Sei persone, e non un pullman come annunciato alla stampa, sono venute a Roma da Brescia per protestare contro il commissariamento della federazione del Prc. Al contrario di quanto dichiarato, non vi è stato alcun atto illegittimo da parte della Direzione Nazionale: il commissariamento è stato infatti ritenuto legittimo dal Collegio Nazionale di Garanzia e votato dalla Direzione Nazionale a larghissima maggioranza (3 voti contrari).Siamo stati costretti a ricorrere a questo provvedimento poiché l'ex gruppo dirigente di Brescia ha sistematicamente sostenuto nella federazione di competenza una linea politica opposta a quella decisa democraticamente al congresso nazionale di Chianciano e coincidente con quella sostenuta da coloro che con Vendola sono usciti dal Partito. Nell'ultimo Comitato federale l'ex gruppo dirigente, compresa la segretaria, si è rifiutato di porre in votazione e di votare un ordine del giorno contro la scissione. Non si è voluto organizzare, nonostante fosse stata proposta da numerosi circoli, una iniziativa pubblica contro la scissione con la presenza del segretario nazionale Paolo Ferrero e del direttore di Liberazione Dino Greco. Nessun atto autoritario, quindi, né tanto meno illegittimo, ma solo un intervento per riconsegnare agli iscritti e alla città di Brescia il Partito della Rifondazione Comunista così democraticamente deciso al congresso nazionale.A proposito della presunta "volontà repressiva" del gruppo dirigente nazionale, ci permettiamo di segnalare che Maurizio Zipponi e Mirko Lombardi, dirigenti nazionali e iscritti alla federazione di Brescia -- che sui giornali hanno coperto di insulti il Prc -- sono ad oggi ancora dipendenti del Prc dal quale non disdegnano di incassare ogni mese il loro stipendio.
Nella Foto, Alfio Nicotra segretario regionale del PRC Lombardia e Claudio Grassi della segreteria nazionale, lunedì 2 Febbraio hanno partecipato al comitato politico di Brescia seduti in fondo alla sala perchè non sono stati voluti dalla segreteria al tavolo della presidenza.
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