venerdì 6 marzo 2009

Basta con la sicurezza a senso unico, è tempo dell’accoglienza e del dialogo.

Come costruire una città per tutti , laica, antirazzista e multiculturale, questo è stato il tema dell’assemblea pubblica organizzata a Chiari dal tavolo della pace della Franciacorta.

Sono intervenuti Vittorio Agnoletto, Europarlamentare (eletto come indipendente nelle file del PRC) e Ibrahim Niane della CGIl di Brescia.
Molto riuscita e partecipata l’assemblea di ieri sera, anche se premetto, sono arrivato con 45 minuti di ritardo, quindi alle solita difficoltà di riassumere, mi manca il pezzo iniziale dell’incontro.
Da Agnoletto, la spiegazione sulla grande crisi a Gaza, dopo la guerra, la fame.
Spiegava che un milione e mezzo di palestinesi sono confinati nella Striscia di Gaza, tra le macerie delle loro scuole, delle loro case, dei loro ospedali. Dopo gli attacchi israeliani, secondo l'Onu, avrebbero bisogno di 700 camion al giorno di aiuti umanitari: ne entrano al massimo 45. I camion con il cibo devono sostare giorni interi nelle città israeliane, gli alimenti si deteriorano e le agenzie umanitarie internazionali pagano pure i costi del deposito.
Israele chiude i valichi a suo piacimento, impedisce l'arrivo di materiali "pericolosi" come i maccheroni (non catalogati come aiuti), nega la libertà di circolazione ai palestinesi. Ed è questa la priorità oggi per chi vive nella Striscia, dove sono appena stato con altri eurodeputati.
Poi passa a come la globalizzazione liberista, cioè il dominio degli interessi economici-finanziari sia al di fuori di qualunque regola politica. Sono l’economia e la finanza che dettano la propria legge, è il trionfo del mercato come ideologia assoluta.
Tuttavia crede che le pratiche di boicottaggio contro le multinazionali siano un'alternativa possibile, pur non risolvendo tutto il problema. Per provare a cercare soluzioni di più ampio respiro, dobbiamo allora affrontare di petto le questioni economiche e non solo nazionali. Come? Impegnandoci perché ci siano norme a favore delle aziende che rispettano i diritti umani e delle imprese che mantengono i legami col territorio. L'emblema di quest'argomentazione è l’agricoltura. Noi sappiamo, oggi, che l’Unione Europea sostiene questo settore attraverso enormi sovvenzioni economiche ai contadini del vecchio continente. L'obiettivo di tali contributi è quello di potenziare la vendita nei paesi del sud del mondo - o comunque all’estero - dei prodotti agricoli europei, attraverso un meccanismo di dumping. Ovvero mediante la vendita di un prodotto a un prezzo inferiore rispetto al costo di produzione. Un esempio: ipotizziamo che in Europa la produzione di una mela costi 10 e in Africa 5, se l’Europa per ogni mela prodotta dà un contributo di 8, chi la va a vendere in Africa a 3 comunque ci guadagna, mentre chi in Africa vende a 5 è fuori dalla competizione. Esiste pertanto una concorrenza sleale con i prodotti del sud del mondo. Ma poiché gran parte dell’agricoltura Europea è nelle mani di alcune grandi concentrazioni di Agro-Business, - cioè aziende transnazionali - con questo meccanismo dei finanziamenti non si fa altro che aiutare le grandi multinazionali europee, mentre falliscono i piccoli contadini o le aziende a conduzione familiare che ben conosciamo in Italia, e contemporaneamente vengono ridotti alla fame i contadini africani. Dovremmo allora abolire i finanziamenti all’agricoltura per l’esportazione, che distruggono l’economia del sud del mondo e rafforzano le multinazionali, e convogliarli verso la produzione agricola ad uso locale. È una delle pagine più brutte dell’attuale globalizzazione. La produzione di farmaci è tutta nelle mani di una decina di multinazionali. Un dramma, visto che parliamo di farmaci, non di merci come le altre, ma di uno strumento fondamentale per garantire la vita alle persone. Molte sperimentazioni di farmaci sono fatte in Africa, dove tante persone vengono utilizzate come vere e proprie cavie. E alla fine, quando si stabilisce l'efficacia del farmaco, esso viene venduto nell’emisfero nord-occidentale del pianeta ma non è disponibile per le popolazioni che ne hanno reso possibile la sperimentazione. A questo si aggiunga il mancato rispetto dell'etica in molte sperimentazioni realizzate in Africa.
Poi ha risposto sui CPT , di come siano sovraffollati, con pochissima igiene, di come vengano disattese le regole e tempistiche di soggiorno, ad esempio, come la causa dell’incendio scoppiato recentemente a Lampedusa, dopo che i responsabili del centro, volevano far firmare l’entrata al centro con un mese posticipato, per una loro inadempienza, con il rischio che alla fine gli immigrati, possano soggiornarvi obbligatoriamente per molti più mesi e poi dopo un pacifico sciopero della fame, dopo una forzatura delle forze di polizia, è scoppiata la rivolta con l’incendio che tutti abbiamo visto.
Negativa anche la direttiva del governo sulla denuncia dei medici dell’immigrato clandestino, che si rivolge alle strutture per farsi curare, perché oltre all’etica del medico sulla questione, c’è anche il rischio di epidemie, perché per dalla paura di essere espulsi, si guarderanno bene dal farsi curare.
Niane spiega la vicenda dell’ormai noto bonus bebè a Brescia e l'esperienze dei migranti bresciani che si rivolgono a loro nei sportelli.

