VERSO LO SCIOPERO GENERALE
* Lungo il cammino che porta allo sciopero del 6 maggio la Cgil ha aggiunto altri due oppositori, oltre a governo e Confindustria: Csil e Uil. Lo hanno ribadito più volte i delegati che ieri hanno preso la parola durante l'assemblea organizzata dalla Camera del Lavoro di Brescia in «preparazione allo sciopero generale».
NON APPENA dal palco della sala della Camera di Commercio un delegato cita la diversità di vedute e di condotta tra la Cgil e i due sindacati, dalla platea parte un sonoro applauso. Amara la firma degli accordi separati (Mirafiori, funzione pubblica e commercio) che fa scappare a qualche delegato la definizione di «sindacati filogovernativi» e «certe cose te le aspetti dal padrone ma non da un sindacato».
Chiunque sia il bersaglio della protesta di piazza, nessuno si illude: lo sciopero generale non sarà una «spallata» capace di stravolgere la situazione. Pieno consenso però sulla necessità di forme di lotta «continue e capillari» per ottenere risultati concreti perchè uno sciopero una tantum non serve. La mobilitazione, però, avvertono non solo i delegati ma anche nel suo intervento conclusivo Enrico Panini della segretaria nazionale, «deve richiedere un impegno straordinario perchè dall'esito della giornata del 6 maggio potrebbero dipendere importanti cambiamenti per il Paese». Si ripete, certo non una «spallata» ma un punto di partenza sì. Condizione sine qua non quella di riempire le piazze («e questo non è un problema») e, soprattutto, svuotare le aziende.
«NON DEVE ESSERE uno sciopero a macchia di leopardo» sottolinea Ernesto Cadenelli, segretario Spi. A maggio i lavoratori bresciani incroceranno le braccia per 8 ore e una manifestazione sarà organizzata in città. Un'agitazione in ritardo qualcuno afferma, perchè di «porcate ne sono passate tante».
La contrapposizione tra le tre sigle e la chiamata alla partecipazione sono solo alcuni degli argomenti trattati nelle relazioni dei lavoratori. Quella di ieri è una Cgil che condanna la guerra (invitato a parlare Giorgio Cordini, volontario Emergency) e che è preoccupata per le leggi ad personam («nascoste dai proclami shock della Lega Nord»), per la questione migranti («sono giovani che chiedono all'Europa una mano per il proprio futuro» commenta Damiano Galletti, segretario Camera del Lavoro di Brescia) e per la nuova formula proposta ai lavoratori, quella che recita «più soldi ma meno diritti», si sfogano quelli della Filcams.
LA DELEGATA Flc, Rosanna Orisi, fa quadrato con Federico Micheli, studente universitario nel condannare la riforma Gelmini, «che privilegia i ricchi e disinveste sull'educazione e la ricerca». Micheli, lancia anche una sfida al sindacato: riuscire a trovare nuove forme di tutela per i giovani precari. Dalla funzione pubblica, invece, si alza la voce di Patrizia Moneghini che denuncia «l'attacco al pubblico impiego da parte del governo volto a smantellare i servizi pubblici» e la vicenda della donna licenziata dal comune di Cellatica per essere stata assente dal lavoro a causa della malattia della figlia disabile.
Cadeva ieri la giornata nazionale del tesseramento alla Cgil. Consegnate ieri a mò di «riconoscimento» per la forte attività sindacale portata avanti, tre tessere 2011. Una a Primus, pensionato, una a Delfina, lavoratrice Mogul e l'altra a Giuseppe giovane eletto nell'rsu dell'azienda in cui lavora.
* articolo Silvia Ghilardi (Bresciaoggi)
LA RELAZIONE DI DAMIANO GALLETTI ALL'ASSEMBLEA DEI DELEGATI
Contratti a scegliere per le imprese? Noi non ci stiamo
«Il Governo, insieme a Confindustria, ha come obiettivo quello di un sindacato subalterno alle imprese e alla maggioranza che governa. L'idea di contrattazione tra le parti non è più accettata».
È uno dei passaggi della relazione del segretario della Camera del Lavoro Damiano Galletti all'assemblea dei delegati e delle delegate Cgil di materdì 5 aprile a Brescia.
In allegato il testo (bozza non corretta) della relazione
dal sito della camera del lavoro di Brescia
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