domenica 11 novembre 2012

Fiat, proteste e tensione a Pomigliano



In Serbia tredicesima e una tantum e si tratta sull´orario che è 10 ore per turno su quattro giorni

POMIGLIANO D´ARCO (NAPOLI)
Tensioni e proteste dei Cobas a Pomigliano d´Arco (Napoli), alla vigilia della ripresa produttiva, domani, dello stabilimento del gruppo Fiat che intanto in Serbia, dopo le proteste dei sindacati, raggiunge l´accordo su un +13% salariale per i 2.500 operai che producono la 500L. L´intesa modifica l´accordo dello stabilimento di Kragujevac su un salario di 32-34 mila dinari, 285-300 euro al mese, il più basso del gruppo, sottolinea il sindacato serbo, e con turni di lavoro di 10 ore su quattro giorni.
Il nuovo accordo prevede il pagamento di una tredicesima mensilità e un una tantum (in due rate) per 36 mila dinari (320 euro). Si continua a trattare, sull´orario di lavoro.
A Pomigliano la protesta dei Cobas ha vissuto ieri momenti di tensione quando alcuni manifestanti hanno
lanciato uova piene di vernice contro la sede della Uilm e la filiale del Banco di Napoli. Subito dopo c´è stato il tentativo, bloccato dalla polizia, di occupare il casello autostradale dell´A16 Napoli-Bari. Sono stati scanditi slogans contro l´ad di Fiat, Sergio Marchionne, e il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, per i 19 licenziamenti annunciati da Fiat e le mancate assunzioni dei cassintegrati. Per Crescenzo Auriemma segretario regionale della Uilm, che ha definito pagliacciata l´episodio, «non è lanciando uova che si risolvono i problemi».
Le proteste proseguiranno nei prossimi giorni (domani torneranno al lavoro i 2.146 operai assunti dalla newco) con una manifestazione organizzata dalla Fiom mercoledì, alla quale parteciperanno, al fianco del segretario generale Maurizio Landini, Antonio Di Pietro e Nichi Vendola. Domani Massimo D´Alema incontrerà gli operai.
«A Pomigliano è stata compiuta una discriminazione inaccettabile», ha affermato Cesare Damiano, responsabile Lavoro del Pd, «Marchionne continua sulla strada sbagliata». Pier Luigi Bersani, leader del pd auspica un intervento del governo: «Bisogna tornare a occuparsi di politica industriale, quanto a Fiat, se fossi nel governo chiamerei Marchionne e mi farei spiegare come mai i piani sono cambiati. Si può dare una mano, ma se Fiat non ce la fa non ci si può chiudere ad altri marchi che arrivano in Italia».
Alessandro Laterza vicepresidente per il Mezzogiorno di Confindustria, non considera Pomigliano «un caso specifico» e dice che il problema è «se e in che misura in Italia si desidera avere un´industria automobilistica».
«Pieno sostegno alle lotte dei lavoratori di Pomigliano e Kraguievac» da Paolo Ferrero, leader del Prc. Vendola, Sel, sottolinea che «i diritti dei lavoratori sono universali» ed «è bene che la Fiat se ne accorga anche in Serbia». 

dal BresciaOggi

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