martedì 28 agosto 2012

Cede il tetto, cade e muore operaio 36enne. Fillea Cgil: c'è la crisi, ma nei cantieri si muore più di prima

ALLA FONDERIA EF DI TORBOLE CASAGLIA

 Lulzim Murra, operaio albanese di 36 anni - dipendente della ditta Mecam di Bienno, specializzata nella rimozione e nella sostituzione di tettoie con lastre non inquinanti - è morto domenica mentre lavorava nella fonderia Ef di Torbole Casaglia.
All´improvviso una lastra si è rotta sotto il peso dell´operaio albanese, che non ha potuto far nulla per salvarsi, anche perché non era agganciato a funi che avrebbero evitato la caduta nel vuoto. Lulzim Murra ha compiuto un volo di una decina di metri, cadendo all´interno del magazzino della EF, che fa parte del gruppo Fonderia di Torbole Casaglia.
* Bresciaoggi
di seguito il comunicato congiunto della Fillea Cgil di Brescia e della Valcamonica

C'E' LA CRISI, MA NEI CANTIERI SI CONTINUA A MORIRE COME PRIMA, PIU' DI PRIMA
L'articolo 35 della Costituzione Italiana recita: "La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni". Una affermazione sacrosanta, ma come sono tutelati i lavoratori mentre svolgono le loro attività?
E' la domanda che ritorna come un tormentone ogni qualvolta ci si trova di fronte ad una morte bianca, tragedia avvenuta sui luoghi di lavoro, che strappa all'abbraccio delle famiglie i propri cari, usciti di casa per andare a lavorare e mai più tornati.
Ogni anno, come un bollettino di guerra, i media riportano il numero delle vittime decedute mentre svolgevano attività lavorative. Una contabilità fredda dal cui elenco, tuttavia, fra le righe, emergono le storie di chi non c'è più, vite improvvisamente spezzate, e la fine dei sogni di chi, compiendo il proprio dovere è incappato in ‘qualcosa' che non doveva accadere e che ha cambiato inevitabilmente anche le esistenze di familiari, parenti e amici delle vittime degli infortuni.
Però oltre alla arida valutazione sui numeri, non possiamo dimenticare la dura realtà, di lavoro si continua a morire e nel 2012 è inaccettabile che la possibilità che un lavoratore alla fine della giornata non torni con la sua famiglia perché ha perso la vita in cantiere, sia contemplata come una eventualità che può accadere e che dolorosamente continua ad accadere.
Dall'inizio dell'anno molti, troppi sono gli incidenti che hanno visto coinvolti lavoratori bresciani impegnati al lavoro in cantieri edili.

E' successo un'altra volta.
Questa volta è accaduto a Torbole Casaglia, nei capannoni della Fonderia di Torbole, dove Murra Lulzim, di 36 anni, era impegnato nei lavori di rifacimento del tetto di un capannone. Il lavoratore vittima di questo ennesimo tragico incidente è deceduto per le lesioni riportate in seguito alla caduta dal tetto del capannone. Anche questa volta, come accade spesso la vittima era dipendente di un'azienda che operava nell'ambito di un appalto che affidava ad essa il lavoro di rifacimento del tetto della fonderia.
A fronte di tutto ciò oltre al dolore insopportabile restano tanti perché, pensiamo che in realtà molte ricchezze nascono anche dal mancato rispetto delle norme di sicurezza, dalla volontà di realizzare il massimo profitto, ma anche dall'insufficienza o scarso rigore nei controlli sulla corretta applicazione delle stesse norme emanate per tutelare la salute e l'integrità fisica nei luoghi di lavoro.

Per tutto questo diciamo:
L'esigenza della sicurezza deve nascere molto prima dell'apertura del cantiere, il concetto di prevenzione va applicato in tutte le fasi a partire da quelle della progettazione per passare a quello della gara, alla fase della realizzazione e alla scelta dei sub-fornitori e al momento dei controlli sia esterni che interni fino alla consegna dell'opera.
Chi prova a semplificare o a saltare i tempi o è in malafede o svolge il proprio ruolo senza la responsabilità necessaria che ognuno per il proprio compito dovrebbe esercitare.
Per questo restano sempre molte responsabilità le cause degli incidenti sul lavoro, e mai è giustificato il richiamo alla fatalità.

FILLEA-CGIL BRESCIA
FILLEA-CGIL VALLECAMONICA SEBINO

dal sito della camera del lavoro

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