Mercatone Uno al capolinea I lavoratori non si arrendono
CASTEGNATO. Una lettera aperta ai cittadini in vista dello sciopero
È una mobilitazione anche mediatica quella che vede protagonisti i
dipendenti di una delle infinite realtà dell´Italia in crisi. I
lavoratori del centro di Castegnato della catena commerciale «Mercatone
uno» hanno deciso di scrivere una lettera aperta ai cittadini del paese
per spiegare le loro ragioni in vista dello sciopero generale del
gruppo, in calendario il primo aprile
Ricordiamo che per cercare di
evitare la chiusura del punto vendita bresciano, i 32 lavoratori e la
Filcamc Cgil che li rappresenta hanno programmato a partire dal 21 marzo
ben otto giornate di sciopero. Sciopero che ora è proclamato a oltranza
anche per contrastare la «svendita straordinaria» decisa dalla
proprietà, che significherebbe uno smantellamento certo della realtà
castegnatese.
A darne notizia alla gente del paese sono gli stessi
lavoratori con il sindacato, nella citata lettera aperta distribuita al
mercato settimanale e direttamente per le strade. Nel documento si
riassume la vertenza che riguarda 1.700 dipendenti su 3.700 di 34 dei 79
ipermercati sparsi in Italia, e si sottolinea l´incomprensibile scelta
di inserire quello bresciano nell´elenco di quelli da chiudere dopo che
«nel 2014 si è distinto positivamente per aver raggiunto tutti gli
obiettivi di budget fissati dall´azienda».
Ma la vertenza è di tutto
il gruppo, e in vista dell´incontro che si terrà il primo aprile a Roma
al ministero dello Sviluppo economico, i sindacati nazionali di
categoria di Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato lo sciopero generale in
tutti i 79 «mercatoni».
«Saremo presenti con una delegazione del
nostro ipermercato», scrivono ancora nella lettera aperta; che prosegue
con l´augurio che la vertenza «giusta e necessaria messa in atto, possa
essere compresa e sostenuta dal territorio e in particolare da
Castegnato». Intanto, le maestranze ringraziano l´amministrazione
comunale per la disponibilità all´ascolto, e per i molti messaggi di
solidarietà ricevuti anche al presidio. G.O.
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