A NOVEMBRE PRIMA RATA DELLA NUOVA TASSA: 29 MILIONI PER COPRIRE IL SERVIZIO, IL RESTO A STATO E PROVINCIA
Riduzione del 75% per oratori, convitti, enti di beneficenza; dell'80% per scuole e del 20% per le famiglie numerose
I
rifiuti costano cari. Per i cittadini bresciani un salasso di oltre
34,5 milioni di euro. Soldi che in gran parte serviranno per coprire i
costi di raccolta e smaltimento (com'era anche per la Tia) con in più la
gabella statale di 30 centesimi a metro quadro, una maggiorazione che
per la città vale 4 milioni di euro.
La nuova tassa comunale sui rifiuti e sui servizi (Tares), entrata in vigore il 1° gennaio, è stata istituita con il decreto Salvaitalia. L'impianto non si discosta dalla vecchia Tia: in sostanza, per un'utenza domestica, la tariffa è commisurata «alle quantità dei rifiuti prodotti», vale a dire calcolata in base al numero dei componenti del nucleo familiare e alle dimensioni dell'abitazione cui va sommata una «quota fissa» che copre i costi di esercizio; per gli altri tipi di utenze, c'è un'apposita tabella con le diverse categorie, dalle scuole, che hanno la tariffa più bassa, a fioristi e ristoranti. La Tares ricalca quest'impostazione, ma in più vi applica la «maggiorazione» di 0,30 euro per metro quadrato, che finisce nelle casse statali.
Lunedì il consiglio comunale ha definito le date di scadenza per il pagamento della nuova tassa. Rispetto all'ipotesi iniziale le prime due rate sono slittate al 30 novembre e al 31 dicembre, come proposto dal Pdl (la cosa ha creato qualche tensione nel Pd, dopo l'apertura all'opposizione di Alberto Martinuz poco gradita dal capogruppo Fabio Capra). Il conguaglio resta invece fissato al 28 febbraio, data nella quale bisognerà versare la maggiorazione che finirà a Roma.
Il 30 luglio la giunta ha invece varato il regolamento, con relative agevolazioni, che ricalcano quelle della Tia per disorientare il meno possibile i cittadini. Resta così la riduzione del 75% per oratori, convitti, enti di beneficenza; la riduzione dell'80% per le scuole e lo sconto del 20% per le famiglie numerose. Per il resto la Tares è un tributo che non porta nulla nelle casse della Loggia (che anzi ci mette di suo 550mila euro per finanziare le agevolazioni). La fetta maggiore, 29.324.368 euro, è la cifra che Aprica chiede al Comune per coprire i costi del servizio. Soldi che il Comune incassa e gira ad Aprica. In base alla legge non vi devono infatti essere utili o perdite, ma il tributo deve solo coprire i costi del servizio. Poi vi è la maggiorazione statale, calcolata in 4 milioni di euro, visto che la superficie complessiva delle utenze bresciane è di 13,6 milioni di metri quadrati. Infine vi è il contributo provinciale, nel 2012 fissato al 5% (il massimo consentito), nel 2013 sceso al 3,8%, proprio per calmierare in parte l'aumento della Tares. In tutto al Broletto andranno 1.114.326 euro.
Ma lo schema potrebbe subire alcune modifiche. La Loggia si è infatti presa una settimana di tempo, ha spiegato l'assessore al Bilancio Paolo Panteghini, per «verificare la quantità degli importi ma anche la qualità del servizio offerto da Aprica». Per entrambi gli aspetti il Comune non sembra certo soddisfatto: si sa, per esempio, che l'amministrazione vuole spingere sulla differenziata; per ora si cercherà di ridurre la richiesta di Aprica, sapendo che i 29,3 milioni sono «il tetto massimo». I margini sono risicati, ma qualcosa si potrà limare (e quindi far risparmiare ai cittadini). Di certo, ha aggiunto Panteghini, c'è che dal prossimo anno il servizio amministrativo sulla Tares, oggi affidato direttamente ad Aprica (costo 658mila euro), verrà messo a gara. Impossibile per l'ufficio tributi comunale gestirlo in proprio, ma un po' di competizione tra aziende diverse dovrebbe portare qualche risparmio.
