
Poi però il sottosegretario si è ripreso è ha dato una spiegazione più veritiera di quella decisione, che toglie ai poveri per dare al ricco. Quando io gli ho detto quello che tutti capiscono, e cioè che quella era lo scambio richiesto da Berlusconi per dimettersi e votare la fiducia del governo Monti, ha replicato: “Nella maggioranza che sorregge il governo c’è anche il Pdl”. Che è esattamente ammettere che le cose stanno proprio come avevo detto io: il prezzo dei voti del Pdl, senza i quali il governo va a casa, è fare quello che ordina Berlusconi, e non solo sulle frequenze televisive.
Io credo che questa cosa sia gravissima per due motivi. Il primo è che non si può dar vita a un governo basato su accordi sottobanco. Il secondo è che mi chiedo: cosa succederà la prossima volta che Berlusconi picchierà i pugni sul tavolo e dirà o fai quest’altra legge ad personam o vai a casa. Perché lo sappiamo tutti cosa succede quando si accetta di pagare di fronte a un ricatto. Il primo pagamento non è mai l’ultimo.
Morale della favola: il governo Monti è un governo tecnico retto da un’anomala maggioranza PD-PDL-Terzo Polo, non legittimato nè votato dai cittadini. Quindi, subito dopo il referendum elettorale, prima andiamo al voto meglio è.
Ieri, nel corso di Ballarò, il sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo ha candidamente ammesso che il governo ha bocciato l’asta per le frequenze televisive perché questo ordinava il patto con Berlusconi.
Quando io gli ho chiesto perché non è stata fatta l’asta sulle frequenze televisive, il sottosegretario per prima cosa ha risposto “Non l’abbiamo fatta perché non l’abbiamo fatta”. Poveraccio, io lo capisco. E’ difficile ammettere di fronte a milioni di telespettatori di aver stretto un patto che va oltre il semplice inciucio e si configura, secondo me, come un vero e proprio caso di corruzione parlamentare.
Poi però il sottosegretario si è ripreso è ha dato una spiegazione più veritiera di quella decisione, che toglie ai poveri per dare al ricco. Quando io gli ho detto quello che tutti capiscono, e cioè che quella era lo scambio richiesto da Berlusconi per dimettersi e votare la fiducia del governo Monti, ha replicato: “Nella maggioranza che sorregge il governo c’è anche il Pdl”. Che è esattamente ammettere che le cose stanno proprio come avevo detto io: il prezzo dei voti del Pdl, senza i quali il governo va a casa, è fare quello che ordina Berlusconi, e non solo sulle frequenze televisive.
Io credo che questa cosa sia gravissima per due motivi. Il primo è che non si può dar vita a un governo basato su accordi sottobanco. Il secondo è che mi chiedo: cosa succederà la prossima volta che Berlusconi picchierà i pugni sul tavolo e dirà o fai quest’altra legge ad personam o vai a casa. Perché lo sappiamo tutti cosa succede quando si accetta di pagare di fronte a un ricatto. Il primo pagamento non è mai l’ultimo.
Morale della favola: il governo Monti è un governo tecnico retto da un’anomala maggioranza PD-PDL-Terzo Polo, non legittimato nè votato dai cittadini. Quindi, subito dopo il referendum elettorale, prima andiamo al voto meglio è.
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