lunedì 26 settembre 2011

Italia, “Cie galleggianti” per 352 migranti nel porto di Palermo

Sono ormeggiati da due giorni ma nessuno sa cosa sarà del loro futuro. Gruppi antirazzisti denunciano violazioni del diritto internazionale

Sono 352 i migranti rinchiusi nelle due navi attraccate al porto di Palermo che da due giorni sono diventate dei“Cie galleggianti”. Si tratta della Moby Vincent e la Audacia, due traghetti in cui in questo momento si trovano a bordo rispettivamente 201 e 151 migranti, per la maggior parte tunisini. Alcuni di loro, malati e feriti, sono stati trasportati all’ospedale Civico di Palermo. I migranti provengono dal Cie di Lampedusa, in cui nei giorni scorsi è scoppiato un incendio. Una terza nave , una Moby Prince, ha raggiunto questa mattina alle 7.30 il porto di Cagliari, dove i migranti sono andati al Centro d’identificazione ed espulsione di Elmas.

Ai ragazzi sono stati sequestrati i cellulari e qualunque altro strumento per filmare o scattare foto. Requisite anche lamette e altri oggetti contundenti, per timore di atti di autolesionismo. Come del resto gli altri Cie d’Italia, anche le due navi di Palermo sono offlimits per i giornalisti. E le condizioni di detenzione dei migranti, denunciano l’associazione Antirazzista e la Rete primo marzo, violano l'articolo 5 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, l'articolo 13 della Costituzione, gli articoli 2, 13, 14 del Testo Unico sull'immigrazione e il regolamento delle Frontiere Schengen. Ai migranti non è stato comunicato niente riguardo il loro futuro e non è stato nessun rilasciato documento che certifichi il trattenimento in centri d’espulsione.

Al presidio di protesta, era presente anche il senatore Tonino Russo del Pd: “Tutti i cittadini tunisini trattenuti nelle navi vengano fatti immediatamente scendere e trasferiti in strutture che corrispondano a quanto previsto dalla legge per i casi di allontanamento forzato, che coloro che sono stati trattenuti illecitamente, prima a Lampedusa e poi sulle navi, per più di 96 ore vengano rimessi in libertà, che si ponga fine alle procedure di rimpatri collettivi e sommari in violazione delle norme di diritto interno e internazionale”.

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