Complimenti agli organizzatori dell assemblea ed appuntamento a tutti per domenica 22 Marzo alla marcia della pace in Franciacorta, con partenza da Chiari.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bertolt Brecht

Veramente, vivo in tempi bui!
La parola disinvolta è folle. Una fronte liscia
indica insensibilità. Colui che ride
probabilmente non ha ancora ricevuto
la terribile notizia.

Che tempi sono questi in cui
un discorso sugli alberi è quasi un reato
perché comprende il tacere su così tanti crimini!
Quello lì che sta tranquillamente attraversando la strada
forse non è più raggiungibile per i suoi amici
che soffrono?

È vero: mi guadagno ancora da vivere
ma credetemi: è un puro caso. Niente
di ciò che faccio mi da il diritto di saziarmi.
Per caso sono stato risparmiato. (Quando cessa la mia fortuna sono perso)

Mi dicono: mangia e bevi! Accontentati perché hai!
Ma come posso mangiare e bere se
ciò che mangio lo strappo a chi ha fame, e
il mio bicchiere di acqua manca a chi muore di sete?
Eppure mangio e bevo.

Mi piacerebbe anche essere saggio.
Nei vecchi libri scrivono cosa vuol dire saggio:
tenersi fuori dai guai del mondo e passare
il breve periodo senza paura.

Anche fare a meno della violenza
ripagare il male con il bene
non esaudire i propri desideri, ma dimenticare
questo è ritenuto saggio.
Tutto questo non mi riesce:
veramente, vivo in tempi bui!

Voi, che emergerete dalla marea
nella quale noi siamo annegati
ricordate
quando parlate delle nostre debolezze
anche i tempi bui
ai quali voi siete scampati.

Camminavamo, cambiando più spesso i paesi delle scarpe,
attraverso le guerre delle classi, disperati
quando c'era solo ingiustizia e nessuna rivolta.

Eppure sappiamo:
anche l'odio verso la bassezza
distorce i tratti del viso.
Anche l'ira per le ingiustizie
rende la voce rauca. Ah, noi
che volevamo preparare il terreno per la gentilezza
noi non potevamo essere gentili.

Ma voi, quando sarà venuto il momento
in cui l'uomo è amico dell'uomo
ricordate noi
Con indulgenza.

Ciao

Guru