La legge di stabilita' crea il panico tra le Regioni. I presidenti
parlano di"fortissima preoccupazione" Vasco Errani, presidente della
Conferenza delle Regioni, che oggi ha incontrato i presidenti dei
consigli regionali proprio su sanita', istruzione e servizi sociali
mettono in evidenza che il susseguirsi di manovre come questa
compromette “la possibilita' di erogare servizi''. La Conferenza delle
Regioni e le Province autonome, si legge in una nota, riconfermano "la
piena volonta' di ridurre i costi della politica" ed esprimono "forte
preoccupazione per la situazione che potrebbe determinarsi con il varo
della legge di stabilita' e per le conseguenze che alcune misure avranno
su servizi fondamentali per i cittadini, in primo luogo per il servizio
sanitario, l'istruzione e le politiche sociali. Tale preoccupazione-
continuano le Regioni- e' data dalle conseguenze di tre manovre
consecutive che hanno prodotto una riduzione insostenibile di molti
miliardi per questi servizi". Inoltre, la Conferenza delle Regioni in
merito all'annunciato Disegno di legge costituzionale sul Titolo V
"riafferma, come ha sempre sostenuto, che il problema fondamentale
risiede nel non aver dato compiutezza ed equilibrio al disegno di
autonomia e federalismo proclamato in piu' occasioni (esempio Camera
delle autonomie, federalismo fiscale, etc), nel cui quadro andava
affrontata anche la revisione del Titolo V della Costituzione. Un
approccio che ha prodotto squilibri anche in relazione all'attuazione
delle politiche di cui e' opportuno si faccia carico l'intera filiera
delle istituzioni". Per questi motivi la Conferenza delle Regioni
"ritiene un errore l'intervento unilaterale del governo e ritiene
urgente un confronto sull'assetto istituzionale che si va profilando, a
cui, sin dalle prossime ore, le Regioni si dichiarano disponibili".
Contro i tagli anche i medici delle Asl "Apprendiamo con
preoccupazione ed amarezza la notizia degli ulteriori tagli imposti alla
sanità pubblica dalla legge di stabilità. Per effetto delle manovre
precedenti il Fondo sanitario nazionale verrà decurtato, da oggi al
2014, di una cifra superiore al 10%”, dice in una nota Giovanni
Monchiero, presidente della Federazione Italiana Aziende Sanitarie ed
Ospedaliere (Fiasco).
http://www.controlacrisi.org
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