Si sono dati appuntamento a domani, davanti ai cancelli dello
stabilimento Fiat di Pomigliano, i cassaintegrati che stamattina hanno
partecipato prima all'assemblea della Fiom, e poi alla protesta che si è
snodata per le strade della città. Gli operai domani mattina
parteciperanno all'appuntamento fisso del mercoledì organizzato dai
metalmeccanici della Cgil, per chiedere anche ai lavoratori che sono
dentro la fabbrica di mobilitarsi per difendere il proprio futuro
occupazionale. "La lotta è solo cominciata - affermano le tute blu -
dobbiamo muoverci tutti perché non sono a rischio solo i cassaintegrati
che sono fuori, ma anche quei duemila che sono stati assunti nella
newco. Il mercato è in crisi, e Marchionne ci metterà tutti ai
cancelli". E domani davanti allo stabilimento è prevista anche
un'assemblea convocata da un comitato di lotta cassaintegrati e
licenziati della Fiat e delle terziarizzate, i cui esponenti oggi hanno
distribuito volantini facendo una lista di persone ritenute "complici
del fallimento dell'Alfa Romeo di Pomigliano", additando Chiesa,
politici e sindacati.MARCHIONNE? HA CORRETTO TIRO MA...
"Avrà anche corretto il tiro, ma Marchionne non ha ancora detto in che
modo intende ridimensionare il piano Fabbrica Italia": gli operai
cassaintegrati di Pomigliano d'Arco sono ancora preoccupati per il loro
futuro occupazionale, nonostante le rassicurazioni dei sindacati
firmatari dell'accordo, e nonostante le parole "incoraggianti dell'Ad
Fiat".
Sono ancora molti quelli che si dicono delusi e preoccupati,
anche se c'é chi difende l'azienda a spada tratta. C'é pure chi, tra le
tute blu che hanno manifestato oggi a Pomigliano, racconta di aver
lasciato la propria sigla sindacale perché si sente "tradito": "Ho
strappato la tessera della Fim dopo anni di attivismo sindacale -
racconta un operaio di 42 anni - mi sento tradito, deluso. Ho votato
'si' al referendum e sono ancora fuori dalla fabbrica. Adesso mi
chiamano a casa per chiedermi se li ho abbandonati perché si avvicina la
data per la riscossione delle quote. Ma loro cosa hanno fatto per noi?
Ci hanno venduti e Marchionne non dice ancora cosa vuole fare e dove
soprattutto". Tra gli iscritti Fiom, invece, la rabbia prende il
sopravvento, come spiega anche Sebastiano D'Onofrio, ex rsu dello
stabilimento pomiglianese. "I sindacati firmatari devono avere il
coraggio di spiegare cosa sta succedendo - afferma - Marchionne non dà
alcuna garanzia. Oggi dice una cosa, domani é pronto a smentirsi.
Purtroppo avevamo ragione, il piano è fallito miseramente, e non
sappiamo che fine faremo noi che siamo in cig ormai da quattro anni". Di
diverso avviso Gerardo Giannone, ex delegato Fim, ed attualmente test
driver per il gruppo Fiat a Pomigliano, che attende come altri 2500
operai circa di essere riassorbito in Fip: "Sono fiducioso - dice -
Marchionne ha chiarito che non vuole chiudere nessuno stabilimento, e la
Panda è il nostro futuro. Solo il mercato ci ha penalizzati".
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