giovedì 6 agosto 2009

Innse, a oltranza sul carro ponte...

dal sito della Republica:

Un'altra notte a venti metri d'altezza per i cinque operai della fabbrica "Si dorme male e ci sono le zanzare, ma non molliamo".
Innse, a oltranza sul carro ponte, Rinaldini: "C'è un compratore", "Il Prefetto blocchi lo smantellamento dei macchinari"

Un'altra notte sul carro ponte a venti metri d'altezza per i cinque operai della Innse. Nessuno intende mollare, a maggiore ragione adesso che sul tavolo ci sarebbe una nuova proposta di acquisto dello stabilimento e dei macchinari.
Per telefono i cinque fanno sapere che lassù non è pericoloso, ma certo non è comodo: "Dormiamo male e solo a turno e c'è pieno di zanzare". E temono anche che qualcuno decida un atto di forza, di tirarli giù dalla grande struttura (come un terrazzo mobile, giallo e dotato di parapetti che attraversa tutto il capannone) per chiudere una vicenda che sta diventando un simbolo della crisi. Nel frattempo il segretario della Fiom Gianni Rinaldini apre uno spiraglio di speranza "la situazione è in movimento, e potrebbero esserci novita' positive nelle prossime ore". Secondo Rinaldini esiste una proposta, giunta da una societa' di cui non ha voluto dire il nome, che comprende l'acquisto dei macchinari (che però sono già stati venduti) e il mantenimento del livello occupazionale. Non esistono piu', secondo il segretario della Fiom, le condizioni con cui il Prefetto giustificava lo smantellamento dei macchinari. "Alla luce di questa novita' - aggiuge Rinaldini - chiediamo che si blocchi l'operazione".
Quel che appare certo è che la determinazione degli operai resta intatta. "Non ci prenderanno per stanchezza - fanno sapere collegati via telefono - reagiremo e cercheremo di modificare la situazione. Non stiamo fermi ad aspettare che qualcuno ci dica qualcosa che non ci dice e stiamo ragionando su eventuali altre, eclatanti, azioni simboliche". Una determinazione che non è scalfita neanche dalle loro condizioni personali: "Siamo sporchi da fare schifo perchè da tre giorni non ci laviamo, siamo in uno spazio stretto pieno di olio e di grasso dei macchinari, siamo una zattera a venti metri di altezza e distaccati dalla concretezza. Siamo sotto il tetto: fa caldo per tutto il giorno tranne che tra le 4 e le 5 del mattino quando arriva un po' di freddo".
Riguardo alla possibilità di scendere dalla gru i cinque lavoratori non hanno esitazioni: "L'unica condizione per scendere è una risposta positiva alle richieste che abbiamo fatto". Mentre risuonano ancora le parole del proprietario della fabbrica, Silvano Genta, che taglia corto: "Con voi non tratto".

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