La notizia è giunta nella serata di ieri: dal prossimo primo gennaio la società editrice MRC, sospenderà “in via cautelativa” le pubblicazioni del quotidiano Liberazione.
Una mossa dovuta, spiega in una nota, alla “cancellazione retroattiva del finanziamento pubblico per i giornali cooperativi, di idee e di partito decisa dal governo Berlusconi e confermata dal governo Monti” che si accoppia malauguratamente alle tradizionali difficoltà economiche della testata. I cui lavoratori hanno già pagato in passato svariate e pesanti ristrutturazioni, che hanno portato, come scrivono in un comunicato, a 23 esuberi di giornalisti su 30 e 14 esuberi di poligrafici su 20.
La richiesta è ovviamente quella di rivedere le condizioni di finanziamento pubblico ai giornali, la cui precarietà confermata dall’attuale governo metterebbe a rischio la sopravvivenza di ben cento testate.
Dal primo Liberazione sospenderà le pubblicazioni Lavoratori-lavoratrici in assemblea permanente
di Le lavoratrici e i lavoratori di Liberazione, il Comitato di redazione, la Rappresentanza Sindacale Unitaria
La Mrc, società editrice di Liberazione, ci ha comunicato che dal prossimo primo gennaio, il giornale sospenderà in via cautelativa le pubblicazioni. E' questo il risultato immediato, spiega l'editore, della cancellazione retroattiva del finanziamento pubblico per i giornali cooperativi, di idee e di partito decisa dal governo Berlusconi e confermata dal governo Monti. Questo colpisce una redazione già provata da una pesante ristrutturazione: 23 esuberi di giornalisti su 30 e 14 esuberi di poligrafici su 20. Ora tutti e 50, con le nostre famiglie, restiamo senza futuro. E la testata, piccola ma con vent'anni di storia alle spalle, vede spegnersi la propria voce. Il nostro è il primo di una serie di giornali, le stime dicono almeno cento, che se il finanziamento non verrà ripristinato immediatamente, sono destinati a morire. I lavoratori e le lavoratrici a rischio sono oltre 5mila, a cui vanno aggiunti quelli dell'indotto. Sappiamo perfettamente di essere una goccia nell'oceano, siamo solidali con tutti i lavoratori, pensionati e precari colpiti dalla crisi e dalle ricette inique del governo Monti: di loro raccontiamo tutti i giorni sulle nostre pagine. Vogliamo però che sia chiaro a tutti che sono in campo da tempo diverse proposte alternative che permetterebbero di reperire le risorse necessarie senza gravare sui conti dello Stato. Intervenire subito per salvare la nostra e le altre testate, i nostri e tutti i posti di lavoro oggi minacciati è ancora possibile. E' però una questione di giorni, anzi di ore. C'è bisogno di scelte politiche chiare e operative per non consegnare tutta l'informazione nelle mani di pochi colossi editoriali, com'è successo per le televisioni. L'appello del Presidente Napolitano in difesa del pluralismo dell'informazione è ancora in attesa di una risposta. Da oggi i lavoratori e le lavoratrici di Liberazione sono in assemblea permanente e impegnati in iniziative di sensibilizzazione e di lotta. E fanno appello ai lavoratori delle altre testate, ai lettori, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni, ai movimenti, ai cittadini per costruire insieme, subito, momenti di mobilitazione.
Le lavoratrici e i lavoratori di Liberazione il Comitato di redazione la Rappresentanza sindacale unitaria
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