sabato 9 giugno 2012

La Fiom riunisce la sinistra ma sono scintille Di Pietro attacca il Pd, poi fischi per Bersani

Anche il segretario Pd partecipa all’incontro organizzato dal sindacato metalmeccanico, fischiato quando parla dell’articolo 18. Il leader Idv si pone fuori dalla foto di Vasto: “Non ce l’ha ordinato il medico”. Landini: “Incalzeremo la politica, i voti dei lavoratori mai più a scatola chiusa”

ROMA – Per una volta, grazie alla Fiom, la sinistra si ritrova tutta insieme: dal Pd, che

La Fiom riunisce la sinistra ma sono scintille  Di Pietro attacca il Pd, poi fischi per Bersaniaccetta l’invito di Maurizio Landini, a Sinistra Ecologia e Libertà, Italia dei Valori, Federazione della Sinistra, più un nutrito drappello di intellettuali. È la foto di Parco dei Principi, dal nome dell’hotel che ospita l’incontro, una foto di Vasto ma un po’ più larga. E invece no. Perché la rottura tra Bersani e Di Pietro sembra ormai insanabile. Con l’ex pm che attacca frontalmente il segretario del Pd (che, seduto in platea, sospira): “Basta con le ambiguità e con chi si sente il primo della classe. C’è chi in parlamento fa le spartizioni sull'Agcom o vota la fiducia sull'articolo 18. Credo che questo sia un comportamento ipocrita. Non ce l’ha ordinato il dottore di stare insieme”. Poi Bersani prende la parola e viene fischiato appena tocca la parola “articolo 18”.

Il programma Fiom . Da settimane si rincorrono voci circa un “partito Fiom” in pista, e l’incontro di oggi può essere visto come una conferma di un impegno diretto del sindacato, ma anche come un atto di chiarezza: “Siamo autonomi, indipendenti ma non indifferenti”, esordisce Giorgio Airaudo, il numero 2 del sindacato. E Landini: “Abbiamo una nostra idea, un nostro progetto. Non abbiamo sudditanza, vogliamo parlare alla pari con tutti. E soprattutto, stavolta i voti dei lavoratori non andranno più a nessuno a scatola chiusa. Vi incalzeremo”, avverte il segretario generale.

Il convegno del sindacato avviene il giorno dopo la direzione del Pd 1, nella quale Bersani ha aperto alle primarie e a una coalizione "tra progressisti e moderati". In prima fila, seduti, ci sono proprio Bersani, alla destra ha il responsabile economico pd Stefano Fassina e a sinistra Nichi Vendola. E poi il sindaco di Bari Michele Emiliano, il segretario del Prc Paolo Ferrero, Di Pietro insieme a Maurizio Zipponi (“l’uomo Fiom” nell’Idv), Oliviero Diliberto. Il programma della Fiom è tutto a sinistra, ovviamente. Patrimoniale, preservazione ed estensione dell’articolo 18, lotta alla precarietà, democrazia in fabbrica, fiscalità progressiva, avversione totale al fiscal compact – e, soprattutto, al governo Monti. Ma la sostanza è una: la necessità di rimettere al centro della politica italiana il tema del lavoro e di conseguenza fare delle scelte “di parte”.

Gli interventi . Il leader di Rifondazione Ferrero lo dice subito: “Un programma del genere lo firmerei subito. Costruiamo un polo di sinistra attorno a questo progetto, e solo dopo un’unità del genere potremo decidere se e come fare delle alleanze”. Arriva il turno di Di Pietro, e fa il più "comunista" di tutti. Parla del “capitale” e di Gesù (“il primo socialista della storia”): “Sono di sinistra? Non lo so, però se qualcuno dice che lo sono non mi offendo. So solo che le posizioni dell’Idv sono in linea con quanto spiegava Landini…”. Ma il nodo cruciale del suo intervento è una serie di bordate – applauditissime dalla platea - verso il Pd, con Bersani in attento ascolto, prima impassibile e poi visibilmente infastidito. “Gli elettori non hanno bisogno di una foto (cioè la "foto di Vasto", ndr) ma di una proposta concreta, come ha detto Romano Prodi. Non vogliamo fare scelte suicide ma scelte di campo e chiederemo alla società civile, ai movimenti la forza di portare avanti le nostre idee”.

Bersani risponde a margine: “Chiedo a Di Pietro di riflettere, perché non accettiamo diffamazioni da lui (sul caso Agcom, ndr). C'è un problema con lui e non è nelle mie mani risolverlo perché io non ho mai detto una parola poco rispettosa sull'Idv e Di Pietro”. Sul programma della Fiom il segretario del Pd non si sbilancia, concede solo un “non è accettabile che la Fiat sia fatta di nebbia” e che “sulle politiche industriali mi trovo in gran parte d'accordo con voi: il piano di Finmeccanica non va bene”. Poi tocca a Vendola, e il suo intervento è un esercizio di equilibrismo. Dice che Landini ha ragione, che il lavoro deve tornare al centro della politica, spiega che “l’antipolitica è una trovata della borghesia italiana” e che “la vera casta è quella delle lobby finanziarie”, ma non per questo rinuncia alla parola "coalizione", che ovviamente ingloba il Pd, e a una sua candidatura alle primarie. La proposta del segretario del Pdci Diliberto è questa: “Ritorniamo insieme - si rivolge a Vendola - facciamo un percorso unitario. E poi come soggetto unico negoziamo l'alleanza con il Pd”.

Di sfondo, a sinistra resta la domanda – la stessa di sempre -: che fare? Per le elezioni del 2013, tutto appare ruotare alle scelte del Pd, se si darà un profilo moderato per privilegiare il rapporto con Casini oppure uno socialdemocratico alla Hollande. Con la seconda opzione, l’unità a sinistra appare più realizzabile. Ma, come ha annotato in chiusura il direttore di MicroMega Paolo Flores d’Arcais, “oggi Bersani ha fatto lo slalom: non ha dato alcuna risposta”.

da La Repubblica

1 commento:

Raffaele Caracciolo ha detto...

Landini...finalmente uno che parla chiaro!