Il Comitato Lombardo per la Vita Indipendente delle Persone
con Disabilità invita i cittadini, per giovedì 18 luglio a Milano, al
volantinaggio previsto davanti alla sede della Regione Lombardia, con
cui chiedere impegni precisi, alla Giunta Regionale, sui finanziamenti
indiretti per l’assistenza personale, ritenuti l’intervento principale
che garantisce il Diritto alla Vita Indipendente delle persone con
disabilità che ne facciano richiesta

Lo si legge in un comunicato prodotto dal Comitato Lombardo per la Vita Indipendente delle Persone con Disabilità, aderente a ENIL Italia (European Network on Independent Living), con il quale si annuncia per giovedì 18 luglio (ore 10-18) e, se necessario, anche per lunedì 22 e mercoledì 24 luglio, un volantinaggio a Milano, presso la sede della Regione Lombardia (Piazza Città di Lombardia, 1).
«Noi persone con disabilità grave – si legge ancora nel comunicato –
siamo in grado di autodeterminarci, vivere una vita come tutti,
organizzando la nostra giornata, perseguendo le nostre scelte e progetti
– andando incontro a successi e fallimenti – come ogni persona senza
disabilità. Poco cambia, nella sostanza, se in certi casi occorre la
mediazione di tutori o di amministratori di sostegno. Ma la presenza di
una disabilità grave non ci permette di vivere in modo autonomo e
necessitiamo di avere uno o più assistenti personali,
persone assunte e stipendiate da noi, per alzarci, mangiare, uscire,
studiare, lavorare, vivere nella propria casa, sposarci, avere figli
ecc. Senza l’assistente non possiamo vivere, nel senso
compiuto della parola (lo stesso senso che si evince da molti articoli
della Costituzione Italiana): stiamo quindi parlando dei Livelli Essenziali di Vita per una persona in situazione di gravità».
«Durante un incontro del 13 giugno scorso – viene poi ricordato – con Maria Cristina Cantù, assessore regionale alla Famiglia, alla Solidarietà Sociale e al Volontariato, e con i suoi funzionari, ci era sembrato di cogliere la volontà politica di sciogliere le riserve e le rigidità che le precedenti Giunte Regionali avevano tenuto salde nei confronti del diritto alla Vita Indipendente delle Persone con disabilità. Ma le risposte che abbiamo ricevuto sono state ancora una volta vaghe, oltre che informali, come a voler dare per scontata una volontà di ascolto che, in dodici anni di insistenze, non ci è mai stata dimostrata. Sappiamo benissimo che le risorse economiche sono ridotte maggiormente ed è per questo motivo che insistiamo sulla necessità di ottimizzarle, dando priorità all’assistenza personale indiretta che, oltre ad essere la migliore risposta per il superamento del disagio e dell’isolamento che la disabilità porta con sé nella stragrande maggioranza dei casi, costa meno dei ricoveri nelle strutture protette o, a parità di ore, delle prestazioni fornite dalle cooperative».
«Durante un incontro del 13 giugno scorso – viene poi ricordato – con Maria Cristina Cantù, assessore regionale alla Famiglia, alla Solidarietà Sociale e al Volontariato, e con i suoi funzionari, ci era sembrato di cogliere la volontà politica di sciogliere le riserve e le rigidità che le precedenti Giunte Regionali avevano tenuto salde nei confronti del diritto alla Vita Indipendente delle Persone con disabilità. Ma le risposte che abbiamo ricevuto sono state ancora una volta vaghe, oltre che informali, come a voler dare per scontata una volontà di ascolto che, in dodici anni di insistenze, non ci è mai stata dimostrata. Sappiamo benissimo che le risorse economiche sono ridotte maggiormente ed è per questo motivo che insistiamo sulla necessità di ottimizzarle, dando priorità all’assistenza personale indiretta che, oltre ad essere la migliore risposta per il superamento del disagio e dell’isolamento che la disabilità porta con sé nella stragrande maggioranza dei casi, costa meno dei ricoveri nelle strutture protette o, a parità di ore, delle prestazioni fornite dalle cooperative».
«Già dallo scorso anno – conclude il comunicato del Comitato Lombardo – molte Persone con disabilità si sono viste tagliare i finanziamenti
necessari a garantire i rispettivi doveri contrattuali e altre fra noi,
il prossimo mese, non potranno neanche pagare i loro assistenti
personali e quindi non sapranno nemmeno dove, come, con chi vivere e condurre la propria esistenza. Ci piacerebbe quindi scoprire, davanti alla Regione Lombardia, che non siamo – come alle volte sembra – così soli con le nostre preoccupazioni,
vorremmo infatti constatare che i nostri Diritti Umani e di
Cittadinanza sono sentiti dalle altre Cittadine e dagli altri Cittadini
come problemi anche loro, perché è così, e capirlo, testimoniarlo e
diffonderlo è una forma di Civiltà». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: vitaindiplombardia@yahoo.it
http://www.superando.it
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