
A incrociare le braccia saranno i 115.000 medici e veterinari, oltre
ai 20.000 dirigenti e amministrativi, tecnici e professionali dipendenti
del Servizio sanitario, e anche i medici in formazione specialistica.
Rimandati, quindi, gli interventi programmati e le visite ambulatoriali,
mentre saranno garantite le emergenze.
”Siamo al limite della sopravvivenza del sistema – ha spiegato
Massimo Cozza, segretario nazionale dei medici della Cgil – e le
condizioni di lavoro, la penuria di risorse, la dilagante precarietà che
colpisce 10mila giovani medici che rischiano di invecchiare senza
certezze lavorative, il blocco dei contratti imposto da oltre 4 anni e
la strisciante privatizzazione della sanità impongono una reazione. Il
sistema sanitario nazionale è sotto attacco, vittima di interessi
economici e dell’ottusa logica dell’austerità senza diritti. Bisogna
utilizzare questo sciopero – conclude Cozza – per spiegare che la nostra
sanità non è né costosa né pletorica, che il contratto nazionale non è
un privilegio ma uno strumento per riformare e innovare la sanità”.
Gravi preoccupazioni condivise da Costantino Troise, il segretario del
principale sindacato degli ospedalieri, Anaao. A parlare, secondo il
giudizio di Troise, sono i fatti: ”basta fare un giro nei Pronto
soccorso, per capire a che punto siamo arrivati”.
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2 commenti:
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