martedì 18 settembre 2012

Fiat, la rabbia dei cassintegrati tornerà in piazza domani: «La battaglia è appena iniziata»


Si sono dati appuntamento a domani, davanti ai cancelli dello stabilimento Fiat di Pomigliano, i cassaintegrati che stamattina hanno partecipato prima all'assemblea della Fiom, e poi alla protesta che si è snodata per le strade della città. Gli operai domani mattina parteciperanno all'appuntamento fisso del mercoledì organizzato dai metalmeccanici della Cgil, per chiedere anche ai lavoratori che sono dentro la fabbrica di mobilitarsi per difendere il proprio futuro occupazionale. "La lotta è solo cominciata - affermano le tute blu - dobbiamo muoverci tutti perché non sono a rischio solo i cassaintegrati che sono fuori, ma anche quei duemila che sono stati assunti nella newco. Il mercato è in crisi, e Marchionne ci metterà tutti ai cancelli". E domani davanti allo stabilimento è prevista anche un'assemblea convocata da un comitato di lotta cassaintegrati e licenziati della Fiat e delle terziarizzate, i cui esponenti oggi hanno distribuito volantini facendo una lista di persone ritenute "complici del fallimento dell'Alfa Romeo di Pomigliano", additando Chiesa, politici e sindacati.

MARCHIONNE? HA CORRETTO TIRO MA...
"Avrà anche corretto il tiro, ma Marchionne non ha ancora detto in che modo intende ridimensionare il piano Fabbrica Italia": gli operai cassaintegrati di Pomigliano d'Arco sono ancora preoccupati per il loro futuro occupazionale, nonostante le rassicurazioni dei sindacati firmatari dell'accordo, e nonostante le parole "incoraggianti dell'Ad Fiat".
Sono ancora molti quelli che si dicono delusi e preoccupati, anche se c'é chi difende l'azienda a spada tratta. C'é pure chi, tra le tute blu che hanno manifestato oggi a Pomigliano, racconta di aver lasciato la propria sigla sindacale perché si sente "tradito": "Ho strappato la tessera della Fim dopo anni di attivismo sindacale - racconta un operaio di 42 anni - mi sento tradito, deluso. Ho votato 'si' al referendum e sono ancora fuori dalla fabbrica. Adesso mi chiamano a casa per chiedermi se li ho abbandonati perché si avvicina la data per la riscossione delle quote. Ma loro cosa hanno fatto per noi? Ci hanno venduti e Marchionne non dice ancora cosa vuole fare e dove soprattutto". Tra gli iscritti Fiom, invece, la rabbia prende il sopravvento, come spiega anche Sebastiano D'Onofrio, ex rsu dello stabilimento pomiglianese. "I sindacati firmatari devono avere il coraggio di spiegare cosa sta succedendo - afferma - Marchionne non dà alcuna garanzia. Oggi dice una cosa, domani é pronto a smentirsi. Purtroppo avevamo ragione, il piano è fallito miseramente, e non sappiamo che fine faremo noi che siamo in cig ormai da quattro anni". Di diverso avviso Gerardo Giannone, ex delegato Fim, ed attualmente test driver per il gruppo Fiat a Pomigliano, che attende come altri 2500 operai circa di essere riassorbito in Fip: "Sono fiducioso - dice - Marchionne ha chiarito che non vuole chiudere nessuno stabilimento, e la Panda è il nostro futuro. Solo il mercato ci ha penalizzati". 


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