lunedì 25 marzo 2013

Cgil Brescia, verso lo sciopero generale provinciale del 18 aprile

ATTIVI DI ZONA IN CORSO, DAL 3 APRILE ASSEMBLEE IN TUTTA LA PROVINCIA

* Una protesta che non risparmia nessuno, neppure le istituzioni «ferme davanti alla gravissima situazione che stiamo vivendo». Una mobilitazione e un attacco senza distinzioni, rilanciati dal leader della Cgil, Damiano Galletti, durante il primo degli Attivi dei delegati (gli altri sono previsti lunedì 25 in varie zone della provincia) nel salone Buozzi della Camera del lavoro. Un confronto finalizzato a preparare lo sciopero generale territoriale del 18 aprile, che sarà «anticipato» da assemblee nei paesi dal 3 al 15 del mese prossimo.

LA DECISA presa di posizione del sindacato di via Folonari si fonda anche sui dati - illustrati dal segretario generale -, decisamente «sconfortanti». Nei primi due mesi di quest´anno la Cassa integrazione mostra una crescita del 30% sullo stesso periodo del 2012, la Straordinaria di oltre il 92%. Non solo: il manifatturiero evidenzia, dal 2008, un calo del 25% della produzione, ma anche gli altri settori non stanno certo meglio. Nelle cooperative sociali, a fronte di 16 mila occupati, mille alle prese con l´ammortizzatore sociale in deroga. Il quadro è appesantito da alcuni casi recenti: «come quelli della Mac, chiusa con 84 licenziamenti, dell´Alfa Acciai che ha terminato il periodo di contratto di solidarietà e non sa come gestire il permanere di esuberi. Oppure dell´Iper Pellicano, che taglia 17 lavoratori, o della Sia dove il salario viene ridotto di 200 euro, senza dimenticare il pubblico impiego costantemente sotto tiro», ricorda Galletti.

QUESTE VICENDE, insieme, rappresentano solo la punta di un iceberg che trascina verso il declino, «facendo pagare la crisi - ritiene la Cgil - ai lavoratori, ai pensionati, ai cittadini». Ma non è tutto. Anche la democrazia nei luoghi di lavoro è in pericolo, come ricorda Francesco Bertoli, segretario generale della Fiom, al tavolo dei relatori con Damiano Galletti, Marco Drera (segretario organizzativo della Funzione Pubblica) e il leader del Nidil, Adriano Favero. «La vicenda che interessa Mac e Iveco dimostra come non si rispettino più gli accordi sottoscritti e come sia negata la rappresentanza - sottolinea Bertoli -. Anche su questo tema lo sciopero farà emergere parole d´ordine, inoltre dirà basta alle intese separate, alle firme apposte sui licenziamenti». Un affondo rafforzato dai delegati, molto critici - durante gli interventi - riguardo lo sgombero del presidio davanti ai cancelli di via Volturno, oppure per i soldi spesi «inutilmente, mentre sono in discussione il welfare, i servizi per i bambini, gli anziani e per coloro che perdono occupazione e casa».

NON SOLO protesta, comunque. La Camera del lavoro, il 15 aprile, inviterà in sede i politici bresciani, di tutti i livelli, per presentare e discutere la propria piattaforma. Un piano analogo a quello nazionale, ma calato sul territorio, con varie richieste e proposte: estensione e copertura degli ammortizzatori sociali, soluzioni per gli esodati, sostegno agli sfrattati, ripristino delle risorse per la non autosufficienza, modifica del Patto di stabilità così da pagare quanto vantato dalle imprese; ed ancora, tra l´altro, rilancio dell´edilizia attraverso il recupero del patrimonio esistente, politiche attive per il lavoro. Lo sciopero del 18, dopo il corteo in città, culminerà in piazza Loggia dove interverranno i segretari nazionali Maurizio Landini (Fiom), Francesco Martini (Filcams), Franco Nasso (Fit) e un esponente della segreteria centrale della Cgil.

* Bresciaoggi (sabato 23 marzo 2013)

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