INVITA I TUOI AMICI
La nuova tassa comunale sui rifiuti e sui servizi (Tares), entrata in vigore il 1° gennaio, è stata istituita con il decreto Salvaitalia. L'impianto non si discosta dalla vecchia Tia: in sostanza, per un'utenza domestica, la tariffa è commisurata «alle quantità dei rifiuti prodotti», vale a dire calcolata in base al numero dei componenti del nucleo familiare e alle dimensioni dell'abitazione cui va sommata una «quota fissa» che copre i costi di esercizio; per gli altri tipi di utenze, c'è un'apposita tabella con le diverse categorie, dalle scuole, che hanno la tariffa più bassa, a fioristi e ristoranti. La Tares ricalca quest'impostazione, ma in più vi applica la «maggiorazione» di 0,30 euro per metro quadrato, che finisce nelle casse statali.
Lunedì il consiglio comunale ha definito le date di scadenza per il pagamento della nuova tassa. Rispetto all'ipotesi iniziale le prime due rate sono slittate al 30 novembre e al 31 dicembre, come proposto dal Pdl (la cosa ha creato qualche tensione nel Pd, dopo l'apertura all'opposizione di Alberto Martinuz poco gradita dal capogruppo Fabio Capra). Il conguaglio resta invece fissato al 28 febbraio, data nella quale bisognerà versare la maggiorazione che finirà a Roma.
Il 30 luglio la giunta ha invece varato il regolamento, con relative agevolazioni, che ricalcano quelle della Tia per disorientare il meno possibile i cittadini. Resta così la riduzione del 75% per oratori, convitti, enti di beneficenza; la riduzione dell'80% per le scuole e lo sconto del 20% per le famiglie numerose. Per il resto la Tares è un tributo che non porta nulla nelle casse della Loggia (che anzi ci mette di suo 550mila euro per finanziare le agevolazioni). La fetta maggiore, 29.324.368 euro, è la cifra che Aprica chiede al Comune per coprire i costi del servizio. Soldi che il Comune incassa e gira ad Aprica. In base alla legge non vi devono infatti essere utili o perdite, ma il tributo deve solo coprire i costi del servizio. Poi vi è la maggiorazione statale, calcolata in 4 milioni di euro, visto che la superficie complessiva delle utenze bresciane è di 13,6 milioni di metri quadrati. Infine vi è il contributo provinciale, nel 2012 fissato al 5% (il massimo consentito), nel 2013 sceso al 3,8%, proprio per calmierare in parte l'aumento della Tares. In tutto al Broletto andranno 1.114.326 euro.
Ma lo schema potrebbe subire alcune modifiche. La Loggia si è infatti presa una settimana di tempo, ha spiegato l'assessore al Bilancio Paolo Panteghini, per «verificare la quantità degli importi ma anche la qualità del servizio offerto da Aprica». Per entrambi gli aspetti il Comune non sembra certo soddisfatto: si sa, per esempio, che l'amministrazione vuole spingere sulla differenziata; per ora si cercherà di ridurre la richiesta di Aprica, sapendo che i 29,3 milioni sono «il tetto massimo». I margini sono risicati, ma qualcosa si potrà limare (e quindi far risparmiare ai cittadini). Di certo, ha aggiunto Panteghini, c'è che dal prossimo anno il servizio amministrativo sulla Tares, oggi affidato direttamente ad Aprica (costo 658mila euro), verrà messo a gara. Impossibile per l'ufficio tributi comunale gestirlo in proprio, ma un po' di competizione tra aziende diverse dovrebbe portare qualche risparmio.
Nessun commento:
Posta un commento