dal Sito della Camera del lavoro di Brescia:
Non smentendo le abitudini italiane, nella nuova legge sulla sicurezza c'è di tutto: dalle ronde dei cittadini al carcere duro per i mafiosi passando per la patente a punti per chi va in bicicletta.
La sintesi, se la si vuole trovare, la fa però in modo chiaro il nostro sindacato di polizia Silp Cgil quando dice che la cosa più sbagliata e pericolosa della legge appena approvata è l'assenza, nel provvedimento, di un progetto sulla sicurezza e di un piano di rafforzamento delle forze di polizia. Già, è proprio così: il Governo ha preferito ricorrere a strumenti di facciata, come le ronde, che renderanno più difficile il lavoro degli operatori di polizia che saranno costretti a vigilare sulle ronde, o come il reato di ingresso clandestino che farà esplodere, per sovraccarico, il circuito giudiziario già in gran crisi di efficienza.
Sono questi alcuni dei passaggi del volantino che verrà distribuito nei prossimi giorni in migliaia di copie ai lavoratori e alle lavoratrici bresciani. Documento Un paese meno libero e più insicuro
Di seguito il documento "Quando la demagogia si scontra con le Badanti" a cura del Dipartimento Welfare Camera del Lavoro di Brescia
"Il recente provvedimento Sicurezza , varato dal Governo con un voto di fiducia che ha impedito la pur minima discussione in Parlamento, si è incagliato sulle badanti. Il Paese da tempo non affronta i gravi problemi della sicurezza sociale, primo tra tutti il dover garantire una doverosa assistenza alle persone non autosufficienti, anziani ma sempre più anche giovani con gravi patologie. Le famiglie italiane, in mancanza di una risposta istituzionale che ponga l'Italia almeno alla pari con le politiche degli altri paesi europei sul problema della non autosufficienza , sono state costretti ad «arrangiarsi» e hanno cercato persone disponibili, «le badanti», in grado di aiutare la persona non autosufficiente.
Il risultato è stato l'arruolamento in maniera clandestina di donne, per la stragrande maggioranza provenienti dai paesi dell'Est Europa, che ormai superano per numero gli stessi operatori del servizio sanitario nazionale (circa 700mila). Per convenienza e per anni i nostri governanti, così intransigenti verso gli stranieri, hanno preferito non vedere il problema, hanno tollerato che queste persone vivano presso le famiglie, senza una vera tutela legale, senza uno stipendio minimo garantito, spesso senza orari. E, spesso, senza la possibilità di ricongiungersi con i loro famigliari rimasti nei paesi di origine.
Continua la lettura del documento
Il divieto di segnalazione dello straniero in condizioni di irregolarità di soggiorno che accede ai servizi sanitari alla luce delle nuove disposizioni del cosiddetto "pacchetto sicurezza". Analisi giuridica
In allegato il documento sul divieto di segnalazione dello straniero di Medici Senza Forntiere, Associazione Studi giuridici sull'immigrazione, Società italiana di Medicina delle migrazioni e Osservatorio italiano sulla Salute Globale. Il documento
Nessun commento:
Posta un commento