voce della protesta arriverà presto anche in Europa: è infatti in fase di organizzazione una manifestazione a Bruxelles con data da definire, probabilmente i primi di ottobre.La vertenza si profila durissima. Basti pensare che la proprietà, come alternativa al licenziamento, ha proposto ai lavoratori il trasferimento, tra l'altro in Inghilterra, Bulgaria, Polonia. L'ennesima provocazione, ovviamente respinta dai sindacati: «Noi combattiamo per mantenere il posto a Brescia», gridano in coro gli operai, che hanno ricevuto la solidarietà delle istituzioni. L'amministrazione comunale, in più di una occasione, ha garantito come non sarà assolutamente modificata la destinazione d'uso dell'area occupata dalla fabbrica. Al fianco dei lavoratori in lotta si sono schierate le forze politiche di sinistra, da Rifondazione Comunista al Pd. L'occupazione della fabbrica a Brescia non è stata gradita dall'azienda, che ha reagito con un comunicato teso a dividere i lavoratori. Secondo Bain Capital, trasferire il centro logistico a Brescia «comporterebbe al netto del terreno investimenti per oltre 18 milioni di euro. Una cifra ragguardevole che minerebbe l'intero piano di rilancio di Ideal Standard» in Italia. «Un dato falso, l'ennesima provocazione dell'azienda - ribatte Dario Filippini, della Filcem Cgil lombarda -con 18 milioni si fa un edificio di 12 piani, altro che un centro logistico».
da liberazione del 24/09/09
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