ALLA FONDERIA EF DI TORBOLE CASAGLIA
Lulzim
Murra, operaio albanese di 36 anni - dipendente della ditta Mecam di
Bienno, specializzata nella rimozione e nella sostituzione di tettoie
con lastre non inquinanti - è morto domenica mentre lavorava nella
fonderia Ef di Torbole Casaglia.
All´improvviso una lastra si è rotta sotto il peso dell´operaio albanese, che non ha potuto far nulla per salvarsi, anche perché non era agganciato a funi che avrebbero evitato la caduta nel vuoto. Lulzim Murra ha compiuto un volo di una decina di metri, cadendo all´interno del magazzino della EF, che fa parte del gruppo Fonderia di Torbole Casaglia.
All´improvviso una lastra si è rotta sotto il peso dell´operaio albanese, che non ha potuto far nulla per salvarsi, anche perché non era agganciato a funi che avrebbero evitato la caduta nel vuoto. Lulzim Murra ha compiuto un volo di una decina di metri, cadendo all´interno del magazzino della EF, che fa parte del gruppo Fonderia di Torbole Casaglia.
* Bresciaoggi
di seguito il comunicato congiunto della Fillea Cgil di Brescia e della Valcamonica
C'E' LA CRISI, MA NEI CANTIERI SI CONTINUA A MORIRE COME PRIMA, PIU' DI PRIMA
L'articolo
35 della Costituzione Italiana recita: "La Repubblica tutela il lavoro
in tutte le sue forme ed applicazioni". Una affermazione sacrosanta, ma
come sono tutelati i lavoratori mentre svolgono le loro attività?
E' la domanda che ritorna come
un tormentone ogni qualvolta ci si trova di fronte ad una morte bianca,
tragedia avvenuta sui luoghi di lavoro, che strappa all'abbraccio delle
famiglie i propri cari, usciti di casa per andare a lavorare e mai più
tornati.
Ogni anno, come un bollettino di guerra, i media riportano il numero delle vittime decedute mentre svolgevano attività lavorative. Una contabilità fredda dal cui elenco, tuttavia, fra le righe, emergono le storie di chi non c'è più, vite improvvisamente spezzate, e la fine dei sogni di chi, compiendo il proprio dovere è incappato in ‘qualcosa' che non doveva accadere e che ha cambiato inevitabilmente anche le esistenze di familiari, parenti e amici delle vittime degli infortuni.
Ogni anno, come un bollettino di guerra, i media riportano il numero delle vittime decedute mentre svolgevano attività lavorative. Una contabilità fredda dal cui elenco, tuttavia, fra le righe, emergono le storie di chi non c'è più, vite improvvisamente spezzate, e la fine dei sogni di chi, compiendo il proprio dovere è incappato in ‘qualcosa' che non doveva accadere e che ha cambiato inevitabilmente anche le esistenze di familiari, parenti e amici delle vittime degli infortuni.
Però
oltre alla arida valutazione sui numeri, non possiamo dimenticare la
dura realtà, di lavoro si continua a morire e nel 2012 è inaccettabile
che la possibilità che un lavoratore alla fine della giornata non torni
con la sua famiglia perché ha perso la vita in cantiere, sia contemplata
come una eventualità che può accadere e che dolorosamente continua ad
accadere.
Dall'inizio
dell'anno molti, troppi sono gli incidenti che hanno visto coinvolti
lavoratori bresciani impegnati al lavoro in cantieri edili.
E' successo un'altra volta.
Questa volta è accaduto a Torbole Casaglia, nei capannoni della Fonderia di Torbole, dove Murra Lulzim, di 36 anni,
era impegnato nei lavori di rifacimento del tetto di un capannone. Il
lavoratore vittima di questo ennesimo tragico incidente è deceduto per
le lesioni riportate in seguito alla caduta dal tetto del capannone.
Anche questa volta, come accade spesso la vittima era dipendente di
un'azienda che operava nell'ambito di un appalto che affidava ad essa il
lavoro di rifacimento del tetto della fonderia.
A
fronte di tutto ciò oltre al dolore insopportabile restano tanti
perché, pensiamo che in realtà molte ricchezze nascono anche dal mancato
rispetto delle norme di sicurezza, dalla volontà di realizzare il
massimo profitto, ma anche dall'insufficienza o scarso rigore nei
controlli sulla corretta applicazione delle stesse norme emanate per
tutelare la salute e l'integrità fisica nei luoghi di lavoro.
Per tutto questo diciamo:
L'esigenza
della sicurezza deve nascere molto prima dell'apertura del cantiere, il
concetto di prevenzione va applicato in tutte le fasi a partire da
quelle della progettazione per passare a quello della gara, alla fase
della realizzazione e alla scelta dei sub-fornitori e al momento dei
controlli sia esterni che interni fino alla consegna dell'opera.
Chi
prova a semplificare o a saltare i tempi o è in malafede o svolge il
proprio ruolo senza la responsabilità necessaria che ognuno per il
proprio compito dovrebbe esercitare.
Per
questo restano sempre molte responsabilità le cause degli incidenti sul
lavoro, e mai è giustificato il richiamo alla fatalità.
FILLEA-CGIL BRESCIA
FILLEA-CGIL VALLECAMONICA SEBINO
dal sito della camera del lavoro
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