venerdì 14 ottobre 2011

Anche a Brescia la protesta delle “indignate”

Si tiene sabato 15 ottobre in corso zanardelli a Brescia la manifestazione di protesta delle donne di “Se non ora quando”.

Le “indignate bresciane” danno appuntamento alle 15 per fare “dell’Italia un luogo vivibile anche per le donne, ambiando lo stato sociale, arrestando la tendenza al declino, riportando l’Italia al centro dell’Europa”. “Siamo convinte”, si legge nel testo del volantino della protesta, “che senza questo patto non si esce dalla crisi istituzionale, politica, economica e morale che sta strangolando la società italiana. L’ unica risposta arrivata è questa manovra”.
“Le donne italiane”, viene ricordato, “lavorano 60 ore alla settimana, più di tutte in Europa.Solo il 46 % ha un’occupazione; la media europea è del 60%. L’Italia è al 21esimo posto tra i paesi industrializzati per l’indice di benessere delle donne madri”.
Sono “ 3 milioni e mezzo sono le donne che non lavorano per assenza di servizi”, mentre “solo il 18 % dei bambini trova posto nei nidi”.
“800.000 sono le donne licenziate o costrette a dimettersi per la maternità” e, “se lavorano, le donne hanno salari del 30 % più bassi degli uomini a parità di mansioni”.
A ciò si aggiunge, viene riferito nel manifesto della protesta, che “le donne anziane sono le più povere e percepiscono le pensioni più basse per avere accudito, nel corso della loro vita lavorativa, figli, nipoti, genitori”. Non vameglio però alle donne giovani che “sono più precarie dei giovani uomini e più laureate” e pagheranno la precarietà: oggi con l’incertezza del futuro, domani con una pensione misera”.
“Sono soprattutto donne i pubblici dipendenti che garantiscono il funzionamento delle scuole, degli ospedali e degli altri servizi: a loro la manovra, dopo aver già aumentato a 65 anni l’età pensionabile, rimanda l’erogazione della liquidazione, blocca gli aumenti salariali, non rinnova il rapporto di lavoro precario, diventato in questi anni la norma anche nel settore pubblico”.
Alle donne che lavorano nel privato dal 2014, viene ricordato, “viene progressivamente aumentata l’età per aver diritto alla pensione, senza dare nulla in contropartita”.
“I tagli indiscriminati e pesanti agli enti locali”, viene paventato, “diventeranno tagli ai servizi: asili, trasporto pubblico per le scuole, assistenza agli anziani, fondi destinati alle fragilità sociali che andranno tutti a carico delle donne, giovani e anziane”.
“Le scelte del governo”, conclude la nota degli organizzatori della manifestazione, cui aderisce anche la Cgil bresciana, “sono dannose per le donne e inutili per tutti perché recessive. Non consentiremo che si continui a governare contro le donne e contro il futuro dell’Italia”.

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