Sono 352 i migranti rinchiusi nelle due navi attraccate al porto di Palermo che da due giorni sono diventate dei“Cie galleggianti”. Si tratta della Moby Vincent e la Audacia, due traghetti in cui in questo momento si trovano a bordo rispettivamente 201 e 151 migranti, per la maggior parte tunisini. Alcuni di loro, malati e feriti, sono stati trasportati all’ospedale Civico di Palermo. I migranti provengono dal Cie di Lampedusa, in cui nei giorni scorsi è scoppiato un incendio. Una terza nave , una Moby Prince, ha raggiunto questa mattina alle 7.30 il porto di Cagliari, dove i migranti sono andati al Centro d’identificazione ed espulsione di Elmas.
Ai ragazzi sono stati sequestrati i cellulari e qualunque altro strumento per filmare o scattare foto. Requisite anche lamette e altri oggetti contundenti, per timore di atti di autolesionismo. Come del resto gli altri Cie d’Italia, anche le due navi di Palermo sono offlimits per i giornalisti. E le condizioni di detenzione dei migranti, denunciano l’associazione Antirazzista e la Rete primo marzo, violano l'articolo 5 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, l'articolo 13 della Costituzione, gli articoli 2, 13, 14 del Testo Unico sull'immigrazione e il regolamento delle Frontiere Schengen. Ai migranti non è stato comunicato niente riguardo il loro futuro e non è stato nessun rilasciato documento che certifichi il trattenimento in centri d’espulsione.
Al presidio di protesta, era presente anche il senatore Tonino Russo del Pd: “Tutti i cittadini tunisini trattenuti nelle navi vengano fatti immediatamente scendere e trasferiti in strutture che corrispondano a quanto previsto dalla legge per i casi di allontanamento forzato, che coloro che sono stati trattenuti illecitamente, prima a Lampedusa e poi sulle navi, per più di 96 ore vengano rimessi in libertà, che si ponga fine alle procedure di rimpatri collettivi e sommari in violazione delle norme di diritto interno e internazionale”.
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